Tumore della mammella

Il tumore della mammella può essere di natura benigna o maligna. Il tumore maligno colpisce circa una donna su 10 ed è una malattia curabile con un’altissima percentuale di guarigione completa. 
La diagnosi precoce e l’approccio multidisciplinare hanno contribuito non poco all’aumento del numero di donne guarite da questa malattia oggi curabilissima.
Il chirurgo senologo, il chirurgo plastico, l’oncologo medico, l’oncologo radioterapista, il radiologo dedicato alla senologia, l’anatomo-isto-patologo, il medico nucleare interagendo tra loro, formano un’equipe multidisciplinare fondamentale per la prevenzione, la diagnosi e la cura del tumore maligno della mammella.
La malattia tumorale della mammella nella maggioranza dei casi non presenta nessun segno o sintomo, pertanto la prevenzione assume un ruolo importantissimo per scoprire in fase iniziale la malattia e curarla con successo. In alcuni casi, però, si manifesta con dei segni che non devono essere sottovalutati.

La prevenzione

  • > 25 anni, visita clinica annuale (associata ad ecografia mammaria a discrezione del senologo)
  • 25 – 35 anni, oltre alla visita clinica annuale, ecografia mammaria ogni 2 anni
  • 35 – 40 anni, oltre alla visita ed all’ecografia, almeno una mammografia di base
  • > 40 anni, visita senologica con mammografia ed ecografia mammaria ogni 12-18 mesi.

Segni e sintomi

  • Secrezione dal capezzolo
  • Retrazione del capezzolo
  • Rossore ed ispessimento della pelle della mammella
  • Nodulo mammario o ascellare.

In presenza di lesioni sospette cliniche e strumentali, prima della terapia bisogna fare la diagnosi istologica con l’effettuazione di ago-biopsia ecoguidata mediante “tru-cut” o di biopsia mammografica stereotassica “vacuum assisted”; in casi particolari è necessario sottoporsi a Risonanza Magnetica Nucleare (RMN) delle mammelle.

Il trattamento

Il trattamento chirurgico comprende:

  • la quadrantectomia con la conservazione della mammella (chirurgia conservativa) che può prevedere dei gesti plastici di rimodellamento sulla stessa mammella ma talvolta anche sulla mammella controlaterale, allo scopo di raggiungere un migliore risultato estetico (chirurgia oncoplastica);
  • la mastectomia (chirurgia ablativa) con l’ablazione completa della mammella ed eventuale ricostruzione o con la conservazione della pelle (skin-sparing mastectomy) e del complesso areola-capezzolo (nipple-areola sparing mastectomy) e ricostruzione immediata. La ricostruzione viene attuata con l’ausilio di impianti protesici in silicone (espansori e protesi) e, in casi particolari, con l’uso di lembi muscolo-cutanei di rotazione o lembi DIEP.

L’uso della tecnica chirurgica viene indicato dal tipo e dal numero di noduli tumorali presenti nella mammella. Oggi la linfoadenectomia ascellare, cioè la rimozione di tutti i linfonodi dell’ascella, è riservata solamente nei casi di presenza di metastasi ad uno o più linfonodi ascellari. Per rivelare la presenza di metastasi nei linfonodi dell’ascella si esegue la biopsia del linfonodo sentinella identificato preventivamente con l’uso di radiotraccianti.

Il trattamento medico consiste nell’ormonoterapia cioè l’assunzione di una compressa al giorno per 5 anni oppure nella chemioterapia che prevede l’uso di uno o più farmaci in associazione tra loro somministrati secondo cicli variabili in base al tipo istologico del tumore seguiti o meno dall’ormonoterapia. Infatti i tumori non sono tutti uguali. 

Il trattamento radioterapico si attua sempre dopo una terapia chirurgica conservativa ma in alcuni casi anche dopo mastectomia e consiste nell’irradiare con fasci di particelle accelerate (fotoni o elettroni) il tessuto mammario residuo per evitare il ritorno della malattia.