La differenza tra dolore acuto e dolore cronico risulta fondamentale per comprendere l’importanza della terapia del dolore: il dolore è un utile meccanismo quando viene espresso in modo acuto  in seguito a un trauma, a un intervento chirurgico o ad una malattia molto dolorosa; dunque è un valido meccanismo per salvaguardarci e per difenderci. Diventa invece un meccanismo inutile e dannoso quando viene messo in atto nel cosiddetto dolore cronico: “Un paziente oncologico che sente dolore persistente dovuto alla malattia – spiega il dott. Carmelo Costa, Responsabile dell’Unità Operativa di Medicina del Dolore di Humanitas Centro Catanese di Oncologia – non ne trae alcun beneficio: in questo caso infatti il dolore non è un segnale per difendersi, perchè il paziente oncologico conosce già la diagnosi e soffre quindi un dolore inutile e dannoso. Questo tipo di dolore non va sopportato e anzi deve essere contrastato”.

“Il nostro obiettivo – spiega il dott. Costa – è fornire al paziente una terapia farmacologica in grado di aiutarlo in tutto il percorso della malattia”.  

In Humanitas Centro Catanese di Oncologia è presente anche la chirurgia del dolore, che integra le cure farmacologiche. Attraverso un intervento di cordotomia è possibile recidere fasci di fibre nervose sensitive del midollo spinale, puntando ad ottenere la perdita della percezione del dolore cronico da cancro.

È possibile controllare efficacemente il dolore provocato dal tumore?

Sì, oggi la maggior parte dei farmaci analgesici utilizzati in Italia permette di trattare efficacemente il dolore.

Esiste una legislazione che consente la prescrizione facilitata di questi farmaci e molti Centri di cura oncologici hanno istituito una Unità di Terapia del dolore per combattere anche le forme più complesse di disagi dovuti al tumore.

I farmaci per il dolore devono essere assunti al bisogno?

No, a differenza di quanto accade nel controllo del dolore acuto, i farmaci per il dolore cronico devono essere assunti regolarmente ogni giorno a orari fissi secondo le indicazioni del medico. Inoltre è giusto che i farmaci per il dolore vengano assunti sin dall’inizio in modo adeguato. Se si aspetta che il dolore si intensifichi, sarà poi più difficile controllarlo in maniera soddisfacente.

I farmaci per il dolore che contengono morfina possono provocare gravi effetti collaterali?

Solitamente no, specie se vengono assunti sotto il controllo del medico curante. In ogni caso gli effetti collaterali più comuni come la nausea, la confusione mentale e la sonnolenza si attenuano fino a scomparire nell’arco di una settimana circa. La stitichezza, invece, solitamente continua per tutto il periodo in cui si assumono farmaci oppioidi. Alcune formulazioni come i cerotti, ad esempio, presentano in maniera minore questo effetto collaterale. In ogni caso è disponibile in Italia un farmaco che combatte efficacemente e specificatamente questo disagio.

I farmaci oppioidi creano dipendenza?

No. Il fenomeno della dipendenza da farmaci oppioidi è molto diffuso tra quelle persone che fanno uso di questo tipo di farmaci per usi voluttuari e non per controllare il dolore.

Si possono controllare tutti i dolori provocati dal tumore con i farmaci assunti per bocca o per cerotto?

No, i farmaci somministrati attraverso le vie più semplici non sempre possono controllare efficacemente il dolore. In questi casi è possibile somministrarli attraverso un sottile cateterino posizionato nella colonna vertebrale. A volte è possibile utilizzare una procedura che, attraverso il calore, impedisce di avvertire dolore.

Nei casi in cui il dolore interessa le vertebre, è possibile rinforzare le stesse posizionandovi del cemento e riducendo di conseguenza la sofferenza.