Il tumore alla prostata è uno dei più comuni tra gli uomini, ogni anno in Europa ne colpisce uno su sette, 36mila solo in Italia. Più si va avanti con l’età, più l’incidenza aumenta. Nella maggior parte dei casi la crescita delle cellule maligne è lenta e non costituisce pericolo non diffondendosi al di fuori della ghiandola prostatica, esistono tuttavia delle forme più aggressive in cui vengono coinvolti tessuti circostanti e altri organi. Dopo i 50 anni di età (40 in caso di familiarità), ogni uomo dovrebbe sottoporsi regolarmente alla misurazione del PSA (antigene prostatico specifico). Sono infatti proprio gli screening a scovare questo tipo di tumore, la cui diagnosi precoce permette di intervenire nelle fasi iniziali, quando la neoplasia è asintomatica.

In Humanitas Istituto Clinico Catanese, ogni anno, arrivano centinaia di pazienti che si sottopongono alla PET Colina, il tradizionale esame diagnostico di Medicina Nucleare che, grazie alle caratteristiche proprie del radiofarmaco colina, permette di acquisire delle immagini degli organi e tessuti interessati dalla malattia già nelle sue fasi iniziali.

Da qualche mese, grazie alla presenza all’interno della struttura della Radiofarmacia, è stata introdotta una importante novità nella lotta contro il tumore alla prostata: si chiama PET PSMA ed è un’indagine diagnostica che utilizza un radiofarmaco di ultimissima generazione, il 68Gallio-PSMA.

Il PSMA è un antigene presente in abbondanza sulla superficie delle cellule tumorali, il quale, se marcato con il Gallio-68, diventa un marker ottimale per lo studio del cancro della prostata attraverso la metodica PET, permettendo di raggiungere una precisione nello studio di questa malattia finora impensabile.

A spiegare di cosa si tratta è il dott. Demetrio Aricò, Responsabile del Servizio di Medicina Nucleare in Humanitas Istituto Clinico Catanese: “Il PSMA è il risultato delle innovazioni tecnologiche introdotte in Humanitas Istituto Clinico Catanese. La formula per la sintesi del 68Gallio-PSMA è stata pubblicata lo scorso settembre nella Farmacopea, il codice farmaceutico europeo, e la sua pubblicazione significa poter somministrare al paziente un radiofarmaco che fornisce informazioni diagnostiche nettamente più accurate rispetto a quelle ottenute negli anni passati attraverso la tradizionale PET Colina. Attualmente la PET PSMA può essere utilizzata in fase di stadiazione per i pazienti con rischio di malattia intermedio-alto oppure quando il PSA incomincia a risalire dopo la chirurgia/radioterapia”.

La PET Colina, fino ad oggi considerata l’indagine più precisa per identificare il tumore alla prostata, in special modo nel caso di una recidiva, sta quindi per <andare in pensione anticipata>, superata dal 68Gallio-PSMA che riconosce con precisione estrema piccole zone di cellule tumorali, anche in semplice fase di diagnosi.

Un passo avanti che ha i suoi risvolti pure in termini di terapie: infatti, la diagnosi che si ottiene tramite questo radiofarmaco permette di indirizzare tutta l’equipe medica verso più corrette strategie chirurgiche e terapeutiche e non solo. Il PSMA stesso è considerato un farmaco per la terapia se marcato con Lutezio-177, un altro radiofarmaco per la terapia del tumore della prostata che si trova in una fase di sperimentazione molto avanzata.

“Siamo stati tra i primi a produrlo in Italia e i primi in Sicilia – spiega. Avevamo una lista d’attesa interna e abbiamo cominciato da questi pazienti. Il PSMA è il farmaco del futuro”. Un passo avanti importantissimo al quale ne seguiranno degli altri, come racconta Aricò: “Produrremo certamente altri radiofarmaci come quelli per lo studio delle neoplasie cerebrali e delle infezioni, questa è la prova che gli investimenti tecnologici fatti in ospedale ci permettono di aiutare i pazienti sempre di più grazie all’utilizzo di metodiche innovative”.

Ogni anno, in Istituto, sono circa 500 i pazienti che utilizzano le metodiche di Medicina Nucleare per problematiche legate alla patologia prostatica, l’utilizzo del PSMA, con il tempo, aprirà nuovi scenari. Basti pensare ai vantaggi che derivano dal connubio tra la diagnosi di precisione della PET e le nuove tecniche di radioterapia stereotassica. Prima e più accuratamente verranno infatti individuate le metastasi, prima e meglio si potrà combattere il tumore.