Ipotiroidismo

Con il termine di ipotiroidismo si definisce una sindrome clinica dovuta più frequentemente ad un’insufficiente produzione di ormoni tiroidei per un danno primitivamente tiroideo, come avviene in alcuni processi infiammatori su base autoimmune (tiroidite di Hashimoto) o in seguito ad una tiroidite virale (tiroidite subacuta); può insorgere dopo intervento chirurgico di tiroidectomia totale o parziale, dopo terapia con iodio radioattivo o terapia radiante esterna sulla regione del collo o dopo somministrazione di particolari farmaci quali gli antitiroidei, il litio, l’interferone ecc…

Età di manifestazione della patologia
Le manifestazioni cliniche dell’ipotiroidismo variano con l’epoca di comparsa e con l’entità e la durata della carenza degli ormoni tiroidei. L’ipotiroidismo congenito costituisce una malattia grave del neonato, poiché, se non diagnosticato e trattato tempestivamente, determina danni irreversibili soprattutto a carico del sistema nervoso centrale. Solo un trattamento tempestivo, iniziato entro le prime settimane di vita, può evitare l’instaurarsi delle lesioni neurologiche irreversibili. E’ per questo motivo che da molti anni è obbligatorio eseguire uno screening neonatale dell’ipotiroidismo in tutti i neonati mediante il dosaggio del TSH subito dopo la nascita. 

Se invece l’ipotiroidismo si manifesta in età successiva, ma pur sempre infantile, esso è caratterizzato da ridotto sviluppo corporeo e sessuale. Nell’individuo adulto i segni e sintomi dell’ipotiroidismo sono rappresentati da astenia, sonnolenza, cute secca e rugosa con secchezza e fragilità anche dei capelli, edemi diffusi, sensazione di freddo con ridotta sudorazione, stitichezza, aumento del peso corporeo. Possono essere presenti alterazioni del sistema neuro-psichico con rallentamento delle funzioni intellettive e dei riflessi, difficoltà nella concentrazione e nella memorizzazione ed alterazioni del tono dell’umore, per lo più in senso depressivo. 

Esami diagnostici
Reperti caratteristici dell’ipotiroidismo primitivo sono la riduzione degli ormoni tiroidei (FT3 ed FT4) e l’aumento del TSH. Utile è anche la ricerca degli autoanticorpi antitiroidei (anti-TPO e anti-Tg), la cui positività nell’ipotiroidismo primitivo indirizza verso la diagnosi eziologica di forme autoimmuni. Va anche ricordata l’opportunità di eseguire altri controlli ematologici, in quanto, spesso, l’ipotiroidismo si accompagna ad innalzamento del colesterolo, quadri anemici di varia origine ed alterazioni di alcuni enzimi epatici. L’ecografia tiroidea risulta anch’essa utile per valutare l’ecostruttura tiroidea (spesso alterata nelle forme tiroiditiche) e per escludere alterazioni volumetriche e formazioni nodulari tiroidee. 

Terapia
La terapia dell’ipotiroidismo si basa sulla somministrazione continuativa e a tempo indefinito di dosi adeguate di ormone tiroideo. Il farmaco di scelta è la tiroxina, l’ormone più importante sul piano quantitativo secreto dalla tiroide. Esso viene generalmente somministrato in unica somministrazione giornaliera al mattino, a digiuno e la dose ottimale va stabilita sulla base del quadro clinico e delle successive valutazioni plasmatiche degli ormoni tiroidei e del TSH.  

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