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Ecografista

 

L'ecografia rappresenta una procedura di diagnosi che si serve dell’impiego di ultrasuoni al fine di rilevare le strutture interne del corpo. Essa è basata sulla diversa capacità di riflessione dei differenti organi degli ultrasuoni emanati da una fonte esterna e riprodotti su un oscilloscopio a raggi catodici. Questa tecnica non ha effetti collaterali per cui è molto utilizzata in alcuni casi, come nella gravidanza, invece delle metodologie radiologiche.

 

 

A cosa si dedica l'ecografista?

 

L'ecografista è un medico o un tecnico specializzato nell’utilizzo dell'ecografo quale strumento di ricerca diagnostica e di monitoraggio. Il fine ultimo dell'ecografista consiste nell’osservazione delle strutture interne del corpo e nella valutazione, se possibile, della funzionalità e della comparsa di probabili disfunzioni. Oltre la normale sonda ovvero quella impiegata durante la gravidanza, tra gli strumenti impiegati dall'ecografista compaiono inoltre l'ecodoppler, che permette di eseguire valutazioni emodinamiche e di misurare la portata del sangue e l'ecodoppler transcranico che consente di rilevare una comunicazione intracardiaca o artero-venosa polmonare.

 

 

Quali sono le malattie maggiormente trattate dall'ecografista?

 

L'ecografista si occupa frequentemente di diverse malattie come:

    patologie della tiroide

    tumore della mammella

    malattie relative ai vasi sanguigni come placche, stenosi, dissecazioni, ulcerazioni

    disturbi che interessano gli organi addominali.

    irregolarità nella comunicazione intracardiaca o nella comunicazione artero-venosa polmonare.

 

 

Quali sono le tecniche maggiormente usate dall'ecografista?

 

Varie sono le tecniche usate dall'ecografista:

 

    la normale sonda per l’osservazione del il tumore della mammella; malattie tiroidee e disturbi che colpiscono gli organi addominali;

    l'ecodoppler (o ecocolordoppler) per le malattie che colpiscono i vasi sanguigni come placche, stenosi, ulcerazioni, dissecazioni;

    l'ecodoppler (o ecocolordoppler) transcranico per le irregolarità nella comunicazione intracardiaca o nella comunicazione artero-venosa polmonare.

 

 

Quando è necessaria una visita con l'ecografista?

 

Si consiglia di richiedere un appuntamento con l'ecografista ogni volta che lo suggerisce il proprio medico (al quale ci si può rivolgere in caso si avverta il sospetto di soffrire di una delle malattie citate) e, nel caso di patologia riconosciuta, per controllare la condizione di salute ed osservare i risultati delle cure svolte.

Ecocardiografista

 

L'ecocardiografia rappresenta una tecnica di diagnosi per nulla invasiva che comprende l’assimilazione di immagini di ultrasuoni riflessi dal cuore, tramite le quali si possono osservare le strutture cardiache interne come vasi cardiaci, valvole cardiache, ecc. e misurare le dimensioni ventricolari.

 

A cosa si dedica l'ecocardiografista?

 

L'ecografista è un medico o un tecnico specializzato nell'utilizzo dell'ecocardiografo. Quest’ultimo è uno strumento di ricerca diagnostica e di momitoraggio. Il fine ultimo dell'ecocardiografista consiste nell’osservazione delle strutture cardiache interne e nella valutazione, se possibile della funzionalità e dell’esistenza di probabili difformità. Gli strumenti maggiormente impiegati dell'ecocardiografo consistono nell'ecodoppler o ecocolordoppler, cioè una particolare ecografia che permette di eseguire valutazioni emodinamiche di misurare la portata del sangue, e l'ecodoppler detto anche ecocolordoppler transcranico, che consente di rilevare una connessione intracardiaca o artero-venosa polmonare.

 

Quali sono i disturbi maggiormente trattati dall'ecocardiografista?

 

Le malattie maggiormente trattate dall'ecocardiografista comprendono i disturbi relativi ai vasi sanguigni come placche, ulcerazioni, stenosi, dissecazioni ed i problemi nella comunicazione intracardiaca e nella comunicazione artero-venosa polmonare.

 

 

Quali sono le tecniche più impiegate dall'ecocardiografista?

 

    L'ecodoppler (o ecocolordoppler) è impiegato soprattutto per i disturbi che colpiscono i vasi sanguigni, come placche, stenosi, dissecazioni, ulcerazioni;

    L'ecodoppler (o ecocolordoppler) transcranico è utilizzato principalmente per riscontrare la possibile esistenza di disfunzioni nella comunicazione intracardiaca o nella comunicazione artero-venosa polmonare.

 

 

Quando richiedere un appuntamento con l'ecocardiografista?

 

È bene eseguire una visita con l'ecocardiografista:

 

    tutte le volte che si sospetta di essere colpiti da una delle malattie citate

    ogni volta che lo suggerisce il proprio medico di medicina generale;

    ogni volta che, qualora si soffra di un disturbo cardiaco, sia utile controllare la situazione in atto ed osservare i risultati delle cure eseguite.

Dermatologo

 

La dermatologia rappresenta il ramo della medicina che si dedica all’osservazione dell'apparato cutaneo e dei relativi disturbi.

 

 

 

Il dermatologo è lo specialista in dermatologia e si dedica al trattamento dei disturbi che colpiscono i capelli, la pelle, le mucose e le unghie. Il dermatologo può prendere in esame le persone di ogni età, dai neonati agli anziani.

 

    Verruche

    Infezioni della pelle e del tessuto sottocutaneo

    Eczemi

    Dermatiti come dermatite seborroica, dermatite atopica, dermatite da pannolino, dermatite da contatto, ecc)

    Eritemi

    Micosi

    Malattie bollose (pemfigo, pemfigoide)

    Disturbi papulosquamosi della cute come pitiriasi, psoriasi, porocheratosi, lichen planus

    Orticarie

    Vitiligine e ulteriori problemi della pigmentazione come acanthosis nigricans e cheratosi seborroica

    Pruriti

    Ulcere

    Alcuni tipi di tumori

    Disturbi che colpiscono gli annessi cutanei come alopecia, perdita di capelli, acne, disturbi delle unghie, irsutismo, rosacea, cisti follicolari, altre anomalie del follicolo pilifero).

 

 

 

Il dermatologo è generalmente capace di identificare il disturbo dermatologico del quale si soffre attuando un’attenta osservazione della comparsa della malattia stessa. Egli è capace, a seguito dell’analisi, di determinare terapia idonea di caso in caso (orticarie, dermatiti, eczemi, micosi, eritemi, verruche, ulcere, psoriasi).

 

Le metodologie usate più frequentemente dal dermatologo per la cura dei vari disturbi dermatologici comprendono le seguenti:

    crioterapia: tramite l’utilizzo di azoto liquido lesioni cutanee quali le verruche vengono eliminate a seguito dell’azione di congelamento;

    biopsia cutanea: viene eseguita soprattutto per riconoscere o scansare alcune patologie della cute;

    peeling: tramite l’impiego di un composto chimico sulla pelle, viene eliminato lo strato cutaneo più esterno al fine di lasciare spazio a un nuovo strato di pelle; questa tecnica è comunemente impiegata per curare la pelle danneggiata dal sole e da alcune tipologie di acne;

    rimozione di peli superflui

    dermoabrasione: viene impiegata per la cura di cicatrici e di diverse imperfezioni della cute quali rughe e tatuaggi;

    eliminazione di uno o più nei;

    chirurgia laser: i dermatologi impiegano questa tecnica per eliminare una gamma di lesioni cutanee tra cui verruche, tumori, voglie, tatuaggi, rughe, cicatrici.

 

 

 

Si consiglia di richiedere un appuntamento con il dermatologo ogni volta che vengono riscontrati sintomi riconducibili ad un disturbo che interessa la pelle, le unghie, i capelli, o le mucose. È poi importante farsi controllare da un dermatologo anche se si hanno preoccupazioni relative all'aspetto di capelli, pelle, mucose, unghie. Dopo i 30 anni di età si consiglia una visita dal dermatologo anche soltanto per controllare la condizione dei nei.

Chirurgo toracico

 

La chirurgia toracica è il ramo della chirurgia che si dedica alla cura di forme morbose mediante interventi chirurgici su uno o più organi o su strutture disposte nell’area toracica.

 

 

Di che cosa si occupa il chirurgo toracico?

 

Il chirurgo toracico è uno specialista nell’ambito degli interventi chirurgici eseguiti su uno o più organi o su strutture disposte nella zona toracica come esofago, polmoni, mediastino, parete toracica.

 

Quali sono le malattie maggiormente trattate dal chirurgo toracico?

 

I chirurghi toracici seguono tutte le malattie che colpiscono gli organi, i tessuti e le strutture ossee situate nel torace che necessitano dell’operazione chirurgica per essere trattate. Tra le malattie comunemente curate dai chirurghi toracici compaiono alcune neoplasie come il tumore all’esofago o il tumore al polmone, oltre ai problemi dell’ingestione, all'ernia iatale, al reflusso gastroesofageo e all'enfisema.

Le malattie relative al cuore, ai vasi cardiaci ed alle valvole cardiache come stenosi valvolari, stenosi arteriose, insufficienza cardiaca, fibrillazione atriale, aneurismi delle arterie toraciche, comprese le deformazioni congenite, sono in genere trattate dal chirurgo cardiaco o cardiovascolare.

 

 

Quali sono le metodologie maggiormente usate dal chirurgo toracico?

 

Le tecniche maggiormente impiegate dal chirurgo toracico comprendono:

    broncoscopia;

    lobectomia o pneumonectomia, ovvero eliminazione della porzione del polmone colpita da tumore;

    esofagoscopia;

    esofagectomia, cioè l’eliminazione di una parte dell'esofago colpita da tumore;

    toracoscopia ovvero l’esame endoscopico delle cavità pleuriche;

    trapianto di polmone;

   

   

 

 

Quando è necessaria una visita dal chirurgo toracico?

 

Si consiglia di richiedere un appuntamento con il chirurgo toracico ogni volta che lo suggerisce il proprio medico di medicina generale e qualora si riscontrasse il bisogno di un controllo della situazione a seguito di un’operazione.

Chirurgo ricostruttivo

 

La chirurgia ricostruttiva è il ramo della chirurgia plastica che ha il fine di ripristinare dal punto di vista funzionale le imperfezioni relative ai differenti tessuti del corpo come muscoli, cute, sottocute, sia congeniti ovvero esistenti al momento dalla nascita, come la palatoschisi, la labioschisi, le deformazioni relative a organi genitali e mammelle, che acquisiti ovvero apparsi a seguito di malattie, incidenti, traumi, operazioni chirurgiche passate. Lavorare sulla sfera estetica delle zone del corpo su cui si opera rappresenta invece uno scopo secondario, ma comunque importante, per quest’ambito della chirurgia plastica.

 

 

A cosa si dedica il chirurgo ricostruttivo?

 

Il chirurgo ricostruttivo è lo specialista in chirurgia plastica che si dedica alla riparazione dal punto di vista funzionale dei problemi che colpiscono i vari tessuti del corpo come muscoli, cute, sottocute, sia congeniti ovvero esistenti al momento della nascita, come la palatoschisi, la labioschisi, le malformazioni relative agli organi genitali o alle mammelle, che acquisiti ovvero presenti a seguito di incidenti, traumi, malattie, operazioni chirurgiche precedenti.

 

 

Quali sono le malattie trattate più frequentemente dal chirurgo ricostruttivo?

 

I disturbi più frequentemente trattati dal chirurgo ricostruttivo sono analoghi a quelli trattati dal chirurgo plastico. La differenza consiste però nel fatto che il fine fondamentale della chirurgia ricostruttiva è il recupero della funzionalità della parte del corpo su cui si interviene:

     ustioni gravi;

    difformità provocate da malformazioni di nascita come palatoschisi, labbro leporino, dita palmate;

    zone del corpo danneggiate da operazioni chirurgiche demolitive come neoplasie del viso, mastectomie, neoplasie del viso;

    traumi quali ferite lacero contuse o fratture del viso.

 

 

Quali sono le metodologie più usate dal chirurgo ricostruttivo?

 

Il chirurgo ricostruttivo può impiegare tecniche differenti in base alle condizioni da trattare. Le procedure maggiormente impiegate comprendono, come nel caso della chirurgia plastica, gli innesti, i lembi e gli impianti:

 

   gli innesti sono parti di tessuto estratte da una zona precisa del corpo del paziente (per esempio dall'addome) per essere utilizzate in un'altra parte dell'organismo, chiamata "area ricevente" (per esempio sul braccio);

    i lembi sono parti di tessuto che conservano un legame, detto "peduncolo", con la parte donatrice e che vengono trapiantati sulla zona ricevente che, per tale ragione, deve essere prossima all'area donatrice;

    gli impianti vengono impiegati per fini diversi, in genere per il riempimento o il miglioramento di imperfezioni congenite o acquisite. Gli impianti più comuni sono le protesi mammarie, anche se simili materiali possono essere impiegati per glutei, polpacci e zigomi. Si ricorre inoltre all’impiego di protesi esterne per il rimpiazzo di porzioni di organo: tra le più conosciute quelle per l’orecchio e per il naso.

 

 

Quando chiedere un appuntamento al chirurgo ricostruttivo?

 

Si consiglia una visita con il chirurgo plastico in caso si debbano riparare difetti congeniti o acquisiti e qualora si debba controllare il decorso post-operatorio.

Chirurgo plastico

 

La chirurgia plastica rappresenta il ramo della chirurgia che si dedica al ripristino di vari tipi di tessuti del corpo umano come muscoli, cute, sottocute, ed al miglioramento di anomalie relative ai tessuti stessi sia sotto l’aspetto estetico che funzionale. La chirurgia plastica si compone della chirurgia ricostruttiva, che riguarda la sfera funzionale del ripristino dei tessuti e del miglioramento dei difetti, e della chirurgia estetica, che si dedica alla sfera estetica del ripristino dei tessuti e del miglioramento delle imperfezioni e, in genere, riguarda i casi di entità minore.

Il fine ultimo della chirurgia plastica è dunque quello di correggere le malformazioni congenite, ovvero esistenti dalla nascita o acquisite, ovvero provocate da malattie, operazioni chirurgiche passate, incidenti e traumi, per poter ristabilire la funzione dei tessuti nella maniera più naturale possibile.

 

 

Di cosa si interessa il chirurgo plastico?

 

Il chirurgo plastico lo specialista in chirurgia plastica che si dedica al riconoscimento ed alla cura di ogni stato patologico che coinvolga la chirurgia plastica.

 

 

Quali sono le malattie trattate più frequentemente dal chirurgo plastico?

 

I disturbi trattati più di frequente dal chirurgo plastico comprendono:

 

    ustioni gravi;

    traumi  come fratture del viso, ferite lacero contuse.

    zone del corpo danneggiate da operazioni chirurgiche demolitive quali neoplasie del viso, mastectomie,  neoplasie cutanee;

    difformità provocate da malformazioni alla nascita come dita palmate, labbro leporino, palatoschisi;

 

 Quali sono le metodologie più usate dal chirurgo plastico?

 

Le tecniche che possono essere impiegate dal chirurgo plastico sono varie e cambiano in base alla condizione da trattare. Le procedure maggiormente usate comprendono gli impianti, gli innesti, i lembi:

 

  

gli impianti vengono impiegati per fini diversi, in genere per il riempimento o il miglioramento di imperfezioni congenite o acquisite. Gli impianti più comuni sono rappresentati dalle protesi mammarie, anche se simili materiali possono essere impiegati per glutei, polpacci e zigomi. Si ricorre inoltre all’impiego di protesi esterne per il rimpiazzo di porzioni di organo: tra le più conosciute quelle per l’orecchio e per il naso.

 gli innesti sono parti di tessuto estratte da una zona precisa del corpo del paziente (per esempio dall'addome) al fine di essere utilizzate in un'altra parte dell'organismo, chiamata "area ricevente" (per esempio sul braccio);

    i lembi sono parti di tessuto che conservano un legame, detto "peduncolo", con la parte donatrice e che vengono trapiantati sulla zona ricevente che, per tale ragione, deve essere prossima all'area donatrice;

   

 

 

Quando effettuare una visita con il chirurgo plastico?

 

Si consiglia una visita con questo specialista nel caso in cui ci sia bisogno di ripristinare imperfezioni congenite o acquisite e nel caso in cui si necessiti di un controllo dopo aver effettuato un’operazione chirurgica.

Chirurgo generale

 

Per "chirurgia generale" si intende, contrariamente a quanto possa far pensare il termine stesso, il ramo della chirurgia che si dedica alla soluzione o al miglioramento delle malattie che colpiscono gli organi addominali, quali esofago, colon, intestino, cistifellea, dotti biliari, fegato, stomaco, pancreas, ed altri organi come la tiroide e la mammella.

 

 

Di cosa si interessa il chirurgo generale?

 

Il chirurgo generale è uno specialista che effettua operazioni chirurgiche su tiroide, mammella o su uno degli organi compresi nella zona addominale, e che si dedica alla cura o al miglioramento dello stato delle malattie che colpiscono tali organi.

 

 

Quali malattie vengono trattate più frequentemente dal chirurgo generale?

 

I disturbi trattati solitamente da questo chirurgo comprendono le malattie relative alla mammella, alla tiroide ed agli organi dell’area addominale come fegato, colon, intestino, cistifellea, stomaco, esofago, pancreas e dotti biliari. Tra le patologie si possono citare:

    ulcere

    malattie funzionali e infiammatorie a carico di mammella, tiroide e degli organi della cavità addominale;

    ernie (iatali e inguinali)

    poliposi

    sindromi dolorose da aderenze addominali post-chirurgiche

    neoplasie (del fegato, della tiroide, dell'esofago, del pancreas, dell'intestino, del colon-retto, , della mammella, dei dotti biliari, gastriche);

    cisti

    diverticoliti

    calcolosi

   

 

Per quanto riguarda la diagnosi, il chirurgo generale esegue generalmente biopsie mammarie e dei linfonodi.

 

 

Quali sono le tecniche più usate dal chirurgo generale?

 

Le metodologie maggiormente impiegate dal chirurgo generale sono:

 

    esami radiologici (clisma opaco, Rx del tubo digerente, Tac, Rmn);

    esami endoscopici diagnostico-operativi (pancolonscopia, rettosigmoidoscopia, gastroscopia) che consentono di valutare tramite endoscopia diagnostica gli organi presi in esame al fine di analizzarne l’aspetto, le funzionalità e le probabili malattie. Mediante gli esami endoscopici si possono effettuare inoltre modeste asportazioni di tessuto da esaminare mediante analisi istologica e lievi interventi in anestesia locale quale, per esempio, l'eliminazione di polipi (endoscopia operativa);

   interventi chirurgici effettuati, in base alle necessità, "a cielo aperto", ovvero tramite laparotomia; con tecniche "mini-invasive" come chirurgia robotica e laparoscopia; con l’ausilio ecografico.

 

 

Quando è necessaria una visita dal chirurgo generale?

 

Si consiglia una visita dal chirurgo generale ogni volta che lo suggerisce il proprio medico di medicina generale e qualora si rivelasse utile il controllo del decorso post-operatorio.

Chirurgo epatico

 

Il ramo della chirurgia che mediante un’operazione chirurgica si dedica alla cura ed al trattamento di forme morbose a carico del fegato è denominato chirurgia epatica.

 

 Di che cosa si interessa il chirurgo epatico?

 

Il chirurgo epatico è uno specialista che si occupa di operazioni chirurgiche effettuate sul fegato, al fine di trattare o migliorare la condizione dei disturbi che interessano questo organo.

 

 

Quali malattie vengono più frequentemente trattate dal chirurgo epatico?

 

La chirurgia epatica si dedica alla cura ed al trattamento delle patologie a carico del fegato quali:

    cirrosi epatica

    ipertensione portale

    calcolosi biliare

    atresia biliare (ostruzione congenita di uno dei principali dotti biliari)

    colangite (infiammazione grave o cronica dei dotti biliari extra- e intraepatici)

   

 

Il chirurgo epatico si occupa inoltre di eseguire interventi di chirurgia oncologica per la cura di tumori primitivi o di metastasi che colpiscono tale organo.

 

 

Quali sono le tecniche più usate dal chirurgo epatico?

 

Per la diagnosi:

    diagnosi citologica e istologica di una moderata porzione di tessuto epatico

    esami di diagnostica bioptica di una moderata porzione di tessuto epatico (biopsia epatica)

    ecografia

    esami diagnostici per immagini (per esempio per mezzo di risonanza magnetica, ecocolordoppler, tomografia computerizzata)

 

Per gli interventi:

    trapianto di fegato

    anastomosi bilio-digestiva: ciclo di operazioni chirurgiche effettuate per formare un nuovo passaggio per trasportare la bile dal fegato all'intestino

    resezione epatica (estrazione di una porzione di fegato)

    radioablazione, termoablazione e ablazione chimica di lesioni epatiche

 

 

Quando è necessaria una visita dal chirurgo epatico?

 

Si consiglia una visita dal chirurgo epatico ogni volta che lo suggerisce il proprio medico di medicina generale e qualora ci fosse la necessità di controllare il decorso post-operatorio.

Chirurgo dell’apparato digerente

 

Il ramo della chirurgia che si occupa di curare o migliorare lo stato delle forme morbose relative ad uno o più organi dell'apparato digerente è denominato chirurgia dell'apparato digerente.

 

 

Di che cosa si interessa il chirurgo dell'apparato digerente?

 

Il chirurgo dell'apparato digerente è uno specialista che si occupa di operazioni effettuate su uno o più organi compresi nell’apparato digerente al fine di curare o migliorare la prognosi dei disturbi che colpiscono tale apparato.

 

 

Quali malattie vengono maggiormente trattate dal chirurgo dell'apparato digerente?

 

I disturbi trattati più frequentemente da questo chirurgo comprendono le patologie funzionali, infiammatorie e neoplastiche sia dell’area superiore, ovvero esofago e stomaco, che della parte inferiore dell’apparato digerente, cioè piccolo intestino, colon e retto. Tra queste patologie si possono citare:

 

    malattia da reflusso gastroesofageo

    diverticolite

    ulcera

    poliposi intestinale

    neoplasie (gastriche, dell'esofago, dell'intestino, del colon-retto)

    ernia iatale

    sindromi dolorose da aderenze addominali post-chirurgiche

   

 

 Quali sono metodologie maggiormente impiegate dal chirurgo dell'apparato digerente?

 

Le tecniche più usate da questo chirurgo sono:

 

    esami radiologici (Rx del tubo digerente, clisma opaco, Tac, Rmn);

    esami endoscopici diagnostico-operativi, come esofagogastroduodenoscopia, gastroscopia, pancolonscopia, rettosigmoidoscopia, che consentono di visualizzare internamente, tramite endoscopia diagnostica, gli organi analizzati per poterne esaminare aspetto, funzionalità e probabili disturbi. Mediante questi esami si possono anche eseguire esigui prelievi di tessuto che verranno sottoposti ad analisi istologica, e modesti interventi in anestesia locale come, per esempio, l'estrazione di polipi (endoscopia operativa);

   

    operazioni chirurgiche effettuate, in base alle necessità, "a cielo aperto" ovvero mediante laparotomia; con tecniche "mini-invasive" (chirurgia robotica, laparoscopia); tramite guida ecografica.

 

 

Quando è necessario un appuntamento con il chirurgo dell'apparato digerente?

 

Si consiglia una visita con il chirurgo dell'apparato digerente sotto suggerimento del proprio medico di medicina generale e qualora risultasse utile il controllo delle condizioni che seguono un’operazione.

Cardiologo

 

Il ramo della medicina che esamina e cura le patologie ed i disturbi relativi al cuore ed alle arterie è detto cardiologia.

 

 

 

Il cardiologo si dedica alla diagnosi, alla terapia ed alla cura delle patologie a carico delle arterie e del cuore. Egli non si occupa delle soluzioni mediante interventi chirurgici in quanto i trattamenti in sala operatoria vengono svolti dal cardiochirurgo.

 

 

 

Le malattie generalmente trattate dal cardiologo sono:

    le aritmie

    la cardiomiopatia ischemica (infarto)

    le coronaropatie

    l'angina pectoris

    l'aterosclerosi

    lo scompenso cardiaco

    le anomalie congenite del cuore

    l'ipertensione

   

 

 

Una visita cardiologica prevede un’attenta anamnesi, a cui fa seguito un esame obiettivo che consiste nell'auscultazione del cuore ed in un elettrocardiogramma (ECG).

A seguito dei dati acquisiti, il cardiologo può decidere successivamente di effettuare maggiori accertamenti, suggerendo ad esempio:

 

   ecodoppler carotideo 

   ecocolordoppler cardiaco

   Holter pressorio nelle 24 ore

    studi elettrofisiologici 

    ECG dinamico secondo Holter

    test da sforzo

    Spect

    ecocardiografia

   

 

Dopo aver terminato il processo diagnostico, lo specialista può prescrivere i medicinali e le cure più idonee in base al caso, come:

 

    valvuloplastiche

    angioplastiche

    trombectomie coronariche

    interventi per correggere malfromazioni congenite

   

 

 

 

Si consiglia di effettuare una visita con il cardiologo qualora compaiano sintomi o segnali che implichino la condizione di salute del cuore, consultando il proprio medico di base al fine di determinare la necessità di contattare un cardiologo. Tra i disturbi in grado di generare dubbi si possono citare:

 

    pressione alta

    colesterolo alto

    fastidio o dolore alle spalle, al petto, alle braccia, al collo, o alla mascella, soprattutto se sembrano peggiorare e non migliorare affatto rilassandosi, o se compaiono accompagnati da pallore, sudorazione intensa, nausea o vomito, battito cardiaco non regolare o palpitazioni, vertigini o svenimenti, problemi durante l’ingestione e pressione bassa

 

Si consiglia un controllo cardiologico nel caso di predisposizione genetica ai disturbi cardiovascolari e se affetti da gengiviti, preeclampsia, diabete, gravidanza a rischio. Inoltre è consigliabile contattare il cardiologo per una visita se si fuma o si è fumato in passato e qualora si presenti l’intenzione di intraprendere una nuova attività fisica dopo aver compiuto i 40 anni d’età.

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