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Magnesio

Cos’è il magnesio?

Il magnesio è considerato, grazie alla sua ampia disponibilità nell’organismo, un macroelemento. La quantità presente nell’adulto è dai 20 ai 28 grammi. Nello scheletro possiamo trovarne il 50-60%, nei tessuti molli il 39% ed appena l’1% nel sangue. Una quantità dai 0,75 ai 0,95 mmol/L di questo minerale è ritenuta regolare.

 

A cosa serve il magnesio?

Il magnesio è parte attiva in molte reazioni che hanno luogo nelle cellule. Esso partecipa all’azione degli enzimi, per cui riveste un ruolo fondamentale nella sintesi proteica, nella funzionalità di muscoli e nervi, nel controllo della pressione sanguigna e della glicemia.

Inoltre esso permette la produzione di energia ed i processi di glicolisi e di fosforilazione ossidativa, interviene nella formazione e nella crescita dello scheletro e nella sintesi di DNA, RNA e glutatione. Grazie anche a questo minerale, inoltre, è garantito il trasporto di calcio e potassio tramite le membrane cellulari, favorendo  la trasmissione dell’impulso nervoso, il ritmo cardiaco e la contrazione muscolare.

 

In quali alimenti è presente il magnesio?

Possiamo trovare questo minerale nella maggior parte deglli alimenti, ma soprattutto nei vegetali a foglia verde, spinaci, ad esempio, ed in legumi, cereali e semi integrali, frutta secca, in frutti come la banana. Inoltre possiamo trovarlo in alimenti ricche di fibre.

 

Quanto magnesio bisogna assumere al giorno?

Secondo i valori di riferimento europeo, una dose regolare di magnesio equivale a 300 mg giornalieri.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di magnesio?

In generale si può verificare una carenza di magnesio quando ci si ritrova ad assumere alcuni farmaci, o in malattie che non ne consentono l’assorbimento come la diarrea cronica associata al morbo di Crohn, la celiachia, il diabete di tipo 2 o nei casi di bypass intestinale.

Nei casi di maggiore carenza si possono verificare crampi e contratture muscolari, intorpidimenti vari, alterazioni del battito cardiaco, convulsioni, spasmo coronarico, abbassamento dei valori di calcio e di potassio nel sangue e disturbo della personalità.

 

Quali conseguenze può determinare un eccesso di magnesio?

I reni eliminano il magnesio in eccesso proveniente dall’alimentazione. La sintomatologia prevede la diarrea talvolta con nausea e crampi allo stomaco. Se la quantità supera i 5 gr giornalieri, può diventare tossico con conseguenti abbassamento della pressione sanguigna, blocco della peristalsi intestinale, depressione, letargia, carente  energia muscolare, difficoltà respiratorie ed addirittura arresto cardiaco.

 

Magnesio e crampi mestruali

Il magnesio è un grosso aiuto per contrastare i crampi che puntualmente si presentano nel periodo mestruale. E’ necessario assumerlo la settimana che precede il ciclo.

Iodio

Cos’è lo iodio?

Lo iodio è un minerale contenuto nell’organismo in piccole parti ed è essenziale per la salute.

 

A cosa serve lo iodio?

 

Esso è parte degli ormoni tiroidei e quindi necessario per le funzioni gestite da questi, come ad esempio il controllo della temperatura corporea, il metabolismo delle proteine, dei grassi e degli zuccheri, il metabolismo basale, lo sviluppo del sistema nervoso centrale e delle ossa, nel periodo della gestazione e nell’infanzia. Anche nel sistema immunitario lo iodio ha un suo ruolo importante.

 

In quali alimenti è presente lo iodio?

Il pesce è l’alimento che ne contiene di più, seguito dalle alghe. Esso è contenuto, inoltre, in altri alimenti, in quantità che possono variare. Anche latte, uova, carne e cereali ne dispongono. La quantità di iodio contenuto in frutta e verdura dipende dal terreno dalle quali esse provengono, come anche da fattori come eventuale uso di fertilizzanti ed attività di irrigazione.                                                          A causa di questa mutevolezza si può presentare una carenza di iodio nell’organismo ed è per questa ragione che il Ministero della Salute e l’Organizzazione Mondiale della Sanità suggeriscono l’utilizzo di sale iodato, in sostituzione del sale da cucina a scopo preventivo.

 

Quanto iodio bisogna assumere al giorno?

Secondo i valori di riferimento europeo, il fabbisogno giornaliero di iodio per un adulto è di 150 mg . Questo valore varia però a seconda dell’età . Le donne durante la gravidanza e l’allattamento dovrebbero raggiungere i 220 – 290 mg giornalieri.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di iodio?

Una carenza di questo minerale pregiudica negativamente la crescita e lo sviluppo ed è tra le maggiori cause di rischio modificabile del ritardo mentale. Un effetto negativo della carenza di iodio è un abbassamento degli ormoni tiroidei che può causare enormi ed irreversibili danni durante la gravidanza (aborti, cretinismo, sordità, difficoltà motorie, ritardi nello sviluppo fisico e sessuale ed aumentare le probabilità di sindrome da deficit di attenzione/iperattività) e la prima infanzia (diminuzione del quoziente intellettivo).

Negli adulti, una carenza di questo elemento può causare ipotiroidismo, spesso associato a gozzo. Inoltre possono presentarsi problemi alle attività psichiche ed intellettive e del rendimento sul lavoro. Con una carenza cronica il rischio di cancro follicolare alla tiroide aumenta.

 

Quali conseguenze può determinare un eccesso di iodio?

Come nel caso di carenza di iodio, anche in presenza di una quantità eccessiva di iodio si possono avere conseguenze come l’ipotiroidismo ed il gozzo. Altri effetti negativi potrebbero essere l’ipertiroidismo, la tiroidite ed il cancro papillare alla tiroide.

E’ difficile che si presenti un’intossicazione acuta, i cui sintomi sono un senso di bruciore alla bocca, alla gola ed allo stomaco, febbre, dolori addominali, nausea, vomito e diarrea, bradicardia e coma.

 

Lo iodio e la tiroide

Lo iodio è molto importante per la tiroide. L’ormone TSH regola la funzione della tiroide, aumentando l’assorbimento di iodio che stimola la sintesi degli ormoni tiroidei. E’ bene assumere la quantità necessaria di iodio per evitare l’ingrossamento della tiroide mentre questa cerca di assorbirlo.

Fosforo

Cos’è il fosforo?

Il fosforo è un minerale che occupa il secondo posto come quantità nell’organismo. Lo troviamo ampiamente nello scheletro (85% circa), nei tessuti molli e nei fluidi extracellulari.

 

A cosa serve il fosforo?

Questo minerale ha una funzione importante per il benessere di ossa e denti. Esso fa parte, nello stato di fosfolipidi, delle membrane cellulari ed è necessario nel lavoro di trasformazione dei cibi in energia. Il fosforo inoltre fa parte dei costituenti degli acidi nucleici, il DNA e l’RNA, di varie proteine e zuccheri e garantisce l’attività corretta di alcune vitamine del gruppo B.

 

In quali alimenti è presente il fosforo?

Possiamo trovare questo minerale nella maggioranza degli alimenti ed in molti cibi elaborati. Ne contengono in abbondanza i legumi, i cerali, la carne, le uova, il latte, i formaggi e le verdure.

 

Quanto fosforo bisogna assumere al giorno?

Secondo i valori di riferimento europeo si consiglia una dose di 800 mg di fosforo.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di fosforo?

Fortunatamente è difficile che si verifichi una carenza di fosforo. Nel caso in cui ciò accadesse potrebbero presentarsi problemi di rachitismo nei bambini e di osteomalacia negli adulti. Inoltre, se ci fosse uno squilibrio tra i livelli di fosforo e quelli di calcio, si andrebbe incontro a osteoporosi.

 

Quali conseguenze può determinare un eccesso di fosforo?

Una quantità eccessiva di fosforo è una condizione che si verifica raramente. Se ciò dovesse accadere nei primissimi giorni di vita, ci si troverebbe di fronte ad una diminuizione dei livelli di calcio nel sangue e contrazioni muscolari.

 

Il fosforo e la memoria

Non è stato dimostrato scientificamente che l’assunzione di fosforo possa migliorare la memoria. Allo scopo di preservare la salute è suggerito adottare un’alimentazione corretta.

Fluoro

Cos’è il fluoro?

Il fluoro è un elemento che si trova in quantità minime in diversi tessuti dell’organismo . La maggiore quantità è riscontrata nelle ossa e nei denti.

 

A cosa serve il fluoro?

Il fluoro favorisce l’apporto di calcio nelle ossa, fortificandole. Contribuisce inoltre al buono sviluppo dei denti. In più esso combatte l’acidità nel cavo orale, riducendo  la possibilità di danni allo smalto dei denti.

 

Qual è il fabbisogno giornaliero di fluoro?

La dose giornaliera di fluoro dipende dall’età. Nei bambini fino a 6 mesi di vita è di 0,1-0,5 mg; tra 6 mesi ad 1 anno di 0.2-1 mg; tra 1 e 3 anni da 0.5 a 1.5 mg ; tra 4 e 6 anni da 1,0 a 2.5 mg; dai 7 anni tra 1,5 a 2,5 mg; adulti tra 1,5 a 4,0 mg.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di fluoro?

La carenza di questo elemento può causare danni ai denti, tra i quali la carie.

 

Quali conseguenze può determinare un eccesso di fluoro?

Una quantità eccessiva di fluoro può compromettere la normale attività di alcuni enzimi, il metabolismo delle vitamine ed il funzionamento del sistema nervoso centrale, del cuore, del fegato, dei reni e dei surreni e degli organi riproduttivi. Altre conseguenze sono l’osteosclerosi, la calcificazione delle articolazioni e dei tendini, il rallentamento della crescita. Un ulteriore problema legato ad un eccesso di fluoro è la fluorosi dentale, che macchia ed opacizza i denti. Ed ancora la marmorizzazione dei denti, con scolorimento dello smalto dentale, bruciore e dolori ai piedi ed alle caviglie. Un’altra conseguenza negativa è la fluorosi scheletrica, caratterizzata da un indurimento anomalo delle ossa con dolori ed irrigidimento delle articolazioni, debolezza, problemi al sistema nervoso e paralisi.

 

Fluoro e denti

Il fluoro è un minerale importante per un buono sviluppo dei denti e deve essere assunto fin dalla nascita. In luoghi nei quali la presenza del fluoro nell’acqua è inferiore a 0,06 ppm è suggerito dal Ministero della Salute una somministrazione ai bambini fino al sesto anno d’età. E’ bene però non eccedere per non avere problemi di intossicazione o di fluorosi dentale.

Ferro

Cos’è il ferro?

Il ferro è considerato un macroelemento, essendo largamente presente nell’organismo.

 

A cosa serve il ferro?

Questo elemento chimico, è molto importante perchè fa parte dell’emoglobina, la proteina che trasporta l’ossigeno dai polmoni al resto del corpo, ed anche della mioglobina che porta ossigeno ai muscoli. Inoltre il ferro è parte attiva nel lavoro di diversi enzimi, ed è grazie ad esso che l’organismo produce alcuni ormoniil tessuto connettivo.

 

In quali elementi è presente il ferro?

Il ferro è contenuto soprattutto nel fegato, nella carne e nel pesce. Esso è inoltre abbastanza  presente in molti vegetali come legumi (fagioli, lenticchie e piselli), cereali, frutta secca, verdure a foglia verde scuro (spinaci, per esempio).

La capacità di assorbimento del ferro contenuto negli alimenti di origine vegetale è sfortunatamente inferiore a quella degli alimenti di origine alimentare. Un valido contributo nell’assimilazione del ferro dagli alimenti vegetali, proviene però da alimenti ricchi di vitamina C come il limone ed i peperoni.

 

Quanto ferro bisogna assumere al giorno?

Secondo i valori di riferimento europeo, il fabbisogno giornaliero medio di ferro di un adulto è di 14 mg. La quantità giornaliera dipende da fattori come l’età, il sesso, stati particolari come gravidanza e allattamento. Di solito le donne ne hanno più bisogno degli uomini.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di ferro?

La prima conseguenza di una quantità insufficiente di ferro è l’anemia che è la riduzione dei globuli rossi, e la conseguente compromissione del trasporto dell’ossigeno agli organi ed ai tessuti. I sintomi sono:

  • stanchezza
  • mancanza di energie
  • problemi allo stomaco
  • difficoltà a concentrarsi e di memoria
  • abbassamento delle difese immunitarie
  • anomalie nella termoregolazione

Inoltre una carenza di questo elemento in gravidanza può interferire con il sistema nervoso del bambino e aumentare le possibilità di un parto prematuro o della nascita sottopeso.

 

Quali conseguenze può determinare un eccesso di ferro?

Un eccesso di ferro può provocare disturbi gastrointestinali, costipazione. nausea, vomito, dolori addominali, svenimento e compromettere il normale assorbimento dello zinco. Qualora questo elemento fosse presente in maniera eccessiva (centinaia di grammi), si andrebbe incontro a problemi come scompensi agli organi, coma, convulsioni e perdita della vita.

L’emocromatosi è una malattia che comporta l’accumulo di una quantità di ferro tossica per l’organismo e, se non curata, può causare la cirrosi, il cancro al fegato e varie malattie cardiovascolari.

 

Quanto ferro assumere durante la gravidanza?

La donna in gravidanza ed il suo bambino necessitano di una quantità maggiore di ferro, dal momento che è maggiore in questo periodo la quantità di sangue in circolo nell’organismo.

Cromo

Cos’è il cromo?

Il cromo è un elemento importante per l’organismo in  quantità minuscole. Esso può presentarsi come cromo trivalente ed in forma biologicamente attiva.

 

A cosa serve il cromo?

Esso serve ad aumentare l’attività dell’insulina ed è necessario per il metabolismo dei grassi, dei carboidrati e delle proteine.

 

In quali alimenti è presente il cromo?

Il cromo è contenuto in diversi alimenti, il più delle volte in piccole dosi,  soprattutto nella carne e nei cereali integrali ed inoltre in alcuni frutti come la mela, l’arancia e la banana ed in verdure come i broccoli e le taccole. Una quantità inferiore si trova invece negli alimenti ricchi di zuccheri semplici.

 

Quanto cromo bisogna assumere al giorno?

Non esiste attualmente una dose giornaliera raccomandata. E’ stato però stato stabilito, dal Food and Nutrition Board e dall’Institute of Medecine statunitensi, un “apporto adeguato” di cromo in una dieta sana. In generale il  fabbisogno giornaliero per un adulto è di circa 30 mg . I valori però cambiano a seconda dell’età, del sesso, di condizioni particolari come la gravidanza e l’allattamento al seno e sono compresi tra i 0,2 microgrammi giornalieri (bambini fino a 6 mesi di vita) ed i 45 microgrammi giornalieri (donne incinte).

 

Quali conseguenze può comportare la carenza di cromo?

Una bassa tolleranza al glucosio e un incremento della richiesta di insulina (sintomi simili a quelli dl diabete di tipo 2) sono state associate ad una bassa percentuale di cromo nell’organismo.

 

Quali conseguenze può comportare l’eccesso di cromo?

Non è stata determinata una quantità massima tollerabile, dal momento che si sono riscontrati pochi casi di effetti collaterali da eccesso di cromo.

 

Il cromo può aiutare ad abbassare il colesterolo alto?

Attualmente, non avendo ancora informazioni sufficienti, non si è ancora in grado di stabilire con certezza se il cromo possa realmente contrastare l’ipercolesterolemia, nonostante alcuni studi riferiscano che questo minerale possa abbassare i livelli del colesterolo LDL –  quello “cattivo” – e aumentare quelli del colesterolo HDL, quello “buono”.

Cobalto

Cos’è il cobalto?

Il cobalto è un elemento che si trova  nell’organismo, in piccole parti, pur essendo importante per la salute.

 

A cosa serve il cobalto?

Questo elemento fa  parte della vitamina B12, quindi importantissimo per la cellula. Esso è parte attiva nella produzione dei globuli rossi e delle sostanze antibatteriche e antivirali  che contrastano le infezioni, del metabolismo dei carboidrati dei grassi, della biosintesi proteica e della conversione dei folati allo stato attivo.

Il cobalto inoltre ha una funzione importantissima nel sistema nervoso, prevenendo la demielinizzazione, la perdita della membrana che avvolge i nervi per il corretto funzionamento della trasmissione dell’impulso nervoso.

 

In quali elementi è presente il cobalto?

Gli alimenti che contengono questo elemento sono:

  • il fegato
  • i reni
  • il pesce
  • le vongole
  • le ostriche
  • il latte
  • la birra
  • i prodotti fermentati della soia

 

Quanto cobalto bisogna assumere al giorno?

Il fabbisogno giornaliero per un adulto è dai 5 agli 8 mg di cobalto.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di cobalto?

La carenza di cobalto e contemporaneamente  quella della vitamina B12 generano l’anemia perniciosa, i cui sintomi sono:

  • debolezza
  • affaticamento
  • intorpidimento e formicolio degli arti superiori e inferiori
  • nausea
  • confusione
  • mal di testa
  • perdita del peso corporeo

Nel caso di lunghi periodi di carenza di cobalto si può rischiare di avere disturbi di tipo neurologico, danni ai nervi, perdita della memoria, sbalzi dell’umore e psicosi e, nei casi più estremi, si può rischiare di perdere la vita.

 

Quali conseguenze può determinare l’eccesso di cobalto?

Una quantità eccessiva di questo minerale può provocare danni al cuore, come ad esempio lo scompenso cardiaco congestizio. Inoltre essa può generare una quantità eccessiva di globuli rossi accrescendo la probabilità di formazione di coaguli e di ictus.

 

Come assumere il cobalto tramite integratori ed aggiunte alimentari?

E’ possibile farsi prescrivere la vitamina B12, contenente il cobalto, per la cura dell’anemia perniciosa. Un’alimentazione sana ed equilibrata può però garantire una dose sufficiente di questo minerale.

Cloro

Cos’è il cloro?

Il cloro è l’elemento prevalente intra ed extra-cellulare.

 

A cosa serve il cloro?

Il cloro contribuisce, insieme al sodio, a regolare l’equilibrio di fluidi ed elettroliti nell’organismo. Esso è anche un elemento importante degli acidi e del succo gastrico.

 

In quali elementi è presente il cloro?

L’organismo assume il cloro principalmente attraverso il sale da cucina (cloruro di sodio) e da molti alimenti di origine vegetale:

  • le alghe
  • la lattuga
  • i pomodori
  • la segale
  • il sedano
  • le olive

 

Quanto calcio bisogna assumere al giorno?

La dose giornaliera varia a seconda dell’età. Il fabbisogno raccomandato è di 0,18 g fino ai 6 mesi di età, 0,57 g fino al primo anno d’età, 1,5 g tra 1 e 3 anni, 1,9 g tra 4 e 8 anni, 2,3 g tra 9 e 13 anni, 2,3 g da 14 a 50 anni, 2,0 g tra 51 e 70 anni e 1,8 g dai 71 anni in poi.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di cloro?

E’ difficile che si presenti una carenza di cloro, ma ciò può accadere a causa di un’abbondante perdita di liquidi, conseguente ad un’eccessiva sudorazione, al vomito o alla dissenteria, o in seguito ad assunzione di farmaci come i diuretici.

L’ipoventilazione e l’acidosi respiratoria cronica possono essere associate ad una carenza di cloro.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di cloro?

Nel caso in cui si assumesse una quantità eccessiva di cloro, tramite gli alimenti, si potrebbe riscontrare un aumento della pressione sanguigna e qualora fossero presenti uno scompenso cardiaco, malattie renali o cirrosi, si potrebbe verificare un accumulo di fluidi.

La presenza ,inoltre, di grosse quantità nel sangue può aumentare i livelli di glicemia nei diabetici e compromettere il trasporto di ossigeno.

 

Quali sono i sintomi dell’intossicazione da cloro?

Nel caso in cui si assorbisse cloro per inalazione o ingestione, tramite l’acqua, con conseguente intossicazione, si andrebbe incontro a crisi respiratorie, ammasso di fluidi nei polmoni, bruciore alla bocca, dolore e gonfiore alla gola, gastralgia, vomito e presenza di sangue nelle feci.

Calcio

 

Cos’è il calcio?

Il calcio è l’elemento più presente nell’organismo. La sua presenza si riscontra nello scheletro in una percentuale del 99%, ammassato nello stato di carbonato.

 

A cosa serve il calcio?

Il calcio è necessario per lo sviluppo e la salute delle ossa e dei denti. Le ossa, infatti, sono continuamente rimodellate grazie ad un riassorbimento ed ad un rilascio di calcio nel nuovo tessuto osseo.

Le scorte complessive di questo elemento, nella percentuale dell’1%, si occupano della contrazione muscolare, della trasmissione nervosa, della secrezione ormonale, dei processi di vasodilatazione e contrazione dei vasi sanguigni.

 

In quali elementi è presente il calcio?

Il calcio è contenuto soprattutto nel latte e nei suoi derivati, soprattutto formaggiyogurt e latti fermentati. Possiamo inoltre trovare questo elemento in alcuni vegetali a foglie verde scuro come i broccoli, il cavolo cinese, il cavolo riccio. E’ assente invece negli spinaci.  E’ inoltre presente nei legumi secchi ed in molte specie di pesci e di molluschi come le sardine, le cozze e le vongole.

 

Quanto calcio bisogna assumere al giorno?

Il fabbisogno giornaliero di calcio raccomandato  equivale a 800 mg. La quantità individuale dipende però dall’età. Negli stati specifici di gravidanza ed allattamento la necessità di calcio giornaliera aumenta.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di calcio?

Nell’arco di un tempo breve, le carenze di calcio possono risultare asintomatiche, ma se non sono curate a dovere possono far nascere complicazioni . Inizialmente si possono riscontrare pizzicore e addormentamento delle dita, crampi muscolari, sonnolenza, convulsioni, poco appetito, sopore, malfunzionamento del battito cardiaco. Nel lungo termine ci si può imbattere nell’osteopenia e, più avanti ancora, a osteoporosi con maggiori probabilità di rischio di fratture.

Un’altra conseguenza negativa della carenza di questo elemento può essere il rachitismo, nonostante le cause di questo possano essere più facilmente attribuibili a una carenza di vitamina D.

 

Quali conseguenze può determinare l’eccesso di calcio?

Una quantità eccessiva di calcio nel sangue può provocare un’insufficienza renale, una calcificazione dei vasi sanguigni e dei tessuti molli, una presenza maggiore del calcio nelle urine ed inoltre calcoli renali. Altre conseguenze di un assorbimento eccessivo di questo elemento possono essere la stipsi e un possibile interferimento con l’assimilazione del ferro e dello zinco.

Non esiste invece la certezza che ci sia correlazione con l’aumento delle probabilità di contrarre il cancro alla prostata e  le malattie cardiovascolari.

 

La carenza di calcio causa l’osteoporosi?

La carenza di calcio può aumentare l’osteoporosi, ma di questa bisogna occuparsene fin dall’età giovanile. E’ durante questo periodo, infatti, che è opportuno occuparsi della buona ossificazione.

Cadmio

Cos’è il cadmio?

Il cadmio è un elemento chimico che può essere contenuto nel cibo e che può essere assimilato in piccole dosi dall’organismo e trattenuto energicamente all’altezza del fegato e dei reni. Qui può rimanere per decenni.

 

A cosa serve il cadmio?

Il cadmio può contribuire ad attivare alcuni enzimi. Esso può inoltre rimpiazzare lo zinco naturalmente contenuto nella carbossipeptidasi che è un enzima che si trova nell’intestino e nel pancreas e che è parte attiva nella digestione delle proteine.

 

In quali elementi è presente il cadmio?

Il cadmio, insieme all’arsenico ed al piombo,  viene considerato un contaminante del cibo.  Possiamo trovarlo negli alimenti perchè la sua presenza deriva dall’aria, dall’acqua e dal  terreno che lo contengono.

Questo elemento è rintracciabile soprattutto all’interno di:

  • funghi
  • molluschi
  • fegato
  • polvere di cacao
  • alghe essiccate

Quanto cadmio bisogna assumere al giorno?

Non c’è una dose giornaliera determinata.

 

Quali conseguenze può determinare la carenza di cadmio?

Attualmente non sono state riscontrate conseguenze negative derivanti da carenza di cadmio.

 

Quali conseguenze può determinare l’eccesso di cadmio?

Quantità eccessive di cadmio nell’organismo possono provocare diverse complicazioni. Queste possono essere riscontrate soprattutto nel malfunzionamento dei reni che può portare ad una insufficienza renale.

Altre conseguenze negative di un eccesso di questo elemento nell’organismo possono  essere la dissenteria, il  mal di stomaco ed il vomito ed inoltre una demineralizzazione delle ossa  dalla quale possono derivare fratture, infertilità, complicazioni al sistema nervoso ed a quello immunitario oltre che disturbi psicologici.

In aggiunta a tutto questo, il cadmio , secondo l’International Agency for Research on Cancer, è classificato come sostanza cancerogena di gruppo 1.

 

C’è una correlazione tra cadmio e cancro al seno?

La ricerca scientifica mette in relazione l’esposizione ad una quantità eccessiva di cadmio con  l’aumento delle probabilità di sviluppare un cancro al seno o ad altri organi e tessuti come il polmone, la vescica e l’endometrio.

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