Confrontarsi e promuovere la cultura della scienza è da sempre uno degli obiettivi fondamentali della medicina, che grazie ai raffronti continui tra professionisti riesce a migliorarsi sempre più e proporre ai pazienti cure migliori. Proprio con questo spirito il nostro Ospedale è in costante contatto con moltissime realtà nazionali e internazionali e ultimamente ha ottenuto l’accreditamento per entrare a far parte della Società Italiana Unitaria di Endocrinochirurgia, come Centro di Riferimento della Chirurgia della Tiroide.

La Società è nata recentemente con l’intento di unificare le esperienze di due illustri Società Scientifiche precedenti: la Società Italiana di Endocrinochirurgia (SIEC) fondata a Napoli nel 1980 ed il CLUB delle Unità di Endocrinochirurgia (UEC), fondata ad Ivrea nel 1998. Fanno parte dell’associazione endocrinochirurghi e chirurghi generali che si occupano con particolare impegno di patologie della tiroide, delle paratiroidi, del surrene, del pancreas, dei tumori neuroendocrini, del timo e della mammella, oltre a endocrinologi, medici nucleari, anatomopatologi, otorinolaringoiatri e tutti gli altri specialisti che per ragioni di studio o di affinità trattano questa materia. Tra gli obiettivi vi è quello di favorire lo scambio di informazioni, di esperienze e la conoscenza fra gli operatori del settore, individuando elementi comuni di crescita e progresso scientifico.

Che cos’è la tiroide?

La tiroide è una piccola ghiandola a forma di farfalla posta immediatamente sotto il pomo di Adamo, che gioca un ruolo chiave nel controllo del metabolismo mediante la produzione degli ormoni tiroidei (T4 e T3), sostanze che, tramite il sangue, raggiungono ogni distretto del nostro organismo. La funzione di questa ghiandola è regolata dall’ipofisi (una piccola ghiandola localizzata alla base del cranio).

Cos’è il tumore della tiroide?

Il carcinoma della tiroide viene considerata una neoplasia rara in quanto costituisce il 2% di tutti i tumori. Si può manifestare a tutte le età, con massima incidenza tra i 25 e i 60 anni e con una maggiore prevalenza nel sesso femminile. Tali neoplasie sono invece molto rare nei bambini. La sopravvivenza è molto elevata, superando il 90% a 5 anni nelle forme differenziate.

Quali sono i fattori di rischio per il carcinoma della tiroide?

Un fattore di rischio accertato per il carcinoma differenziato della tiroide è l’esposizione a radiazioni. Il tumore della tiroide è infatti più comune in persone sottoposte a radioterapia sul collo per altre neoplasie o esposte a ricadute di materiale radioattivo come accaduto ad esempio dopo l’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl.

Il ruolo del nostro ospedale

Humanitas Centro Catanese di Oncologia ha ottenuto l’accreditamento quale Centro di Riferimento della Chirurgia della Tiroide, grazie al raggiungimento di requisiti relativi non solo alla quantità delle prestazioni erogate, che prevede un minimo di 300 interventi all’anno, ma anche alla qualità delle condizioni strutturali, organizzative, di funzionamento, di prestazione sanitaria e di risultato. In particolare, la nostra struttura si è distinta, oltre all’elevato numero di pazienti trattati, anche per l’utilizzo di presidi elettromedicali di ultima generazione che costituiscono elementi migliorativi nell’esecuzione degli interventi chirurgici, riducendo la percentuale di complicanze.

“Per noi è un bel traguardo – spiega la dott.ssa Alessandra Tudisco, chirurgo otorinolaringoiatra di Humanitas Centro Catanese di Oncologia e referente del progetto – raggiunto rispettando i numerosi standard richiesti da PVA (Programma Valutativo di Accreditamento), che premia un percorso diagnostico-terapeutico che stiamo portando avanti da anni con una équipe multidisciplinare. La nostra Unità Operativa di Chirurgia Oncologica del Collo si occupa delle patologie neoplastiche benigne e maligne delle ghiandole: tiroide, paratiroidi e salivari maggiori (parotide, sottomandibolare e sottolinguale) e dei relativi distretti linfatici. Queste patologie – prosegue – vengono seguite dalla diagnosi (ecografia, agoaspirato ecoguidato, esame citologico ed eventuali ulteriori accertamenti) al trattamento chirurgico. Dedichiamo particolare attenzione al trattamento oncologico radicale delle neoplasie maligne di suddette ghiandole e delle eventuali linfadenopatie del collo a esse correlate”.