Lesione del legamento crociato anteriore

Il legamento crociato anteriore è uno dei legamenti dell’articolazione del ginocchio. È detto crociato proprio perché si interseca con il legamento crociato posteriore, stabilizzando il ginocchio ed evitando che la tibia si sposti in avanti rispetto alla rotula e al femore.

I legamenti sono formati da un tessuto fibroso molto resistente; quello anteriore in particolare è costituito da due fasci, uno antero-mediale più voluminoso e uno postero-laterale più piccolo.

Quali sono le cause della lesione del legamento crociato anteriore?

La lesione del crociato anteriore (totale o parziale) è uno dei traumi più comuni tra gli sportivi, sia professionisti, sia amatori; in particolare, nello sci e nel calcio la lesione è dovuta a traumi distorsivi o sollecitazioni che provocano rotazioni forzate del ginocchio o una sua eccessiva estensione con conseguente rottura.

L’entità e il tipo di lesione sono legati al tipo di trauma e alla sua intensità, per cui potremmo avere una lesione parziale o totale. Talvolta però si associano alla lesione del legamento crociato anteriore anche il danneggiamento di altre strutture dell’articolazione come la cartilagine, i menischi, i legamenti collaterali e il legamento crociato posteriore.

Per prevenire lesioni durante l’attività fisica, l’unica soluzione, oltre a prestare attenzione, è mantenere i muscoli delle gambe ben allenati perché contribuiscono alla stabilità del ginocchio.

Quali sono i sintomi della lesione acuta del legamento crociato anteriore?

Dolore, gonfiore e difficoltà a muovere l’articolazione sono i sintomi principali. Al momento della lesione o rottura del legamento crociato anteriore, il paziente sente il ginocchio cedere e non sorreggere più il peso del corpo, e ha la sensazione che qualcosa si sia rotto.

Solitamente dolore e gonfiore si risolvono in circa due settimane, dopo il riposo e l’utilizzo di ghiaccio e antidolorifici, ma permane l’instabilità che non permette al paziente di ritornare subito alla pratica sportiva.

Diagnosi

La diagnosi di lesione del legamento crociato anteriore è soprattutto clinica, quindi è indispensabile effettuare una visita specialistica. In corso di visita lo specialista prescriverà poi, oltre alle classiche radiografie, utili per riscontrare eventuali fratture ossee correlate, anche una risonanza magnetica, che rappresenta l’esame di prima scelta per la valutazione delle lesioni legamentose, cartilaginee e meniscali.

Trattamenti

In base al tipo di lesione riscontrata, lo specialista valuterà che tipo di cura effettuare, se conservativa o chirurgica. La scelta del trattamento dipenderà anche da fattori come l’età, la richiesta funzionale e lo stile di vita del paziente.

In presenza di una lesione del crociato anteriore è possibile proseguire con le normali attività di vita quotidiana, evitando però di praticare attività sportive. Se la lesione è parziale talvolta è possibile preferire un trattamento di tipo conservativo, evitando così l’intervento chirurgico, rinforzando i muscoli della coscia – con una ginnastica apposita – per stabilizzare maggiormente l’articolazione. Una lesione totale non riparata, invece, espone l’articolazione al rischio di nuove distorsioni con conseguente rischio di lesione anche ai menischi o alla cartilagine e allo sviluppo di un’artrosi precoce. Per questo motivo il trattamento chirurgico viene proposto a tutti i pazienti giovani.

La ricostruzione chirurgica del legamento crociato

Con l’intervento chirurgico di riparazione è possibile ricostruire il legamento leso con un tessuto sostitutivo, che può essere sia un tessuto prelevato da un tendine dello stesso paziente o, più raramente, di un tessuto prelevato da un donatore (allotrapianto). In quest’ultimo caso, sebbene sia definito “allotrapianto”, si parla comunque di innesto: non vi è pertanto rischio di rigetto.

L’intervento chirurgico si esegue con la tecnica artroscopica, una procedura mini-invasiva che grazie all’uso dell’artroscopio permette al medico di vedere tutte le strutture articolari che compongono il ginocchio (la tecnica a cielo aperto non si utilizza più se non per riparare altre strutture esterne al ginocchio, come nel caso della ricostruzione dei legamenti collaterali o di gravi lesioni della capsula articolare).

L’intervento si esegue in anestesia loco-regionale e comprende cinque fasi:

  • Il prelievo del tessuto da utilizzare come neo-legamento (tendini del muscolo gracile e semitendinoso attraverso piccola incisione sulla tibia, oppure prelievo della parte centrale del tendine rotuleo);
  • Artroscopia diagnostica durante la quale vengono trattate eventuali lesioni associate;
  • La realizzazione di tunnel ossei nel femore e nella tibia per inserire il nuovo legamento;
  • L’inserimento del nuovo legamento all’interno dell’articolazione;
  • La fissazione del neo-legamento;

 

La riabilitazione post operatoria

Per un recupero funzionale completo del ginocchio è fondamentale la riabilitazione post operatoria.

Il programma riabilitativo, scelto dallo specialista in base a ogni paziente, cambia a seconda della tecnica chirurgica utilizzata. In ogni caso si baserà su una serie di esercizi che permettono un recupero completo della mobilità e del tono muscolare della gamba.