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Prevenzione del tumore alla prostata, cosa c’è da sapere

Il mese di novembre è dedicato alla prevenzione al maschile e rappresenta un’occasione importante per sensibilizzare sull’importanza dei controlli periodici.

Il tumore della prostata è il tumore più comune tra gli uomini, ma oggi la diagnosi precoce può fare la differenza. Il nostro corpo da dei segnali ai quali bisogna fare attenzione, la partecipazione agli screening, diventa fondamentale.

A parlarne è il dott. Antonio Salvaggio, responsabile dell’Unità Operativa di Urologia di Humanitas Istituto Clinico Catanese, che invita a non trascurare i controlli periodici e a conoscere i fattori di rischio principali.


Conoscere e prevenire il tumore della prostata

«Il tumore della prostata è una patologia molto diffusa, che nella maggior parte dei casi si evolve lentamente e può essere affrontata e curata con ottimi risultati. Diventa fondamentale una diagnosi precoce», spiega il dott. Salvaggio. Il rischio naturalmente aumenta con l’avanzare dell’età: dopo i 50 anni la probabilità di svilupparlo cresce sensibilmente, ed è per questo che la prevenzione inizia intorno ai 40 anni e deve essere una costante fino ai 70.

Tra le analisi da effettuare sicuramente va annoverata la misurazione del PSA (antigene prostatico specifico), un semplice esame del sangue che permette di monitorare eventuali alterazioni della ghiandola prostatica, come racconta il responsabile dell’Urologia di Humanitas Istituto Clinico Catanese: «È un controllo che ogni uomo dovrebbe inserire nella propria routine di salute, perché ci consente di intervenire in tempo, prima che compaiano i sintomi».

I sintomi da non ignorare

Nelle fasi iniziali, il tumore della prostata è spesso asintomatico, ma quando la malattia progredisce possono comparire disturbi specifici. Tra questi: difficoltà a urinare, soprattutto a iniziare la minzione, bisogno di urinare frequentemente, dolore o bruciore durante la minzione, presenza di sangue nelle urine o nello sperma, e la sensazione di svuotamento incompleto della vescica.

«Di fronte a uno di questi sintomi è importante rivolgersi subito allo specialista – avverte il dott. Salvaggio – perché una visita tempestiva diventa cruciale».


L’importanza della familiarità

Altro fattore di rischio quello della familiarità: la probabilità di sviluppare la malattia aumenta se in famiglia ci sono stati uno o più casi di tumore prostatico. In questi casi, è consigliabile anticipare i controlli a partire dai 40 anni e valutare l’opportunità di approfondire con test specifici.


Un invito alla prevenzione

Prevenire significa anche adottare uno stile di vita sano, mantenere il peso sotto controllo e seguire una dieta equilibrata, limitando i grassi saturi di origine animale. «La prevenzione resta la nostra migliore arma – conclude il dott. Salvaggio – perché ci permette di diagnosticare la malattia in fase precoce e offrire ai pazienti cure efficaci e personalizzate».

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