Acne

Acne

 

L’acne consiste in un’infiammazione dei follicoli pilosebacei e si presenta in linea di massima con i brufoli, i quali prima si formano inizialmente come comedoni (i punti neri) per poi dare avita a papule o pustole (brufoli) o anche ai più gravi noduli e cisti. L’acne si presenta principalmente nelle zone di viso, collo, torace e dorso. Anche se non si tratta di una patologia grave, l’acne nella sua forma più intensa induce anche a cicatrici inestetiche e permanenti che possono anche influenzare negativamente la psiche.

 

Che cos’è l’acne?

L’acne può essere di tipo giovanile o tardiva, cioè un disturbo che compare in età post adolescenziale o dell’adulto.

La prima compare insieme allo sviluppo sessuale e solitamente tende a scomparire alla fine di questo periodo o perdurare nell’adulto.

L’acne tarda o tardiva compare nell’adulto anche senza aver sofferto di acne giovanile.

Dal punto di vista clinico, si parla di acne comedonica, cistica, conglobata ecc., in base alla prevalenza di comedoni, cisti ecc.

 

Quali sono le cause dell’acne?

La comparsa degli ormoni nel periodo dell’adolescenza causa l’aumento di volume delle ghiandole sebacee e l’inizio della produzione del sebo. Il sebo è una secrezione oleosa, che serve a proteggere la cute dalle infezioni. In alcuni soggetti maggiormente predisposti, il sebo svolge un’azione irritante e induce la formazione del comedone o punto nero.

Il comedone è come un tappo, che impedisce lo scorrimento del sebo dalla ghiandola alla superficie della cute. I grassi che compongono il sebo, ristagnando, si degradano e diventano irritanti. Si sviluppano in eccesso i batteri. Infine, può avvenire una distruzione del follicolo con la formazione della relativa cicatrice.

La causa più importante dell’insorgenza dell’acne è la familiarità, cioè una predisposizione specifica a sviluppare questo disturbo. Intervengono poi fattori esterni come l’igiene, l’inquinamento ambientale, i disordini di alimentazione e, soprattutto, lo stress. Lo stress può far peggiorare l’acne ed il peggioramento dell’acne può provocare stress: si crea così un circolo vizioso.

Al contrario di quanto pensano la maggior parte degli utenti, alimenti molto grassi quali cioccolato, insaccati, formaggi, non creano l’acne. Tuttavia, un’alimentazione troppo calorica, soprattutto negli adolescenti, può far peggiorare un’acne già in atto, oltre a far aumentare il peso.

Un altro comportamento che si vede spesso ed è basato su un concetto sbagliato: il paziente con acne cerca di lavarsi con frequenza, spesso con molto sapone, nel tentativo di “asciugare” la cute seborroica e acneica; purtroppo, facendo questo aumenta la secrezione di sebo e l’irritazione, quindi peggiora l’acne. Quando si ha l’acne occorre lavarsi poco, non strofinare ed utilizzare poco sapone. Nei casi con molta infiammazione, poi, il sapone va sostituito con una crema da lavaggio.

Infine, lo schiacciamento dei punti neri o dei foruncoli provoca una diffusione dell’infiammazione, quindi aumenta la possibilità di formazione di cicatrici. Anche la pulizia del volto dall’estetista, che tenta di togliere i punti neri, è da evitare per gli stessi motivi.

 

Quali sono i sintomi dell’acne?

La comparsa di comedoni o punti neri, di foruncoli, di cisti e di noduli su viso, collo, petto e schiena. Normalmente, non si tratta di una patologia grave ma, nei casi più seri, per evitare la comparsa di cicatrici e segni permanenti, è bene rivolgersi ad uno specialista di dermatologia.

 

Diagnosi

La diagnosi è di tipo clinico ed al dermatologo spetta individuare le concause e indagare sui comportamenti sbagliati, al fine poi di consigliare il trattamento più adatto alle esigenze del singolo paziente.

 

Trattamenti

Un tempo si pensava che l’acne fosse una malattia causata di batteri presenti nel follicolo (teoria batterica), capaci di produrre acidi grassi dotati di attività infiammatoria. In realtà, studi più recenti hanno dimostrato che i batteri svolgono un ruolo secondario nell’acne e quindi il trattamento con antibiotici non è più indicato. Inoltre, gli antibiotici che si usavano per l’acne erano spesso poco tollerati dal fegato e reagivano con la luce del sole (fototossicità). La cura moderna dell’acne non prevede l’uso di antibiotici, nemmeno per applicazione locale.

Alle ragazze o alle donne che hanno l’acne viene spesso prescritta la pillola contraccettiva semplice, o con aggiunta di antiandrogeni. Questo comportamento terapeutico deriva dalla falsa premessa che l’acne sia causata da una disfunzione degli ormoni sessuali. In realtà, le adolescenti o le donne con acne non hanno affatto disfunzioni ormonali. L’impiego della pillola contraccettiva per la cura dell’acne, oltre a non produrre un significativo miglioramento, espone ai rischi dell’uso di estrogeni e antiandrogeni, fra i quali vi sono aumento di peso, comparsa di cellulite, ipertensione, alterazioni del fegato, pericolo di trombosi. Per questi motivi, non si dovrebbe usare la pillola anticoncezionale nella cura dell’acne femminile.

Viene definita come pillola anti-acne una pillola a base di acido retinoico, un derivato della Vitamina A, che agisce impedendo la formazione dei comedoni e delle cisti che sono alla base dello sviluppo dell’acne. L’acido retinoico è quindi un trattamento specifico ed efficace, che ha tuttavia molti effetti collaterali. Tra i più comuni: secchezza cutanea e degli occhi, mal di testa, aumento del colesterolo, calcificazioni e depressione psichica.

Inoltre, questo farmaco, in caso di gravidanza, può indurre gravi malformazioni fetali. Per questo, l’impiego di acido retinoico per via orale è circoscritto ad alcuni casi particolari. L’acido retinoico funziona anche se applicato direttamente sulla cute acneica, evitando così i problemi di tossicità del farmaco assunto per bocca. Tuttavia, data la sua potente attività, si applica, di solito, una sola volta alla settimana e va integrato con il micropeeling.

Il micropeeling consiste nel frizionare le zone interessate dall’acne con la lozione glicoalcolica composta da acido glicoloco e acido salicilico a bassa concentrazione. Questa lozione disinfetta e aumenta l’azione desquamante, liberando i follicoli dai comedoni e quindi, nel tempo, spegnendo l’acne. Poiché la tecnica del micropeeling non comporta l’uso di farmaci, il trattamento può essere fatto da tutti e protratto anche per anni, cioè fino a che l’acne non regredisce spontaneamente. In accoppata con il micropeeling, nei casi più seri, funziona bene la terapia fotodinamica, una moderna forma di trattamento mediante la luce, utile per ridurre l’infiammazione (nelle forme maggiormente infiammate) e permettere di continuare con il micro peeling.

 

Prevenzione

Se si è predisposti all’Acne occorre:

Evitare di applicare creme sul volto, comprese quelle solari.

Non utilizzare trucchi in crema come i fondotinta, ma trucchi minerali.

Struccarsi con creme da lavaggio e non con latte detergente

Evitare di schiacciare i punti neri ed evitare la pulizia del volto

Evitare le forti esposizioni al sole,e le lampade UV

Una volta che l’acne è scomparsa, è possibile continuare un trattamento micro peeling discontinuato per evitare che si formino nuovamente i foruncoli.

Acne cistica

Acne cistica

 

L’acne cistica è un particolare disturbo dalle caratteristiche cronico-infiammatorie localizzabili nel follicolo pilifero e delle ghiandole sebacee e si presenta con comedoni (punti neri chiusi e aperti), papule (elementi infiammati) e pustole (brufoli col puntino bianco o giallo).

Il comedone è un accumulo squamoso che si presenta come tappo allo sbocco dei follicoli, le papule e le pustole si formano invece a causa della crescita affrettata dei batteri della pelle all’interno dei follicoli.

 

Che cos’è l’acne cistica?

L’acne cistica è la forma più grave di acne e compare nel periodo della pubertà o tra i 20 e i 30 anni e si caratterizza per i noduli e le cisti di diversa grandezza sulle zone di viso e tronco. A soffrirne possono essere sia donne che uomini.

 

Da cosa è originata l’acne cistica?

Attualmente non sono ancora note le cause scatenanti dell’acne cistica, la comunità medica ritiene comunque che questa forma acuta possa essere connessa all’eccessiva attivazione delle ghiandole sebacee per stimolo neuroendocrino. I noduli si formano a partire dall’accumulo di secrezioni in profondità. Le cisti sono grumi pieni di pus sotto la superficie della pelle, sono dolorose e possono causare cicatrici, soprattutto se viene trattata in modo opportuno.

 

Quali sono i sintomi dell’acne cistica?

I sintomi dell’acne cistica sono la presenza dei noduli e cisti, infiammazione e dolore.

 

Come prevenire l’acne cistica?

I soggetti affetti da questo tipo di acne dovrebbero seguire i consigli di seguito per trattare il disturbo:

  • Detergere con regolarità, ma non troppo frequentemente, la pelle con prodotti delicati e non schiumogeni. Per detergere la pelle da cellule morte e dal sebo in eccesso senza irritarla sono sufficienti due pulizie al giorno.
  • Non utilizzare cosmetici in crema perché favoriscono l’acne e utilizzare i trucchi minerali.
  • Struccarsi con detergente non schiumogeno prima di andare a dormire ogni sera per far respirare la pelle.
  • Non sfregare la pelle con tessuti che possano peggiorano l’acne quali tessuti di cotone, colli aperti, niente sciarpe.

 

Durante il periodo estivo la pelle va protetta dall’esposizione solare con foto riflettenti minerali e non con creme solari.

 

Diagnosi

La diagnosi è fatta attraverso esame obiettivo che evidenzia la presenza di noduli e cisti.

 

Trattamenti

Il farmaco più efficace è l’Isotretinoina, un derivato della vitamina A, in grado di far regredire l’acne cistica in quattro/sei mesi di trattamento nella quasi totalità dei casi. Purtroppo questo farmaco, assunto a lungo termine, produce differenti tipi di tossicità e pertanto va usato, sotto controllo dermatologico, solo in casi selezionati.

Nel caso in cui non si possa o voglia prendere l’Isotretinoina si impiega il Micropeeling e la Terapia Fotodinamica: questa metodica produce la guarigione dell’acne cistica in tempi più lunghi ma ha il vantaggio di non assumere farmaci e non avere tossicità.

Dermatite

Dermatite

 

Con il termine dermatite si indica un disturbo che si presenta con pelle arrossata, irritazione, gonfiore e prurito. La dermatite è un’infiammazione della pelle originata da varie possibili cause, le più comuni delle quali sono causati da fattori irritativi o allergici e in linea di massima sono riconducibili a reazioni a fattori esterni o interni che si manifesta con eruzioni cutanee diffuse. Le dermatiti si differenziano in dermatite irritativa, allergica, eczematosa, infiammatoria, reattiva ecc.

 

Che cos’è la dermatite?

La dermatite consiste in una reazione della pelle a fattori esterni (allergeni, chimici, fisici) o interni (liberazione dei fattori dell’infiammazione ). È caratterizzata da un’infiammazione improvvisa della cute che diventa rossa e pruriginosa. Si presenta nella sua forma momentanea o persistente, a seconda delle cause, e può poi svilupparsi con complicazioni quali gonfiore, desquamazione, vescicole, bolle, erosioni e croste.

 

Le forme più comuni di dermatite sono:

  • Dermatite atopica o eczema atopico: frequente in età infantile, presenta un arrossamento e vescicole in corrispondenza delle pieghe della pelle, ad esempio nei gomiti, nelle ginocchia e nel collo, in cui l’umidità favorisce l’irritazione della pelle.

 

  • Dermatite seborroica: l’infiammazione cutanea si accompagna desquamazione intensa. Si presenta in modo più comune sul cuoio capelluto, causando la forfora, o nei neonati come crosta lattea, e sul volto.

 

  • Dermatite da contatto: causata dal contatto con sostanze urticanti (come l’ortica) o irritanti (come detersivi o altre sostanze chimiche) o il veleno di insetti, è fortemente irritativa e può dar vita a vescicole nell’area interessata.

 

Quali sono i sintomi della dermatite?

I sintomi della dermatite cambiano a seconda dell’origine. In linea generale, i sintomi sono accumunati dalla manifestazione cutanea improvvisa caratterizzata da rossore, desquamazione, vescicole, bolle, erosioni e crosticine. L’eruzione cutanea può essere di natura più o meno fastidiosa e dare origine ad una sensazione di prurito o calore più o meno intensa, spingendo la persona a grattarsi con energia, non comporta comunque lacerazioni e ferite o rischi indiretto di infezione.

 

Come si può prevenire la dermatite?

Non esistono misure specifiche per evitare la comparsa della dermatite nelle sue diverse forme. E’ inoltre sempre meglio limitare il numero di bagni e lavaggi troppo frequenti, perché la pulizia eccessiva e l’uso di saponi più o meno aggressivi finisce per impoverire la pelle degli strati esterni che la proteggono.

È bene anche evitare che la pelle sia eccessivamente secca, usando unguenti autoidratanti.

Indossare abiti di cotone è un’abitudine migliore di usare quelli in fibra sintetica.

Diagnosi

Per diagnosticare la dermatite è essenziale osservarne i sintomi in una regolare visita dermatologica.

In caso di dermatite allergica, il dermatologo può condurre test allergologici, come il Patch Test, attraverso il quale si possono identificare le sostanze che l’hanno provocata.

 

Trattamenti

Le cure della dermatite sono diverse in base alle cause. Sono disponibili in commercio prodotti lenitivi di automedicazione, in grado di alleviare momentaneamente l’infiammazione e il prurito, tra cui le creme all’ossido di zinco e magnesio silicato. La prescrizione di un medico può individuare la terapia più adatta.

L’eczema e le dermatiti allergiche possono essere curate con prodotti a base di cortisone per un periodo ben limitato di tempo.

In alcuni casi si può intervenire anche con la fototerapia: l’uso controllato di raggi UV, infatti, può attenuare o favorire la riduzione dei sintomi più fastidiosi.

Dermatite allergica da contatto

Dermatite allergica da contatto

 

La dermatite allergica da contatto è una reazione allergica della pelle causata dal contatto con sostanze allergeni, ossia sostanze che possono stimolare la risposta immunologica del corpo umano. Il contatto della cute con gli allergeni dà vita ad una reazione infiammatoria, pruriginosa a cui possono associarsi fenomeni di vescicole, si tratta di una reazione nota anche come Eczema.

 

Che cos’è la dermatite allergica da contatto?

La dermatite da contatto allergica è una reazione della pelle ad allergeni chimici o naturali. Consiste in un’infiammazione improvvisa della cute che diventa rossa e pruriginosa.

 

Dopo la prima fase possono presentarsi vescicole piene di siero, se le vescicole con il grattamento vengono rotte il siero si rapprende sulla pelle in forma di crostosità appiccicosa. Il grattamento dovuto al prurito intenso può provocare l’infezione della pelle.

 

Quali sono le cause della dermatite allergica da contatto?

La dermatite da contatto allergica può trovare origine nel contatto con allergeni chimici o ambientali.

Tra i primi si annoverano alcuni metalli, i coloranti, le resine i preservanti e tra i secondi gli olii e le essenze delle piante e fiori.

 

Quali sono i sintomi della dermatite allergica da contatto?

In linea di massima la dermatite da contatto allergica è una manifestazione cutanea improvvisa caratterizzata da chiazze rosse, vescicole, desquamazione, abrasioni e croste. L’eruzione cutanea provoca quindi prurito o sensazione di calore localizzato e più o meno intenso, spingendo così il soggetto che ne è affetto a grattarsi con insistenza.

 

Esistono trattamenti per la dermatite allergica da contatto?

L’unica prevenzione contro la dermatite allergica consiste nell’evitare il contatto con gli allergeni, quando individuati.

I trattamenti generici per contrastare la dermatite da contatto sono identificabili nei consigli di evitare bagni e lavaggi troppo frequenti, perché la pulizia eccessiva e l’uso di saponi più o meno aggressivi finisce per impoverire la pelle degli strati esterni che la proteggono.

È bene anche evitare che la pelle sia secca, cercando di idratarla con creme delicate e non profumate.

Non fare uso di deodoranti spray e profumi. È bene asciugare la pelle delicatamente, tamponando l’umidità in eccesso, piuttosto che sfregandola.

 

Diagnosi

Il dermatologo effettua la diagnosi grazie al test allergologico, detto test del cerotto o patch test, attraverso il quale si possono identificare le sostanze che l’hanno provocata applicando sulla cute tracce di allergeni purificati per identificare l’origine della reazione.

 

Trattamenti

Il trattamento della dermatite da contatto allergica dipende dall’identificazione dell’agente che l’ha provocata e dalla possibilità di allontanarla della pelle.

L’eczema può essere mitigato applicando crema a base di cortisone.

Dermatite atopica

Dermatite atopica

 

La Dermatite Atopica (DA è più comunemente nota come eczema costituzionale, e consiste in una vera e propria infiammazione della pelle specificatamente originata da formazioni improvvise di cute secca e pruriginosa e di chiazze rosse con vescicole. In alcuni soggetti si associa ad asma o a rinite allergica. Può interessare la fascia infantile o quella dell’adulto. La DA può presentarsi in vari punti del corpo umano e colpisce soggetti che presentano già pelle secca e iperattiva.

 

Che cos’è la dermatite atopica?

La DA consiste in un’infiammazione senza preavviso della pelle e dà origine ad un prurito anche molto fastidioso e ad arrossamenti localizzati decisamente visibili. In linea generale è un disturbo che colpisce mani, piedi, piega interna del gomito e quella posteriore delle ginocchia, polsi, caviglie, viso, collo, torace. È frequente anche la manifestazione intorno agli occhi.

 

Nella sua forma infantile si manifesta nei primi mesi o anni di vita del bambino, generalmente in maniera improvvisa. La comparsa improvvisa della DA è un tratto comune anche nella popolazione adulta. In alcuni casi, quando la dermatite atopica si cronicizza o si è costretti a grattarsi spesso, la pelle può ispessirsi, dando vita a una formazione di pelle dura ispessita e molto pruriginosa.

 

Da cosa è causata la dermatite atopica?

Le cause della DA non sono note. Si ritiene che ci sia una componente ereditaria che induce a una reattività infiammatoria spiccata verso agenti comuni.

I soggetti affetti da DA hanno una funzione barriera della pelle difettosa per cui entrano in contatto con sostanze normalmente tenute all’esterno.

Il cambiamento di stagione e lo stress psicofisico sono tra le maggiori cause di scatenamento della DA.

 

Quali sono i sintomi della dermatite atopica?

La DA si manifesta con chiazze rosse su cute secca e pruriginosa. Le chiazze possono essere ricoprire di vescicole, abrasioni, crosticine con aspetto simile all’eczema.

Il prurito può essere più o meno intenso e tende a peggiorare durante la notte. La pelle è maggiormente sensibile e incapace di tollerare i prodotti più comuni.

 

Come prevenire la dermatite atopica?

Il consiglio è quello di non fare bagni e lavaggi in modo troppo frequente, la pulizia eccessiva e l’uso di saponi più o meno aggressivi tende infatti ad impoverire la pelle degli strati esterni che la proteggono. È bene asciugare la pelle delicatamente, tamponando l’umidità in eccesso, piuttosto che sfregandola.

Occorre evitare di applicare creme idratanti, emollienti e profumi perché non tollerate dai soggetti atopici.

Non indossare indumenti in fibra sintetica che tengono umida la pelle.

Appena possibile esporsi al sole con criterio e senza utilizzare creme solari.

Utilizzare la Crema Lenitiva al primo accenno di prurito della pelle.

 

Diagnosi

Per la diagnosi della dermatite generalmente è necessaria l’osservazione dei sintomi durante una visita dermatologica.

 

Trattamenti

La cura della dermatite varia in base al livello di gravità. Sono disponibili in commercio prodotti lenitivi di automedicazione, in grado di alleviare momentaneamente l’infiammazione e il prurito.

Nei casi più severi occorre sospendere il lavaggio per non accentuare la dermatite. In questo caso i lavaggi si effettuano a “secco” con un telo inumidito di soluzione astringente e antisettica. Di solito si usa la soluzione di Permanganato di Potassio.

Come medicazione si usano creme ad azione riducente contenenti l’Ittiolo Solfonato o il Coal Tar (catrame minerale). L’esposizione al sole estivo può essere un elemento che contribuisce, se fatta con la dovuta precauzione, alla regressione della DA.

Dermatite da contatto irritativa

Dermatite da contatto irritativa

 

La dermatite da contatto irritativa è una reazione infiammatoria della pelle dovuta al contatto con sostanze in grado di stimolare una risposta infiammatoria. In seguito al contatto della cute con determinate sostanze si sviluppa una reazione infiammatoria, pruriginosa della pelle caratterizzata dalla comparsa di vescicole.

 

In cosa consiste la dermatite da contatto irritativa?

La dermatite da contatto irritativa si presenta con una reazione della pelle a determinati stimoli chimici o naturali. Ad una prima infiammazione senza preavviso, durante cui la cute subisce arrossamenti e provoca pruriti anche forti, avviene la formazione di particolari vescicole piene di siero: se queste vengono rotte per il grattarsi del soggetto affetto dal disturbo, il siero si rapprende sulla pelle in forma di crostosità appiccicosa. Il grattamento dovuto al prurito intenso può provocare l’infezione della pelle.

 

Quali sono le cause della dermatite da contatto irritativa?

La dermatite da contatto irritativa trova origine nel contatto con sostanze chimiche o ambientali. Tra i primi si annoverano le sostanze acide, alcaline, caustiche, anche di uso comune come quelle utilizzate nelle pulizie domestiche. Anche molti vegetali rilasciano al contatto sostanze che causano improvvisa infiammazione alla pelle.

 

Quali sono i sintomi della dermatite da contatto irritativa?

Generalmente la dermatite da contatto irritativa si presenta con una manifestazione cutanea improvvisa caratterizzata da chiazze rosse, vescicole, desquamazione, erosioni e croste. L’eruzione cutanea causa una sensazione di prurito o calore/bruciore più o meno intensa, spingendo la persona a grattarsi con insistenza.

 

Esistono trattamenti preventivi della dermatite da contatto irritativa ?

L’unica prevenzione contro la dermatite allergica consiste nell’evitare il contatto con le sostante potenzialmente infiammatorie. È consigliabile indossare guanti e indumenti protettivi quando si usano prodotti chimici potenzialmente irritanti o quando si pratica giardinaggio o quando ci si addentra in radure, boschi ecc.

 

Diagnosi

In linea di massima una visita dermatologica può identificare la presenza della dermatite in corrispondenza delle aree in contatto con l’esterno; di solito si tratta di mani, collo, volto. In caso di dubbio con la dermatite da contatto allergica si eseguono i test allergologici epicutanei o patch test.

 

Trattamento

In caso di dermatite da contatto irritativa il dermatologo di solito prescrive

  • gel astringenti a base di cloruro d’alluminio
  • crema Lenitiva a base di ossido di zinco
  • creme cortisoniche per breve tempo (in casi più infiammatori)

Dermatite da contatto o atopica della palpebra

Dermatite da contatto o atopica della palpebra

 

La dermatite da contatto della palpebra è una reazione infiammatoria della pelle caratterizzata da una anomala risposta immunitaria verso una sostanza scatenante, chiamata allergene.

 

Che cos’è la dermatite da contatto della palpebra?

La dermatite da contatto si manifesta con una improvvisa presentazione di eruzione cutanea nell’area che circonda l’occhio o con l’accumulo di liquidi nelle palpebre (edema palpebrale) e una lieve secrezione acquosa.

 

Quali sono i sintomi della dermatite da contatto della palpebra?

I sintomi di una dermatite da contatto sono:

prurito

lacrimazione

bruciore

edema

iperemia

 

Quali sono le cause della dermatite da contatto della palpebra?

Le cause della dermatite da contatto della palpebra possono essere il risultato di una reazione a colliri o cosmetici.

 

I più frequenti allergeni che interessano l’area oculare includono:

coloranti

nichel

cobalto

cromo

rame

 

(Queste sostanze sono spesso presenti nei cosmetici per il make up)

 

Diagnosi

Per la diagnosi si procede con visita medica per escludere dermatiti irritative, tossiche e infettive. Inoltre, vengono eseguiti esami allergologici per determinare l’allergene responsabile della reazione:

Prick test

Patch test

Rast sierici

 

Trattamenti

La dermatite da contatto palpebrale si cura in fase acuta con l’applicazione di pomate con blanda quantità di steroidi (desametazone crema 0.05%) sulla regione palpebrale interessata per 4-5 giorni.

In caso di necessità, la condizione è trattata con un antistaminico orale. Trattamenti desensibilizzanti possono essere utili nel lungo termine.

 

Prevenzione

Per prevenire la dermatite, l’unica prevenzione è evitare accuratamente agenti e sostanze che provocano la reazione.

Dermatite da Stress

Dermatite da Stress

 

La dermatite è un’infiammazione della pelle e consiste nella formazione improvvisa di chiazze rosse, di pelle secca, di prurito.

La dermatite da stress si presenta con i sintomi caratteristici della dermatite generica e in assenza di altre cause evidenti (sensibilità accertata ad allergeni, contatto con sostanze urticanti, uso di farmaci o cosmetici), avviene senza preavviso e durante un periodo di sovraffaticamento psicofisico ed emotivo.

 

Che cos’è la dermatite da stress?

La dermatite si manifesta con un’infiammazione improvvisa della cute, che può arrecare fastidi di varia entità, prurito o sensazione di bruciore. La reazione è caratterizzata da secchezza cutanea, arrossamento e desquamazione eccessiva,

Per l’azione di grattamento compaiono abrasioni o crostificazione.

Solitamente colpisce il volto, il collo, le mani, i piedi. È frequente anche nella zona delle palpebre.

L’eruzione cutanea può essere più o meno fastidiosa e causare una sensazione di prurito o calore più o meno intensa, spingendo la persona a grattarsi con insistenza. Questa situazione può comportare ferite abrasioni ed escoriazioni e un rischio indiretto di infezione.

 

Quali sono le cause della dermatite da stress?

I meccanismi che innescano la dermatite da stress non sono del tutto noti. È probabile che lo stato di sovraffaticamento psicofisico ed emotivo possa giocare un ruolo di concausa accanto ad altri fattori di base come eccesso di lavaggio, uso di cosmetici, esposizione al freddo e all’umidità.

La pelle rappresenta è infatti una vera e propria valvola di sfogo di complessi meccanismi che alla fine sono in grado di attivare gli ormoni o i mediatori dell’infiammazione.

 

Quali sono i sintomi della dermatite da stress?

I sintomi della dermatite da stress non differiscono da quelli di una dermatite da contatto. La durata del disturbo non è considerabile quale causa primaria della cosiddetta origine psicofisica della patologia. In linea di massima, hanno in comune una manifestazione cutanea improvvisa caratterizzata da rossore, desquamazione, vescicole, abrasioni e crosticine. L’eruzione cutanea pul causa re più o meno problematiche fastidiose che si accompagnano ad una sensazione di prurito o calore o bruciore più o meno intensa, spingendo la persona a grattarsi con insistenza. La dermatite è una delle cause di disfunzione del sonno e può interrompere infatti il riposo notturno.

 

Come prevenire la dermatite da stress?

La prevenzione della dermatite da stress non è possibile perché lo stress può colpirci in qualsiasi momento della vita.

 

Diagnosi

La diagnosi di dermatite da stress viene eseguita escludendo altre cause quali l’esposizione ad agenti esterni, cause endogene e alterazioni immunologiche. Spesso è sufficiente la visita del dermatologo per identificare una reazione transitoria imputabile al sovraffaticamento psicofisico, ma in alcuni casi è necessario condurre esami specifici (per escludere l’interferenza di altri fattori).

 

Trattamenti

Generalmente, la dermatite da stress scompare spontaneamente dopo un breve periodo, senza necessità di terapie specifiche. Tuttavia, in determinate circostanze, per la natura o per la durata della manifestazione, che può provocare disagio fisico o estetico alla persone, si possono utilizzare rimedi utili ad attenuare i sintomi.

Sono disponibili in commercio Creme Lenitive di automedicazione, in grado di alleviare momentaneamente l’infiammazione e il prurito.

L’esposizione al sole è in grado di ridurre il prurito.

Diminuire i lavaggi e lavarsi con detergenti non schiumogeni aiuta a diminuire i fastidi.

Eliminare, quando possibile, le fonti di stress è il trattamento più utile.

Dermatite Seborroica

Dermatite Seborroica

 

La dermatite seborroica è una patologia che si presenta come infiammazione cronica della cute ed interessa principalmente il cuoio capelluto e il volto. A volte si manifesta in modo irregolare e alternato, da qui l’accezione propria di patologia cronico-recidivante e frequentemente si manifesta in quel periodi di transito tra le varie stagioni. Esattamente come le altre forme di dermatite, anche questa consiste in un’infiammazione intensa della pelle ma, al contrario di quanto accade nei casi relativi alle altre dermatiti, quella seborroica comporta una forte desquamazione: la forfora è uno dei segni tipici della dermatite seborroica. Le casistiche più gravi, l’esfoliazione intensa può dar vita a crosticine, in altre a eritema o follicolite.

 

Che cos’è la dermatite seborroica?

La dermatite seborroica è una dermatite che presenta l’infiammazione della cute, con focus particolare nel cuoio capelluto e del volto e dalla formazione di squame degli strati superficiali dell’epidermide che si staccano e cadono (forfora), sostituiti da crosticine. Oltre che cuoio capelluto e volto, può interessare tutte le zone ricche di ghiandole sebacee tra cui la zona sternale, interscapolare, l’area genitale.

 

Quali sono le cause della dermatite seborroica?

Non esiste una causa nota della dermatite seborroica. Si considerano come cause: squilibri ormonali, che si verificano in particolare durante il passaggio da una stagione all’altra, l’uso di farmaci (ad esempio corticosteroidi), lo stress psicofisico, la predisposizione genetica.

 

Quali sono i sintomi della dermatite seborroica?

I sintomi tipici della dermatite seborroica sono la formazione e il distacco dalla cute di squame untuose, sotto forma di forfora. Questa manifestazione è accompagnata in linea di massima da fenomeni di irritazione della cute, fastidi dovuti a sensazioni prurito a volte anche acuto e secchezza della pelle.

 

Come prevenire la dermatite seborroica?

Non esistono misure specifiche per evitare la comparsa della dermatite nelle sue diverse sedi. Si raccomanda di evitare bagni e lavaggi troppo frequenti, perché la pulizia eccessiva e l’uso di saponi o shampoo aggressivi finisce per impoverire la pelle degli strati esterni che la proteggono.

Occorre anche evitare il grattamento o il distacco manuale delle squame dal momento che tutte queste specifiche abitufini o attività tendono a far nascere ulteriori forme di infiammazione da dermatite.

 

Diagnosi

Per la diagnosi della dermatite generalmente è necessaria l’osservazione dei sintomi durante una visita dermatologica.

 

Trattamenti

Il trattamento della dermatite seborroica si realizza con prodotti che riducono l’infiammazione e la desquamazione detti appunto riducenti. I riducenti più usati sono lo Zolfo nella sua forma colloidale e l’Acido Salicilico. I riducenti per la dermatite seborroica sono formulati in crema priva di idrocarburi o in lozione idroalcolica.

Malattie sessualmente trasmissibili

Malattie sessualmente trasmissibili

 

Le malattie sessualmente trasmissibili (MST), comunemente note con il nome di infezioni sessualmente trasmesse (IST) sono infezioni che si trasmettono per contagio diretto tramite contatto sessuale. Sono in genere causate da batteri, virus e protozoi che passano da un individuo all’altro mediante il passaggio, attraverso le mucose, di liquidi biologici infetti. Si tratta di specifici disturbi e patologie che tendono a concentrare la loro azione nelle zone di interesse degli organi genitali o altri organi e apparati.

 

Che cosa sono le malattie sessualmente trasmissibili?

L’attività sessuale ha un ruolo essenziale nella diffusione di queste infezioni, ma è possibile essere infettati anche senza contatto sessuale: è quello che accade, ad esempio, nel caso di trasmissione da madre a bambino durante la gravidanza o il parto (trasmissione verticale), tramite trasfusioni di sangue infetto o tramite l’uso di aghi o strumenti chirurgici non adeguatamente sterilizzati (tatuaggi).

 

Quali sono le cause delle malattie sessualmente trasmissibili?

Le infezioni sessualmente trasmesse possono essere causate da:

  • batteri (gonorrea, sifilide, clamidia);
  • virus (Papillomavirus umano, herpes genitale, Hiv, epatite A, B e C);
  • protozoi (come la tricomoniasi).
  • funghi (Candida Albicans)

 

Quali sono i sintomi delle malattie sessualmente trasmissibili?

Non è detto che le infezioni sessualmente trasmesse si manifestino nell’immediato, al contrario queste possono anche restare latenti per periodi più o meno lunghi. I sintomi possono manifestarsi in base alla tipologia di infezione da alcuni giorni ad alcuni anni dopo l’esposizione. Alcune infezioni sono banali e si risolvono in pochi giorni (è il caso per esempio della Candida Albicans), o qualche settimana, senza lasciare conseguenze. Altre volte (come nel caso dell’HIV o della sifilide) la progressione della patologia può portare a complicanze serie e alcune volte letali. Alcune di queste infezioni possono decorrere in modo del tutto asintomatico per molto tempo, pur conducendo a serie alterazioni funzionali di alcuni organi con decadimento della loro funzione (è il caso per esempio dei danni a carico delle tube da parte della Clamidia Trachomatis, con conseguente infertilità).

 

Particolare attenzione si deve prestare a determinati segni:

  • piaghe sui genitali, nella zona rettale o nella zona orale
  • bruciore o dolore alla minzione
  • secrezioni dal pene
  • perdite vaginali (leucorrea)
  • perdite vaginali ematiche
  • ingrossamento dei linfonodi, soprattutto nell’area inguinale
  • dolori pelvici, accompagnati in alcuni casi a febbri persistenti o a diarrea
  • rash cutaneo su tronco, mani o piedi

 

 

E’ possibile agire per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili?

La prevenzione è fondamentale per evitare l’insorgere delle infezioni sessualmente trasmissibili. Ci sono diversi modi per evitare o ridurre il rischio di sviluppare queste malattie:

Astensione dall’attività sessuale “a rischio” (evitare rapporti sessuali occasionali, utilizzare in modo corretto il preservativo).

Vaccinazioni: per prevenire l’infezione da Papillomavirus umano (Hpv), da epatite A e da epatite B è possibile vaccinarsi.

Evitare l’uso di droghe o l’abuso di alcol, il cui effetto può favorire l’adozione di comportamenti sessuali azzardati o pericolosi.

Evitare la condivisione di tutti quegli oggetti – tra cui rasoi, forbici, aghi, spazzolino da denti – che possono penetrare la cute o le mucose.

Se si è deciso di eseguire un tatuaggio, accertarsi che vengano messe in atto correttamente le procedure per la disinfezione e sterilizzazione dello strumentario.

 

Diagnosi

Diversi sono i test che possono essere utilizzati per diagnosticare un’infezione sessualmente trasmessa:

esame obiettivo specialistico

esami del sangue

analisi dell’urina

esami di campioni di fluidi biologici

 

Trattamenti

La scelta del trattamento dipende dal tipo di infezione di cui il paziente soffre. Le malattie sessualmente trasmissibili causate da batteri sono generalmente più facili da curare, mentre le infezioni virali possono essere seguite nel tempo, ma non sempre curate.

 

Nel caso delle infezioni sessualmente trasmesse causate da batteri e protozoi vengono impiegati antibiotici somministrati per uso locale o sistemico. È preferibile astenersi dall’attività sessuale fino al completamento del trattamento e alla regressione delle eventuali lesioni.

 

Nel caso di infezioni virali vengono impiegate terapie antivirali (come nel caso dell’Herpes) o trattamenti chirurgici locali (come nel caso dell’HPV).

Nel caso del virus dell’Hiv: nonostante non siano ancora state messe a punto terapie in grado di eliminare definitivamente il virus, le attuali cure riescono a tenerlo sotto controllo per molti anni e la mortalità causata da questa malattia è decisamente calata negli ultimi decenni.