Carpa

Carpa

 

Che cos’è la carpa?

Dal nome scientifico Cyprinus carpio, è un pesce che appartiene alla famiglia delle Cyprinidae. Si tratta di una specie originaria dell’Oriente, già presente in Italia dall’epoca romana.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali della carpa?

100 gr. di carpa cotta apportano circa 162 calorie ripartite come segue:

40% lipidi

60% proteine

In particolare, in 100 gr. di carpa sono presenti circa:

1,9 mg di zinco

1,6 mg di ferro

0,06 mg di rame

0,06 mg di manganese

16,2 µg di selenio

2,1 mg di niacina

1,6 mg di vitamina C

0,882 mg di acido pantotenico

0,235 mg di piridossina

0,12 mg di tiamina

0,06 mg di riboflavina

22,9 g di proteine

7,2 g di lipidi, di cui: 1,8 g di grassi polinsaturi (di cui 900 mg di omega 3 e 663 mg di omega 6), 84,11 mg di colesterolo, 1,4 g di grassi saturi e 3 g di grassi monoinsaturi,

32 UI di vitamina A

1,47 µg di vitamina B12

531 mg di fosforo

427 mg di potassio

63 mg di sodio

52 mg di calcio

38 mg di magnesio

 

Quando non mangiare la carpa?

Non risultano esservi condizioni accertate in cui il consumo di carpa potrebbe interagire con medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è sempre consigliabile chiedere consiglio al proprio medico.

 

Periodo di reperibilità della carpa

In determinate regioni la pesca a tale pesce è bandita in alcuni periodi dell’anno. In particolare, il Piemonte la vieta dall’1 al 30 giugno, la Lombardia dal 15 maggio al 30 giugno.

 

Possibili benefici della carpa

Questo pesce è un’ottima fonte di proteine di qualità, di acidi grassi omega 3 (che sono grandi alleati della salute cardiovascolare) e di fosforo (benefico per la salute di ossa e denti e importante anche per il cuore, i reni e i muscoli nonché per il buon funzionamento del metabolismo e per la trasmissione dell’impulso nervoso). E’ altresì una buona fonte di vitamina B12 – coinvolta nel metabolismo dei grassi, nel funzionamento del sistema nervoso e nella sintesi degli acidi nucleici e dell’emoglobina nonchè di selenio, che riveste grande importanza per le difese antiossidanti dell’organismo.

 

Possibili controindicazioni della carpa

Si tratta purtroppo di un alimento piuttosto ricco di colesterolo, la cui assunzione non dovrebbe mai superare i 300 mg al giorno (nel caso degli adulti in buono stato di salute) e i 200 mg al giorno (per chi presenta problemi cardiovascolari nella sintesi degli acidi nucleici e dell’emoglobina).

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Carrube-carruba

Carrube-carruba

 

Che cosa sono le carrube?

Sono i frutti della Ceratonia siliqua, specie facente parte della famiglia delle Leguminosae originaria della Siria e della Palestina e oggi tipica anche dell’area mediterranea. Sia le silique che i semi sono commestibili.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali delle carrube?

100 g di carrube (parte edibile) apportano 207 calorie ripartite nel seguente modo:

6% proteine

3% lipidi

91% carboidrati

 

In particolare, 100 g di farina di carrube apportano circa 222 calorie, così diitribuite:

3,7 g di acqua

4,8 g di proteine

0,7 g di lipidi, di cui:

0,2 g di grassi monoinsaturi

0,2 g di grassi polinsaturi (fra cui circa 4 mg di omega 3 e circa 210 mg di omega 6)

0,1 g di grassi saturi

49 g di zuccheri

40 g di fibra

 

Fra le vitamine e i minerali, 100 gr di farina di carrube apportano circa:

0,9 mg di zinco

0,6 mg di rame

0,5 mg di manganese

5,3 g di selenio

0,2 mg di vitamina C

0,1 mg di tiamina

14 UI di vitamina A

29 g di folati

827 mg di potassio

347 mg di calcio

79 mg di fosforo

54 mg di magnesio

35 mg di sodio

2,9 mg di ferro

12 mg di colina

1,9 mg di niacina

0,6 mg di vitamina E

0,5 mg di riboflavina

0,4 mg di vitamina B6

 

Le carrube sono anche una buona fonte di tannini (ad esempio di acido gallico).

 

Quando non mangiare le carrube?

Sembra che possano aumentare l’effetto delle statine e di altri medicinali per combattere il colesterolo. In caso di diabete potrebbe alterare il livello dell’insulina. Nel dubbio è bene consultarsi col proprio medico.

 

Stagionalità delle carrube

Si raccolgono in estate.

 

Possibili benefici e controindicazioni delle carrube

Tali frutti sono considerati un buon sostituto della polvere di cacao: ricche di fibre, ma con pochi grassi; come il cacao sono una fonte di antiossidanti, ma non apportano caffeina.

Le loro proprietà nutrizionali potrebbero inoltre farne un buon alleato contro dolore, influenza, tosse, osteoporosi, allergie e virus. La carruba viene però utilizzata soprattutto per combattere i problemi gastrointestinali (in particolare la diarrea); sembra altresì che possa aiutare ad abbassare il colesterolo e a proteggere la salute di gola e corde vocali. Infine, la sembra essere un prezioso alleato delle diete dimagranti perché è in grado di inibire alcuni enzimi digestivi e di indurre un senso di sazietà.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Casimiroa

Casimiroa

 

Che cos’è la casimiroa?

Nota anche come sapote bianco, è il frutto della Casimiroa edulis, pianta facente parte della famiglia delle Rutaceae. Si tratta di un albero originario delle regioni centrali del Messico; oggi viene coltivato nelle zone del mondo a clima subtropicale. I suoi frutti presentano una forma tondeggiante e sono avvolti da una sottile buccia verde-giallastra. La polpa – di color bianco-crema – ha un sapore molto simile a quello della pesca, con sfumature che variano in base alla varietà cui appartiene la pianta. Può essere mangiata da sola, essere aggiunta a delle insalate o essere utilizzata per preparare marmellate, gelati o frappè.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

Per ogni grammo edibile di frutto, essa apporta 1,2 calorie e:

0,303 mg di acido ascorbico

0,005 mg di niacina

0,004 mg di tiamina

0,0004 mg di riboflavina

0,204 mg di fosforo

0,099 mg di calcio

0,0033 mg di ferro

0,0005 mg di beta-carotene

0,15 g di carboidrati

3,0 g di lipidi

0,009 g di fibre

 

Quando non mangiare la casimiroa?

Non risultano esservi interazioni accertate tra l’impiego alimentare di casimiroa e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è bene chiedere consiglio al proprio medico.

 

Stagionalità della casimiroa

Alcune sue varietà producono frutti durante tutto l’anno, ma nella maggior parte dei casi la maturazione avviene in ottobre o in febbraio, a seconda della zona in cui viene coltivata.

 

Possibili benefici e controindicazioni

In Messico e nell’America Centrale si reputa che il suo consumo possa contribuire ad alleviare i dolori associati all’artrite e ai reumatismi. Pare altresì che mangiare questo frutto possa indurre sonnolenza; i suoi semi provocherebbero difatti un vero e proprio effetto narcotizzante. Nel passato tale effetto è stato attribuito a una molecola, la casimirina, che secondo studi successivamente effettuati non sarebbe presente nei semi casimiroa. Gli stessi studi hanno messo in dubbio le complessive asserite proprietà ipnotiche dei semi di casimiroa.

Sono state loro attribuite anche proprietà ipotensive; schiacciati ed arrostiti

aiuterebbero la guarigione delle ferite infette. Si rammenta il fatto che non devono essere mangiati: sono tossici, specialmente se assunti crudi.

Infine, in Costa Rica le foglie di casimiroa sono utilizzate per la preparazione di decotti antidiabetici.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Cavoli e Verza

Cavoli e Verza

 

Che cosa sono?

Sono delle verdure che appartengono alla famiglia delle Brassicaeae. Scientificamente sono noti come Brassica oleracea var. capitata.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di cavoli o verza apportano circa 25 calorie e:

1,28 g di proteine

92,18 g di acqua

3,20 g di zuccheri

2,5 g di fibre

0,10 g di lipidi, fra cui:

0,034 g di grassi saturi

0,017 g di grassi monoinsaturi

0,017 g di grassi polinsaturi

98 UI di vitamina A

36,6 mg di vitamina C

0,234 mg di niacina

0,212 mg di acido pantotenico

0,15 mg di vitamina E

76 mg di vitamina K

43 mg di folati

170 mg di potassio

40 mg di calcio

26 mg di fosforo

18 mg di sodio

12 mg di magnesio

0,47 mg di ferro

0,18 mg di zinco

0,160 mg di manganese

0,124 mg di vitamina B6

0,061 mg tiamina

0,040 mg di riboflavina

 

Sono una fonte di alfa- e beta-carotene, isotiocianati, indolo-3-carbinolo, luteina/zeaxantina e tiocianati.

 

Quando non mangiarli?

Il consumo di cavoli e verza potrebbe interferire con l’assunzione di anticoagulanti. In caso di dubbi è bene consultarsi con il proprio medico.

 

Periodo reperibilità/stagionalità

I cavoli sono presenti sul mercato italiano durante tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il consumo di cavoli e verza può contribuire a proteggere la salute cardiovascolare; il merito è sia dell’apporto di vitamina K (importante per la coagulazione) che del loro contenuto in potassio nonché di molecole che aiutano a combattere l’aterosclerosi. Fra queste ultime sono inclusi diversi antiossidanti, che esercitano anche una funzione protettiva nei confronti della pelle (vitamina A, C ed E), della vista (in particolare i carotenoidi) e contro l’insorgenza dei tumori. Selenio e manganese sono altresì importanti cofattori di enzimi facenti parte delle difese antiossidanti interne all’organismo. Cavoli e verza sono anche fonti di vitamine B, che sono importanti per garantirsi un buon metabolismo. Infine, questi ortaggi aiutano a proteggere la salute delle ossa grazie al loro apporto di magnesio, calcio e fluoro e apportano ferro che è fondamentale per la produzione dei globuli rossi.

Questi due ortaggi sono fonti di goitrogeni pericolosi per chi soffre di disturbi alla tiroide.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Cicerchie

Cicerchie

 

Che cosa sono le cicerchie?

Dal nome scientifico Lathyrus sativus, è il seme di una pianta che appartiene alla famiglia delle Leguminosae (o Fabaceae). Legume molto resistente alla siccità, può essere coltivato anche in zone che presentano un clima fortemente arido ed una terra poco fertile, garantendo lo stesso rese abbondanti. Poco diffusa in Italia e in Europa, questo legume trova invece largo impiego in Asia e nell’Africa occidentale sia per il consumo umano che per quello animale. In Italia il consumo è limitato ad alcune regioni (soprattutto quelle centrali: Lazio, Molise, Toscana, Puglia, Abruzzo, Marche e Umbria) e la forma commerciale più diffusa è quella secca.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di cicerchie (bollite senza sale e scolate) apportano circa 134 calorie, ripartite come segue:

11,5% acqua

6% fibre alimentari

1,5% di grassi

51% carboidrati

28% proteine

Oltre a buone quantità di:

ferro

fosforo

potassio

calcio

vitamina B1 (Tiamina)

vitamina B2 (Riboflavina)

vitamina B3 (vitamina PP o Niacina)

 

Quando non mangiare le cicerchie?

Allo stato non risultano esservi condizioni in cui il consumo moderato e non prolungato nel tempo di cicerchie possa interagire con medicinali o altre sostanze.

 

Stagionalità delle cicerchie

Le cicerchie si raccolgono a fine luglio/inizio agosto, ma poiché vengono prevalentemente consumate previa essiccazione possono essere acquistate tutto l’anno. Nel nostro paese il loro consumo è piuttosto limitato e circoscritto ad alcune regioni – particolarmente quelle centrali: Puglia, Abruzzo, Marche, Toscana, Lazio, Molise, e Umbria – al di fuori delle quali risultano essere di difficile reperibilità. Come molti altri legumi, le cicerchie vengono consumate bollite.

 

Possibili benefici e controindicazioni delle cicerchie

Come tutti i legumi che vengono impiegati a scopo alimentare, anch’esse vantano numerose proprietà benefiche. Tra le principali caratteristiche spicca certamente il loro alto contenuto di fibre, che stimola il funzionamento dell’intestino e aumenta il senso di sazietà. Le proteine vegetali in esse contenute, poi, ne fanno un alimento adatto agli anziani e ai soggetti di tutte le età, soprattutto in caso di convalescenza o debolezza. La grande presenza di fibre alimentari aiuta poi ad abbassare il livello di colesterolo nel sangue a beneficio del cuore e delle arterie. Esse contengono inoltre discrete quantità di fosforo, calcio, ferro e potassio, tutti minerali utili all’espletamento di diverse funzioni all’interno del nostro organismo.

È opportuno però prestare la dovuta attenzione al loro consumo ed evitare di mangiarle per periodi di tempo troppo prolungati poiché contengono una neurotossina (nota con il nome di Odap), che può generare una malattia neurodegenerativa nota con il nome di “latirismo”: sindrome tossica che è caratterizzata da una paralisi acuta associata a dolori muscolari e incontinenza urinaria. Alcuni casi di tale malattia sono stati riscontrati in paesi affetti da carestie e nei quali la popolazione si è nutrita per lungo tempo quesi esclusivamente con questo legume.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Cirimoia

Cirimoia

 

Che cos’è la cirimoia?

Detta anche annona, è il frutto di alberi che appartengono al genere Annona, a sua volta classificato nella famiglia delle Annonaceae. Si tratta di piante sempreverdi originarie di regioni dell’Ecuador al confine col Perù.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di cirimoia apportano 75 calorie e:

1,57 g di proteine

79,39 g di acqua

0,68 g di lipidi, fra cui: 0,233 g di grassi saturi, 0,055 g di grassi monoinsaturi e 0,188 g di grassi polinsaturi

17,71 g di carboidrati, fra cui 12,87 g di zuccheri e 3,0 g di fibre

Fra le vitamine e i minerali, 100 g di cirimoia contengono:

10 mg di calcio

7 mg di sodio

0,27 mg di ferro

0,16 mg di zinco

0,093 mg di manganese

0,069 mg di rame

0,101 mg di tiamina

23 µg di folati

287 mg di potassio

26 mg di fosforo

17 mg di magnesio

5 UI di vitamina A

12,6 g di vitamina C

0,644 mg di niacina

0,345 mg di acido pantotenico

0,27 mg di vitamina E

0,257 mg di vitamina B6

0,131 mg di riboflavina

 

E’ una fonte di luteina/zeaxantina, polifenoli, beta-carotene e beta-criptoxantina.

 

Quando non mangiare la cirimoia?

Non risultano esservi interazioni fra il suo consumo e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è opportuno chiedere consiglio al proprio medico.

 

Stagionalità della cirimoia

Nel suo habitat naturale, essa è disponibile per il consumo dal mese di novembre al maggio successivo.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Essa è considerata una buona fonte di fibre alimentari, utili sia per favorire la salute della flora intestinale che per controllare il livello di zucchero e di colesterolo presenti nel sangue. Apporta inoltre antiossidanti, fra cui le acetogenine, cui sono state attribuite proprietà , antimalariche, antitumorali e antielmintiche. Fra i suoi antiossidanti è anche inclusa la vitamina C che – oltre a difendere dai radicali liberi e a favorire le difese immunitarie – partecipa alla sintesi del collagene, promuovendo in tal modo la buona salute dei tessuti che contengono questa proteina.

Fra le vitamine, essa apporta anche molecole alleate del buon funzionamento del metabolismo e dello sviluppo del sistema nervoso durante la fase di gestazione. Fra i minerali, invece, fornisce calcio, fosforo e magnesio (utili per la salute di ossa e denti) nonché potassio (grande alleato della salute cardiovascolare)

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Cocomero

Cocomero

 

Che cos’è il cocomero?

E’ il frutto del Cocos nucifera, specie che appartiene alla famiglia delle Cucurbitaceae e che si ritiene essere nativa dell’Africa per poi essere stata portata in Asia, Europa e Nord America. Attualmente, nel mondo, il principale produttore di cocomero è la Cina.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali del cocomero?

100 gr. di cocomero (parte edibile) apportano 16 calorie ripartite come segue:

10% proteine

1% lipidi

89% carboidrati

Nello specifico, 100 gr. di cocomero apportano:

95,3 g di acqua

3,7 g di zuccheri solubili

0,4 g di proteine

0,2 g di fibre, di cui:

0,02 g di fibra solubile

0,2 g di fibra insolubile

Fra le vitamine e i minerali, 100 gr. di cocomero apportano:

280 mg di potassio

2 mg di fosforo

7 mg di calcio

3 mg di sodio

0,2 mg di ferro

8 mg di vitamina C

0,1 mg di niacina

0,02 mg di riboflavina

0,02 mg di tiamina

37 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

Esso è inoltre ricco di carotenoidi (in particolare beta-carotene e licopene) di composti fenolici, inclusi flavonoidi e di triterpenoidi (in particolare di cucurbitacina E).

 

Quando non mangiare il cocomero?

Non risultano interazioni alcune fra il suo consumo alimentare e l’azione di medicinali.

 

Stagionalità del cocomero

In Italia la sua stagione è limitata solo ai mesi di luglio e agosto.

 

Possibili benefici e controindicazioni del cocomero

Come i pomodori, il cocomero è uno dei frutti a più elevato contenuto di licopene, carotenoide dalle proprietà benefiche nei confronti dell’intero apparato cardiovascolare e – secondo alcune più recenti studi – anche delle ossa. Inoltre questo frutto è fonte di citrullina, un aminoacido che una volta immesso nell’organismo viene convertito in arginina: quest’ultima può promuovere la salute cardiovascolare. I composti fenolici di questo frutto forniscono invece una protezione antinfiammatoria e antiossidante; a quest’ultima funzione contribuisce anche la vitamina C, che è presente in abbondanti quantità abbondanti all’interno di questo frutto.

Non sono noti specifici rischi associati al suo consumo alimentare, in quanto esso è considerato un frutto poco allergenico e secondo la Shopper’s Guide to Pesticides 2015 dell’Environmental Working Group non è incluso all’interno dell’elenco dei prodotti più a rischio di contaminazione da pesticidi.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Corbezzolo

Corbezzolo

 

Che cos’è il corbezzolo?

Si tratta di un arbusto sempreverde tipico della macchia mediterranea che produce gli omonimi frutti tondeggianti e bitorzoluti (bacche grandi circa come ciliegie) con buccia spessa e polpa gialla, morbida e granulosa. Essi possono essere consumati freschi o in conserva (sotto forma di confetture, liquori, sciroppi). Molto rinomato e pregiato è il miele di corbezzolo, che si caratterizza per l’odore penetrante e pungente ed un retrogusto amaro. Questo arbusto, durante la fase autunnale, presenta i suoi fiori bianchi (che daranno i frutti l’anno successivo) in contemporanea ai frutti dell’anno in corso: così nella pianta si possono vedere nello stesso tempo fiori bianchi e frutti rossi che – unitamente al verde delle foglie – rendono questo arbusto molto caratteristico e facilmente distinguibile. Questa appartiene alla stessa famiglia dei mirtilli.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di corbezzoli apportano circa 76 calorie e contengono approssimativamente:

11 g di zuccheri

0,8 g di proteine

8 mg di vitamina C

 

Quando non mangiare il corbezzolo?

A oggi non sono note interazioni tra l’impiego di corbezzoli a scopo alimentare e l’assunzione di medicinali o altre sostanze ma – poiché le proprietà terapeutiche di questo prodotto sono diverse – nel caso in cui ci si stia sottoponendo ad una terapia farmacologica o si assumano altre sostanze (es. integratori o rimedi fitoterapici) è opportuno chiedere il parere del proprio medico prima di consumare un infuso a base di foglie di questo frutto.

 

Stagionalità del corbezzolo

La mat11 g di zuccheri

La maturazione e la raccolta avvengono tra novembre e dicembre. Non sono facilmente reperibili nei nostri mercati.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Sono buone fonti di pectina: questa sostanza ha proprietà gelificanti ed emollienti che sono utili per regolarizzare le funzioni intestinali; in caso di diarrea, la pectina aumenta la consistenza delle feci, mentre in presenza di stitichezza può aumentare la morbidezza della massa fecale e favorire il transito a livello intestinale.

Le sue proprietà terapeutiche sono racchiuse particolarmente nelle sue foglie, ricche di tannini (dall’azione astringente e anti-infiammatoria) e di fenoli (sostanze dall’azione antiossidante), che possono essere assimilate a mezzo di infusi a base di foglie essiccate. I fenoli esplicano la loro benefica azione con un’attività antinfiammatoria (soprattutto sul fegato, sulle biliari e sull’apparato circolatorio) e con un’attività antispasmodica sull’apparato digerente. Risultano altresì essere un buon diuretico e hanno funzioni antisettiche e antinfiammatorie sulle vie urinarie.

A oggi non sono accertate delle controindicazioni al suo impiego ma poiché le proprietà terapeutiche di tale prodotto sono diverse, nel caso in cui si stia seguendo una terapia farmacologica o si assumano altre sostanze (es. integratori o rimedi fitoterapici) è consigliabile chiedere il parere del proprio medico prima di consumare un infuso preparato con le foglie di questo frutto.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Corniole

Corniole

 

Che cosa sono le corniole?

Dal nome scientifico Cornus mas, è un arbusto originario dell’Europa continentale che si è diffuso anche in Italia. Con il termine “corniole” si indicano anche i suoi frutti, ovvero delle bacche di colore rosso dalla forma ovoidale simile a quella delle olive, che vengono raccolte nei mesi di settembre ed ottobre. Ricche di fruttosio e vitamina C, sono piuttosto succose e sono caratterizzate da un sapore acidulo. Possono essere consumate sia fresche che venir impiegate per preparare marmellate, liquori e vini.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di corniole apportano circa 150 calorie e contengono all’incirca:

37 g di carboidrati

27 g di zuccheri

4 g di proteine

13 mg di sodio

530 mg di potassio

108 mg di vitamina C

Le corniole contengono altresì numerosi minerali tra cui manganese, calcio, sodio, potassio e ferro.

 

Quando non mangiare le corniole?

Ad oggi non sono conosciute interazioni tra il loro consumo e l’assunzione di medicinali o altre sostanze ma poiché le proprietà terapeutiche di questo frutto sono numerose, nel caso in cui si stia seguendo una terapia farmacologica o si assumano altre sostanze (es. integratori o rimedi fitoterapici) è consigliabile chiedere il parere del proprio medico prima di consumarlo.

 

Stagionalità delle corniole

Vengono raccolte tra settembre e ottobre e non sono di facile reperibilità nei nostri mercati.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Una delle loro caratteristiche più rilevanti è il loro contenuto di vitamina C, vitamina conosciuta per la sua attività antiossidante che è in grado di fortificare il sistema immunitario, “ripulendo” l’organismo sia dalla presenza che dalla produzione di sostanze cancerogene; la vitamina C svolge altresì un ruolo di primaria importanza nel neutralizzare l’azione dannosa dei radicali liberi e nel rinforzare le difese della pelle. Questi frutti contengono anche discrete quantità di tannini – sostanze dalle proprietà astringenti e anti-infiammatorie – particolarmente indicati per soggetti che soffrono di diarrea e disturbi intestinali.

Le loro proprietà benefiche non sono racchiuse solo nel frutto ma anche nella corteccia, che contiene a sua volta numerose sostanze che possono essere assunte a mezzo di un decotto preparato con la corteccia stessa e che sono ad esempio utili per curare gli stati febbrili.

A oggi non sono note controindicazioni al loro consumo, ma poiché le proprietà terapeutiche di questo prodotto sono molteplici nel caso in cui si stia seguendo una terapia farmacologica o si assumano altre sostanze (es. integratori o rimedi fitoterapici) è sempre consigliabile chiedere consulto al proprio medico prima di consumare questo frutto.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Cozze

Cozze

 

Che cosa sono le cozze?

Si tratta di molluschi appartenenti alla famiglia delle Mytilidae. Ne esistono due specie piuttosto simili: la Mytilus edulis e la Mytilus galloprovincialis. In Italia sono molto abbondanti nel Mare Adriatico, anche se sono diffuse un po’ lungo tutte le coste della penisola.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali delle cozze?

100 gr. di cozze (Mytilus edulis, parte edibile) apportano circa 84 calorie ripartite come segue:

29% lipidi

15% carboidrati

56% proteine

 

In particolare, in 100 gr. di cozze sono presenti:

11,7 g di proteine

82,1 g di acqua

2,7 g di lipidi, di cui: 0,52 g di grassi saturi, 0,63 g di grassi monoinsaturi, 0,58 g di grassi polinsaturi (soprattutto omega 3) e 121 mg di colesterolo

tracce di vitamina C

320 mg di potassio

290 mg di sodio

236 mg di fosforo

88 mg di calcio

44 mg di magnesio

5,8 mg di ferro

2,2 mg di zinco

1,2 mg di rame

49 µg di selenio

2,8 g di glicogeno

0,3 g di zuccheri solubili

1,6 mg di niacina

0,16 mg di riboflavina

0,12 mg di tiamina

54 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

 

Quando non mangiare le cozze?

Non risultano esservi interazioni fra il consumo di cozze e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. Nel dubbio è bene chiedere consiglio al proprio medico.

 

Periodo di reperibilità delle cozze

Si riproducono prevalentemente in primavera e in estate.

 

Possibili benefici delle cozze

Questi molluschi proteggono la salute fornendo all’organismo degli importanti minerali. In particolare, il selenio può favorire un corretto funzionamento del sistema immunitario e agisce come antiossidante. Anche la vitamina C coadiuva a migliorare le difese antiossidanti e partecipa alla sintesi del collagene. La riboflavina, invece, esercita un ruolo nel regolare l’umore, partecipa alla comunicazione fra cellule nervose e favorisceun buon utilizzo del ferro. Le cozze sono infine una fonte di omega 3, acidi grassi alleati della salute (in particolare di arterie e cuore).

 

Possibili controindicazioni delle cozze

Questi molluschi sono tuttavia ricchi di sodio e di colesterolo, entrambi nemici della salute cardiovascolare. Per tale motivo è opportuno evitarne un elevato consumo, soprattutto se sono già presenti problemi di colesterolo.

Possono essere causa di intolleranze alimentari. Il loro contenuto in mercurio è basso, ma possono essere contaminate da altri agenti inquinanti.

 

Disclaimer

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Crescione d’acqua

Crescione d’acqua

 

Che cos’è il crescione d’acqua?

Si tratta di una pianta acquatica perenne (Nasturtium officinale) che fa parte della famiglia delle Brassicaceae. Le sue foglie dal gusto pepato sono impiegate, sin dall’antichità, sia in cucina che a scopo medicinale.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 gr. di crescione crudo apportano circa 11 calorie e:

2,30 g di proteine

95,11 g di acqua

0,10 g di lipidi, fra cui 0,027 g di acidi grassi saturi, 0,008 g di acidi grassi monoinsaturi e 0,035 g di acidi grassi polinsaturi

1,29 g di carboidrati, fra cui 0,5 g di fibre e 0,20 g di zuccheri

3.191 UI di vitamina A

250 µg di vitamina K

9 µg di folati

330 mg di potassio

120 mg di calcio

60 mg di fosforo

41 mg di sodio

21 mg di magnesio

0,244 mg di manganese

0,20 mg di ferro

0,11 mg di zinco

0,077 mg di rame

0,9 µg di selenio

43,0 mg di vitamina C

1,00 mg di vitamina E

0,310 mg di acido pantotenico

0,200 mg di niacina

0,129 mg di vitamina B6

0,120 mg di riboflavina

0,090 mg di tiamina

 

E’ una fonte di luteina/zeaxantina, di beta-carotene, e di numerosi fitonutrienti, fra cui gli isotiocianati.

 

Quando non mangiare il crescione?

Il suo impiego può interferire con l’assunzione di litio, clorzoxazone e warfarin. Nel dubbio, è opportuno chiedere consiglio al proprio medico.

 

Stagionalità del crescione

Sia le foglie che i rametti di crescione vengono raccolti in estate per essere quindi consumati freschi.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il suo regolare consumo è stato associato alla prevenzione dell’anemia, dell’osteoporosi e della carenza di vitamina A; pare inoltre poter proteggere dalle malattie cardiovascolari e dal cancro. Nello specifico, la gluconasturtiina presente al suo interno sarebbe convertita all’interno dell’organismo in una molecola dalle proprietà antitumorali.

Quest’erba aromatica è altresì una fonte di antiossidanti a basso contenuto di calorie e di grassi. Il crescione può contribuire anche ad una buona coagulazione e al mantenimento in buona salute dei neuroni grazie alla sua vitamina K, a garantire un buon metabolismo grazie alle vitamine del gruppo B e a proteggere ossa e denti con calcio, fosforo e magnesio nonché il cuore tramite il potassio.

Il suo impiego può essere controindicato in caso di ulcere gastrointestinali e di malattie renali.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Cumino dei prati

Cumino dei prati

 

Che cos’è il cumino dei prati?

Il cumino dei prati (Carum carvi) è una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Umbrelliferae. Il cumino dei prati è una fonte di oli essenziali e i suoi semi vengono impiegati come spezia.

 

Che proprietà nutrizionali ha il cumino dei prati?

100 g di cumino dei prati apportano:

333 calorie (circa)

9,87 g di acqua

19,77 g di proteine

14,59 g di lipidi, tra cui 0,620 g di acidi grassi saturi, 7,125 g di acidi grassi monoinsaturi e 3,272 g di acidi grassi polinsaturi

49,90 g di carboidrati, tra cui 0,64 g di zuccheri e 38,0 g di fibre

363 UI di vitamina A

121,0 mg di vitamina C

3,606 mg di niacina

2,50 mg di vitamina E

0,383 mg di tiamina

0,379 mg di riboflavina

0,360 mg di vitamina B6

10 µg di folati

1.351 mg di potassio

689 mg di calcio

568 mg di fosforo

258 mg di magnesio

17 mg di sodio

16,23 mg di ferro

5,5 mg di zinco

1,300 mg di manganese

0,910 mg di rame

 

Possibili effetti collaterali del cumino dei prati

È possibile che l’assunzione di cumino dei prati interferisca con il consumo di litio, farmaci metabolizzati dal fegato, antidiabetici, diuretici, sedativi e altri medicinali. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

Stagionalità del cumino dei prati

Il cumino dei prati è disponibile sul mercato tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il cumino dei prati viene utilizzato nella medicina tradizionale come rimedio alla flatulenza, all’indigestione, alle coliche nei bambini, all’indolenzimento muscolare, al raffreddore, alla bronchite e alla sindrome del colon irritabile. Inoltre viene impiegato dall’industria farmaceutica come ingrediente per collutori. I suoi oli essenziali, infatti, hanno proprietà carminative e digestive. Inoltre si tratta di molecole dall’azione antiossidante che si vanno ad aggiungere agli altri antiossidanti presenti al suo interno. È possibile, quindi, che il cumino dei prati aiuti a proteggere l’organismo dalle conseguenze dello stress ossidativo.

Dal punto di vista nutrizionale rappresenta una fonte di fibre alleate della salute intestinale e di quella cardiometabolica, di rame e ferro richiesti per la produzione dei globuli rossi, di calcio, fosforo e magnesio alleati di ossa e denti e di potassio e grassi polinsaturi, preziosi per la salute cardiovascolare. Infine, il cumino dei prati fornisce vitamine e minerali che favoriscono il buon funzionamento del metabolismo.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Daikon

Daikon

 

Che cos’è il daikon?

Il daikon, chiamato anche ravanello cinese, giapponese o invernale, è una varietà di ravanello (Raphanus sativus var. longipinnatus) che ha origini nell’Asia dell’Est. Avendo un sapore più delicato rispetto a quello dei ravanelli, dal punto di vista culinario viene considerato un ortaggio più versatile.

Che proprietà nutrizionali ha il daikon?

100 g di daikon crudo apportano:

75 Calorie (circa)

94,62 g di acqua

0,60 g di proteine

0,10 g di lipidi, fra cui: 0,030 g di grassi saturi, 0,017 g di grassi monoinsaturi e 0,045 g di grassi polinsaturi

2,50 g di zuccheri

1,6 g di fibre

22 mg di vitamina C

7,31 mg di colina

0,200 mg di niacina

0,148 mg di acido pantotenico

0,089 mg di betaina

0,046 mg di vitamina B6

0,020 mg di tiamina

0,020 mg di riboflavina

28 µg di folati

0,3 µg di vitamina K

227 mg di potassio

27 mg di calcio

23 mg di fosforo

21 mg di sodio

16 mg di magnesio

0,40 mg di ferro

0,15 mg di zinco

0,118 mg di rame

0, 029 mg di manganese

0,71 µg di selenio

 

Possibili effetti collaterali del daikon

Non risulta che il consumo di daikon interferisca con l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità del daikon

Il daikon è un ortaggio tipico della stagione invernale.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il consumo di daikon aiuta nella riduzione dei grassi saturi e del colesterolo introdotti con l’alimentazione. Ricco di fibre, questo alimento stimola la buona funzionalità dell’intestino, facilitando la sua regolarità e contribuendo a diminuire il rischio di cancro al colon. Le fibre possono anche contribuire al controllo sull’assorbimento di colesterolo e zuccheri. Il daikon, inoltre, rappresenta una fonte di sostanze antiossidanti (in particolare vitamina C e selenio), di vitamine del gruppo B (alleate del metabolismo e, nel caso dei folati, dello sviluppo del sistema nervoso durante la gravidanza), di potassio (alleato della salute cardiovascolare) e di rame. Quest’ultimo viene richiesto, insieme al ferro, per la produzione di globuli rossi e contribuisce, insieme alla vitamina C, a mantenere in salute i tessuti connettivi.

Il daikon può contenere delle molecole di origine vegetale chiamate goitrogeni che possono compromettere il buon funzionamento della tiroide.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Dentice

Dentice

 

Che cos’è il dentice?

Il dentice (Dentex dentex) è un pesce d’acqua salata che appartiene alla famiglia Sparidae. Tipico sia dei fondali rocciosi che di quelli sabbiosi, è particolarmente diffuso nel Mar Mediterraneo, ma si trova anche nell’Oceano Atlantico.

 

Che proprietà nutrizionali ha il dentice?

100 g di dentice crudo (parte commestibile) apportano:

100 Calorie (circa) suddivise in 66% di proteine, 31% di lipidi, 3% di carboidrati

76,87 g di acqua

20,51 g di proteine

1,34 g di lipidi, di cui: 0,285 g di grassi saturi, 0,251 g di grassi monoinsaturi, 0,459 g di grassi polinsaturi (fra cui 380 mg di omega 3 e 19 mg di omega 6)

37 mg di colesterolo

4,00 g di carboidrati

1,6 mg di vitamina C

0,96 mg di vitamina E

0,400 mg di vitamina B6

0,284 mg di niacina

0,046 mg di tiamina

0,003 mg di riboflavina

408 UI di vitamina D

106 UI di vitamina A

5 µg di folati

3 µg di vitamina B12

0,1 µg di vitamina K

417 mg di potassio

198 mg di fosforo

64 mg di sodio

32 mg di magnesio

32 mg di calcio

0,36 mg di zinco

0,18 mg di ferro

38,21 µg di selenio

 

Possibili effetti collaterali del dentice

Non si ha notifica di un’eventuale interazione tra il consumo di dentice e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità del dentice

Il dentice viene pescato tutto l’anno, ma il periodo migliore è quello che va da ottobre a marzo.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il dentice ha delle caratteristiche nutrizionali che lo rendono un alleato della salute cardiovascolare: povero di grassi saturi, è una fonte di omega 3, lipidi considerati buoni per la salute di cuore e arterie; importante anche per il suo apporto di potassio, che è un minerale che contribuisce al controllo della frequenza cardiaca e della pressione, aiutando la riduzione del rischio cardiovascolare. Tuttavia, essendo purtroppo anche fonte di colesterolo, non è consigliabile consumarlo in quantità eccessive.

Tra le altre qualità positive del dentice si rileva il suo apporto di dosi apprezzabili di selenio (un contributo alle difese antiossidanti dell’organismo), fosforo (importante per la salute di ossa e denti), vitamina A (particolarmente importante per la vista e per il sistema immunitario), vitamine del gruppo B (fondamentali per diversi processi metabolici) e vitamina D (anch’essa importante per la salute delle ossa).

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Dragoncello

Dragoncello

 

Che cos’è il dragoncello?

Il dragoncello (Artemisia dracunculus sativa) è un’erba aromatica con probabili origini in Siberia, che appartiene alla famiglia delle Asteraceae.

 

Che proprietà nutrizionali ha il dragoncello?

Un cucchiaio di foglie di dragoncello essiccate (circa 1,8 g) apporta:

5 Calorie, circa

0,14 g di acqua

0,41 g di proteine

0,13 g di lipidi, fra cui 0,034 g di acidi grassi saturi, 0,009 g di acidi grassi monoinsaturi e 0,067 g di acidi grassi polinsaturi

0,90 g di carboidrati

0,1 g di fibre

76 UI di vitamina A

0,9 mg di vitamina C

0,161 mg di niacina

0,043 mg di vitamina B6

0,024 mg di riboflavina

0,005 mg di tiamina

5 µg di folati

1 mg di sodio

54 mg di potassio

21 mg di calcio

6 mg di magnesio

6 mg di fosforo

0,58 mg di ferro

0,143 mg di manganese

0,07 mg di zinco

0,012 mg di rame

Il dragoncello è una fonte di polifenoli, mentre il suo olio essenziale è una fonte di estragolo.

 

Possibili effetti collaterali del dragoncello

Non ci sono notifiche di eventuali interazioni tra l’assunzione di dragoncello e il consumo di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

Stagionalità del dragoncello

Il dragoncello è disponibile sul mercato tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Il dragoncello viene impiegato in varie medicine tradizionali come stimolante dell’appetito e rimedio contro anoressia, dispesia, flatulenza e singhiozzo. I suoi infusi vengono invece utilizzati per contrastare l’insonnia e il suo olio essenziale è impiegato come anestetico locale e antisettico in ambito odontoiatrico.

Secondo gli studi scientifici sembra che i composti polifenolici presenti nel dragoncello contribuiscano a diminuire i livelli di zuccheri nel sangue. Inoltre quest’erba apporta una buona dose di antiossidanti e sembra che agisca come un anticoagulante; in virtù delle sue proprietà, considerando anche il suo apporto di potassio, il dragoncello può essere valutato come un potenziale alleato della salute cardiovascolare.

L’estragolo presente nell’olio essenziale di dragoncello può causare irritazioni alla pelle. Questa molecola e il suo metabolita potrebbero inoltre provocare tumori al fegato. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Durian o durione

Durian o durione

 

Che cos’è il durian?

Il durian (in italiano noto anche come “durione”) è il frutto del Durio zibethinus, specie della famiglia delle Malvaceae. Il durian è originario delle foreste del Brunei, dell’Indonesia e della Malesia, ed è noto per il suo sapore delizioso combinato, però, con un odore molto intenso e fastidioso.

 

Che proprietà nutrizionali ha il durian?

100 g di durian apportano:

147 Calorie, circa

1,47 g di proteine

5,33 g di lipidi

27,09 g di carboidrati

3,8 g di fibra

19,7 mg di vitamina C

1,074 mg di niacina

0,374 mg di tiamina

0,316 mg di piridossina

0,230 mg di acido pantotenico

0,200 mg di riboflavina

36 µg di folati

3,5 µg di vitamina K

44 UI di vitamina A

436 mg di potassio

39 mg di fosforo

30 mg di magnesio

6 mg di calcio

2 mg di sodio

0,43 mg di ferro

0,325 mg di manganese

0,28 mg di zinco

0,207 mg di rame

Il durian è fonte di alfa-carotene (6 µg in 100 g) e beta-carotene (23 µg in 100 g).

 

Possibili effetti collaterali del durian

Il durian può avere effetto sui livelli di zuccheri nel sangue e aumentare la pressione. In considerazione di questi rischi è bene consumarlo con cautela da parte di chi assume farmaci che possono influenzare la glicemia (in particolare l’insulina e gli ipoglicemizzanti orali) o la pressione sanguigna. Inoltre è possibile che il durian interferisca con antibiotici, farmaci per ridurre i lipidi nel sangue e alcol.

 

Stagionalità del durian

Il durian è disponibile nel periodo compreso tra giugno e agosto.

 

Possibili benefici e controindicazioni del durian

Il durian è ricco di fibre che agiscono come lassativo e che contribuiscono a proteggere il colon dall’azione di sostanze cancerogene. Inoltre, apporta una buona dose di antiossidanti (come la vitamina C, che contribuisce al buon funzionamento del sistema immunitario e a contrastare i radicali liberi) e di vitamine del gruppo B (fondamentali per garantire buone funzioni metaboliche). Tra i minerali che contiene ci sono il manganese, che è un cofattore per l’enzima antiossidante superossido dismutasi, e rame e ferro, che sono richiesti per la produzione dei globuli rossi. Il durian contiene anche il potassio che invece contribuisce alla protezione della salute cardiovascolare, esercitando un controllo sulla frequenza cardiaca e sulla pressione. Infine, nel durian sono presenti livelli elevati di triptofano, aminoacido essenziale utilizzato nella sintesi di serotonina e melatonina, molecole coinvolte, rispettivamente, nella regolazione dell’umore e in quella del sonno.

 

Disclaimer

Le seguenti informazioni rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Erba cipollina

Erba cipollina

 

Che cos’è l’erba cipollina?

L’erba cipollina (Allium schoenoprasum) è una pianta aromatica che appartiene alla famiglia delle Liliaceae, al genere Allium e alla classe Lioliopsida. Si trova diffusa principalmente in Europa e nel Nord America; in Italia è presente soprattutto nelle Alpi e negli Appennini settentrionali.

 

Che proprietà nutrizionali ha l’erba cipollina?

100 g di erba cipollina apportano:

30 Calorie

90,65 g di acqua

14,31 g di proteine

0,73 g di lipidi

2,5 g di fibre

4,35 g di carboidrati

Fra le vitamine e i minerali, 100 g di erba cipollina apportano:

105 µg di folati

218 µg di vitamina A (retinolo equivalente)

3,86 mg di vitamina B1

0,37 mg di vitamina B2

0,13 mg di vitamina B6

0,07 mg di tiamina

0,11 mg di riboflavina

0,64 mg di niacina

58,1 mg di vitamina C

0,21 mg di vitamina E

212,7 µg di vitamina K

1,60 mg di ferro

92 mg di calcio

58 mg di fosforo

42 mg di magnesio

296 mg di potassio

3 mg di sodio

0,56 mg di zinco

 

Possibili effetti collaterali dell’erba cipollina

Non si hanno notifiche riguardo a eventuali interazioni tra l’assunzione di erba cipollina e il consumo di farmaci o di altre sostanze. È consigliabile chiedere informazioni al proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità dell’erba cipollina

La maturazione dell’erba cipollina si ha nel periodo tra aprile e maggio.

 

Possibili benefici e controindicazioni dell’erba cipollina

L’erba cipollina è un alimento ipocalorico, con pochi grassi ma molte vitamine e molti minerali. In particolare, ha un elevato contenuto di vitamina C, che in virtù delle sue proprietà antiossidanti, potenzia le difese immunitarie dell’organismo. L’alta quantità di potassio in essa contenuto, inoltre, contribuisce a mantenere sotto controllo la pressione sanguigna. La pianta è anche ricca di fibre, che favoriscono il funzionamento dell’intestino, contrastano la stitichezza e facilitano il regolare assorbimento di colesterolo e zuccheri, contribuendo a contrastare l’ipercolesterolemia e l’ipoglicemia. Nell’erba cipollina sono presenti anche folati, che stimolano il corretto sviluppo del sistema nervoso durante la gravidanza. Infine, contiene la vitamina K, che promuove una buona coagulazione del sangue.

Il consumo di erba cipollina non provoca, solitamente, effetti collaterali. Tuttavia, esiste la possibilità che provochi l’irritazione dello stomaco, se consumata in quantità eccessive.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Fagioli

Fagioli

 

Che cosa sono i fagioli?

I fagioli (Phaseolus vulgaris) sono i semi di una pianta erbacea che appartiene alla famiglia delle Leguminose Papillionacee. Esistono moltissime tipologie di fagiolo: si suppone che siano più di 500. In Italia le varietà più comuni sono il fagiolo borlotto e il cannellino, consumate in tutto il territorio nazionale, nonostante vengano affiancate in molte cucine regionali da varietà di fagioli tipiche di alcune zone della penisola come i fagioli all’occhio, i fagioli neri, i fagioli zolfini (tipici della Toscana), i fagioli Lamon (che provengono dal Veneto).

 

Che proprietà nutrizionali hanno i fagioli?

100 grammi di fagioli cotti (bolliti in acqua distillata senza aggiunta di sale e scolati) apportano circa 102 Calorie, suddivise in 31% di proteine, 6% di lipidi, 63% di carboidrati

 

In particolare, 100 grammi di fagioli (bolliti in acqua distillata senza aggiunta di sale e scolati) contengono circa:

70 g di acqua

7,9 g di proteine

0,7 g di lipidi

17 g di carboidrati

14,4 g di amido

1,2 g di zuccheri solubili

7,8 g di fibra totale (fibra solubile 1,05 g e fibra insolubile 6.78 g)

2 mg di ferro

0,2 mg di zinco

1,4 µg di selenio

Possibili effetti collaterali dei fagioli

Non esistono a oggi testimonianze di condizioni in cui il consumo di fagioli potrebbe interferire con farmaci o altre sostanze.

Stagionalità dei fagioli

I fagioli freschi si raccolgono in estate, ma sono presenti nei supermercati durante tutto l’anno in quanto il loro consumo avviene anche previa essiccazione. I fagioli vengono inoltre venduti in barattolo, quindi utilizzati già lessati.

 

Possibili benefici e controindicazioni dei fagioli

Come tutti i legumi, i fagioli hanno diverse proprietà benefiche. Tra le caratteristiche principali la più considerevole è sicuramente il loro elevato contenuto di fibre, che favorisce il funzionamento dell’intestino e comporta un senso di sazietà. I fagioli contengono anche la lecitina che viene considerata un valido aiuto per contrastare l’eccesso di colesterolo nel sangue: l’azione di questa sostanza, infatti, consiste nello sciogliere i lipidi impedendone il deposito nel sangue. Alcuni studi sostengono che i fagioli potrebbero essere un valido aiuto contro l’aterosclerosi, ma questa proprietà deve essere ancora scientificamente convalidata. Inoltre nei fagioli sono contenute discrete quantità di calcio, fosforo, potassio e ferro, anche se i dati possono variare notevolmente da varietà a varietà. Infine, sembra che i baccelli di fagiolo abbiano proprietà diuretiche e antidiabetiche.

Non si ha nota di controindicazioni al loro consumo, eccetto casi di allergie specifici. Tuttavia, come nel caso di tutti gli altri legumi, è consigliabile non consumare troppi fagioli in caso di predisposizione a problemi intestinali, come la colite, che potrebbero peggiorare con l’assunzione di questo alimento.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Fagiolini

Fagiolini

 

Che cosa sono i fagiolini?

I fagiolini, chiamati anche cornetti, sono i baccelli non maturi del Phaseolus vulgaris, una specie che appartiene alla famiglia delle Fabaceae.

 

Che proprietà nutrizionali hanno i fagiolini?

100 g di fagiolini apportano:

31 Calorie

7,13 g di carboidrati

1,82 g di proteine

0,34 g di lipidi

3,4 g di fibre

16,3 mg di vitamina C

0,752 mg di niacina

0,105 mg di riboflavina

0,094 mg di acido pantotenico

0,084 mg di tiamina

0,074 mg di piridossina

690 UI di vitamina A

37 µg di folati

14,4 µg di vitamina K

209 mg di potassio

38 mg di fosforo

37 mg di calcio

25 mg di magnesio

6 mg di sodio

1,04 mg di ferro

0,24 mg di zinco

0,214 mg di manganese

In 100 g di fagiolini sono presenti 69 µg di alfa-carotene, 379 µg di beta-carotene e 640 µg di luteina e zeaxantina.

 

Possibili effetti collaterali dei fagiolini

Non si ha evidenza di possibili interazioni tra il consumo di fagiolini e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. È consigliabile consultare il proprio medico in caso di dubbi.

 

Stagionalità dei fagiolini

In Italia i fagiolini sono disponibili nella stagione che inizia a maggio e termina a settembre.

 

Possibili benefici e controindicazioni dei fagiolini

Le fibre dei fagiolini promuovono la buona funzionalità dell’intestino e contribuiscono a proteggerlo da sostanze potenzialmente dannose, diminuendo così il rischio di cancro; è possibile, inoltre, che contribuiscano a ridurre l’assorbimento di colesterolo e zuccheri, aiutando così a tenere sotto controllo glicemia e colesterolemia.

Le vitamine A e C, luteina, zeaxantina e i caroteni contribuiscono a proteggere l’organismo dai radicali liberi e dalle specie reattive dell’ossigeno. In special modo la zeaxantina agisce nella retina, proteggendo dalla degenerazione maculare senile. Folati e vitamina B12 partecipano alla sintesi del DNA e alla divisione cellulare; inoltre i primi contribuiscono a ridurre il rischio di gravi alterazioni nello sviluppo del sistema nervoso del feto. Le altre vitamine del gruppo B contribuiscono invece ad assicurare il buon funzionamento del metabolismo, e la vitamina C favorisce buone difese contro gli agenti infettivi.

Fra i minerali contenuti, il potassio stimola la buona salute cardiovascolare e il manganese è un aiuto per il buon funzionamento delle armi antiossidanti dell’organismo.

I fagiolini rappresentano anche una fonte di acido ossalico, sostanza che può facilitare la formazione di calcoli.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Farine di grano tenero semi integrale e integrale

Farine di grano tenero semi integrale e integrale

 

Che cosa sono le farine di grano tenero semi-integrale e integrale?

La farina di grano tenero è il prodotto derivato dalla macinazione del frumento (grano) tenero (Triticum aestivum). Questa farina è la più utilizzata e comune a livello commerciale e ne esistono diverse tipologie, più o meno lavorate.

Nella farina integrale sono contenute tutte le parti del chicco, che vengono invece eliminate nelle farine più raffinate. È la farina che veniva impiegata esclusivamente fino ad alcuni decenni fa, prima che si scoprisse che l’estrema lavorazione della farina avesse come conseguenza la realizzazione di un prodotto più sottile con il quale ottenere un pane più soffice e più bianco.

 

Nella farina semi-integrale, chiamata anche “farina tipo 2”, sono contenute quasi tutte le parti del chicco di frumento.

Le altre farine sono: la “farina tipo 00” (la più lavorata, con la grana più fine; è il prodotto derivato dalla macinazione del chicco di grano di cui si eliminano sia il germe – ricco di vitamine e minerali – che la crusca – ricca di fibre); la “farina tipo 0” (meno raffinata della precedente, in cui è presente una piccolissima percentuale di crusca); la “farina tipo 1” (meno raffinata del tipo 0, contiene una maggiore percentuale di crusca).

Che proprietà nutrizionali hanno le farine di grano tenero semi integrale e integrale?

La farina di grano tenero integrale è quella più completa dal punto di vista nutrizionale poiché è l’unica che conserva le fibre e i minerali presenti nel chicco di frumento da cui deriva; anche la farina 2 o semi-integrale, poco più raffinata di quella integrale, mantiene buone caratteristiche nutrizionali.

 

100 grammi di farina di grano tenero integrale sviluppano 319 Calorie e contengono approssimativamente:

13,5 g di acqua

12 g di proteine

1,9 g di lipidi

68 g di carboidrati

60 g di amido

2,1 g di zuccheri

8,4 g di fibre

3 mg di sodio

337 mg di potassio

3 mg di ferro

28 mg di calcio

300 mg di fosforo

0,4 mg di vitamina B1 o Tiamina

0,16 mg di vitamina B2 o Riboflavina

5 mg di vitamina B3 o Niacina

0,4 mg di vitamina E

 

Possibili effetti collaterali delle farine di grano tenero semi-integrale e integrale

A oggi non si ha evidenza di eventuali interazioni tra il consumo di farina di frumento tenero e l’assunzione di farmaci o altre sostanze. Tuttavia, gli alimenti prodotti con farina di frumento tenero contengono glutine, per cui non possono essere consumati da soggetti celiaci o con intolleranza al glutine.

 

Quando è possibile reperire le farine di grano tenero semi-integrale e integrale

Le farine di frumento semi-integrale e integrale sono disponibili sul mercato tutto l’anno.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Le farine di frumento tenero semi-integrale e integrale sono molto energetiche e forniscono un lento rilascio di glucosio nel sangue assicurando all’organismo energia a lungo termine. Gli alimenti a base di farina integrale e semi-integrale contribuiscono, inoltre, alla regolarizzazione dell’attività intestinale: a differenza delle tipologie di farina di grano tenero più raffinate, infatti, nelle farine integrali e semi-integrali sono presenti quantitativi di fibre decisamente maggiori e la maggior parte sono fibre insolubili, ovvero quelle più adatte a favorire la funzionalità intestinale in quanto riducono il tempo di transito intestinale e aumentano la massa fecale.

Pertanto, dal punto di vista nutrizionale è consigliabile consumare la farina integrale o quella semi-integrale perché contengono percentuali più alte di fibre e minerali.

Non si ha nota di particolari controindicazioni al consumo: è bene ricordare, però, che in queste farine è contenuto il glutine, per cui non possono essere consumate da soggetti con intolleranza al glutine o con celiachia. Se consumate in grandi quantità e/o se la loro assunzione è prolungata nel tempo, queste farine possono risultare lassative: i soggetti con tendenza a disturbi intestinali come la colite, quindi, devono prestare particolare attenzione.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.