Procainamide

Procainamide

 

Si utilizza per trattare alcune anomalie del battito cardiaco.

 

Che cos’è la procainamide?

E’ un antiaritmico che agisce stabilizzando il battito cardiaco in condizioni in cui è troppo rapido o irregolare.

 

Come si assume la procainamide?

Può somministrarsi via bocca, mediante iniezioni intramuscolari o per infusione in vena.

 

Effetti collaterali della procainamide

Può ridurre il numero di piastrine nel sangue e le capacità dell’organismo di combattere le infezioni. Può altresì interagire con i risultati di alcune analisi di laboratorio.

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi gonfiore, dolore e arrossamenti al sito di iniezione.

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash (anche sul volto, dalla forma simile a una farfalla)

orticaria

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

urine scure

sintomi depressivi

scariche di diarrea

capogiri o sensazione di testa leggera

svenimenti

battito accelerato, rallentato o irregolare

febbre, brividi o mal di gola

stati di allucinazione

calo dell’appetito

sbalzi d’umore o del comportamento

piaghe in bocca o irritazione del cavo orale

dolori o debolezza a livello

senso di nausea

feci pallide

sintomi convulsivi

mal di stomaco

stanchezza forte o persistente

fiato corto

articolazioni gonfie o sensibili al tatto

emorragie o lividi

insolite stanchezza o debolezza

conati di vomito

respiro sibilante

ittero

 

Controindicazioni e avvertenze

Ne può essere controindicato l’impiego in caso di blocco cardiaco completo, lupus, inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5, terfenadina, alcune anomalie del ritmo cardiaco e in caso di assunzione di astemizolo, cisapride, dofetilide, fenotiazine o ziprasidone.

L’assunzione di alcolici può inibire l’efficacia del farmaco.

Prima di assumerla è importante informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco (in particolare ad anestetici locali come la procaina), ad alimenti o ad altre sostanze (in particolare ai solfiti)

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare antiaritmici, anticolinergici, arsenico, astemizolo, cisapride, dofetilide, pimozide, chinoloni, antagonisti del recettore della serotonina, trimetoprim, ziprasidone, droperidolo, antagonisti dei recettori H2, ketolidi, macrolidi, fenotiazine, inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 e bloccanti neuromuscolari)

sei si soffre (o si è sofferto in pregresso) di , prolungamento dell’intervallo QT o altri problemi cardiaci, problemi al midollo osseo o al sangue, problemi epatici o renali, scompenso cardiaco congestizio, blocco cardiaco miastenia gravis o reazioni tossiche alla digossina

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

La cura non deve essere interrotta e il dosaggio del farmaco non deve essere modificato senza che sia il curante a prescriverlo.

È sempre necessario informare medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di procainamide.

La procainamide può compromettere le capacità di guida e di manovra di macchinari pericolosi.

Procarbazina

Procarbazina

 

S’impiega per trattare il linfoma di Hodgkin in stadio III o IV di sviluppo.

 

Che cos’è la procarbazina?

Essa esplica la sua azione inibendo la sintesi del DNA, dell’RNA e delle proteine; in tal modo contribuisce a bloccare la crescita delle cellule tumorali.

 

Come si assume la procarbazina?

Viene somministrata via bocca. Il trattamento prevede anche l’assunzione di altri medicinali.

 

Effetti collaterali della procarbazina

Può aumentare la sensibilità alla luce solare nonchè ridurre le piastrine nel sangue e la capacità dell’organismo di combattere le infezioni.

Può altresì far aumentare pericolosamente la pressione, in particolare se assunta insieme ad alimenti come formaggi, banane, avocado, salsa di soia, vino rosso, peperoni, salame, mortadella, fegato, estratti di lievito e altri ancora. Per questo motivo è opportuno chiedere consiglio al proprio medico circa l’alimentazione da seguire durante il trattamento.

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati si possono includere:

calo dell’appetito

senso di nausea

conati di vomito

capogiri

sensazione di sonnolenza

fauci secche

mal di testa

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

orticaria

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione al petto

svenimenti

battito accelerato o irregolare

brividi o febbre

stati di allucinazione

perdita dell’udito

sbalzi dell’umore o del comportamento

dolore ai muscoli o alle ossa

sintomi convulsivi

vomito grave o persistente

fiato corto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

sangue nelle urine o nel vomito

ingrossamento o fastidio al seno

stato di confusione

tosse

feci scure

urine scure

sintomi depressivi

scariche di diarrea

vesciche in bocca o sulle labbra

male allo stomaco

pizzicore o intorpidimento delle dita

tremori

difficoltà a deglutire

emorragie o lividi

problemi alla vista o sensibilità alla luce

ittero

 

Controindicazioni e avvertenze

Può esserne controindicato l’impiego in caso di anemia, fuoco di Sant’Antonio, varicella, gravi problemi epatici, ridotta funzionalità del midollo osseo, globuli bianchi o piastrine bassi e assunzione di simpaticomimetici o antidepressivi triciclici.

Prima del trattamento è importante informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare antistaminici, barbiturici, anticoagulanti, simpaticomimetici, antidepressivi triciclici, farmaci per la pressione alta, antidolorifici narcotici, fenotiazine e digossina)

sei si soffre (o si è sofferto in pregresso) di scompenso cardiaco congestizio, tumori del surrene, sistema immunitario depresso, disturbi renali o epatici, problemi ematici, infezioni, malattie cardiache, mal di testa forti o frequenti, sbalzi d’umore o del comportamento

in caso di un’altra chemioterapia o radioterapia

se si è fumatori

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Durante il trattamento non bisogna fumare né assumere alcolici. È inoltre necessario consultarsi con il proprio curante nel caso in cui ci si intenda sottoporre ad una vaccinazione.

Può compromettere le capacità di guida e di manovra di macchinari pericolosi. Tale effetto collaterale può essere aggravato dal consumo alcol e da alcuni farmaci.

Proclorperazina

Proclorperazina

 

Viene utilizzata per tenere sotto controllo nausea e vomito. È altresì impiegata per il trattamento della schizofrenia.

 

Che cos’è la proclorperazina?

E’ una fenotiazina il cui esatto meccanismo di funzionamento non è noto.

 

Come si assume la proclorperazina?

Può essere somministrata per via orale o rettale, mediante iniezioni intramuscolari o per infusione in vena.

 

Effetti collaterali della proclorperazina

Se assunta per trattare problemi mentali associati alla demenza nella terza età, può aumentare il rischio di decesso. La cura può ridurre la capacità di combattere le infezioni, aumentare la sensibilità della pelle alla luce solare, scatenare movimenti muscolari incontrollabili e sindrome neurolettica maligna. Può altresì aumentare i livelli di prolattina nel sangue e influenzare la glicemia.

Può infine alterare i risultati dei test di gravidanza e di alcune analisi di laboratorio, incluse quelle per la fenilchetonuria.

 

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati si possono includere:

pupilla dilatata

stato di nervosismo

senso di nausea

naso chiuso

stato di agitazione

costipazione

capogiri

sensazione di sonnolenza

fauci secche

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

battito accelerato, irregolare o rallentato

volto come una maschera

spasmi muscolari al volto, al collo o alla schiena

debolezza a livello muscolare

sbalzi d’umore o del comportamento nuovi o in peggioramento

intorpidimento di un braccio o di una gamba

erezioni prolungate o dolorose

stato d’irrequietezza

sintomi convulsivi

costipazione grave o persistente

capogiri, sonnolenza e mal di testa forti o persistenti

difficoltà a deambulare

stato d’insonnia

rigidità a livello muscolare

fiato corto o vomito improvvisi

gonfiore a mani, caviglie o piedi

sintomatologia di infezioni

sintomatologia di problemi epatici

tremori

difficoltà nella minzione

tic

emorragie o lividi

strani movimenti degli occhi o incapacità di muoverli

problemi visivi

rash

orticaria

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

stato di confusione

riduzione delle capacità coordinative

bava dalla bocca

svenimenti

 

Controindicazioni e avvertenze

Può essere controindicata in caso di forte sonnolenza, di assunzione recente di grandi quantità di alcol o di medicinali che possono causare sonnolenza e di trattamento con astemizolo, metoclopramide, pergolide, terfenadina cabergolina, cisapride, dofetilide o tramadolo.

 

Prima di assumerla è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco (in particolare ad altre fenotiazine), ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare farmaci che aumentano il rischio di prolungamento dell’intervallo QT o che possono causare sonnolenza)

se si soffre (o si è sofferto nel pregresso) di convulsioni, difficoltà di minzione, problemi d’umore o del comportamento, feocromocitoma, asma, infezioni polmonari o altri problemi all’apparato respiratorio, glaucoma o aumento della pressione dell’occhio, problemi cardiaci o del sangue, diabete, malattie epatiche, pressione alta o bassa, problemi renali, sindrome neurolettica maligna, discinesia tardiva, problemi al midollo osseo, ipertrofia prostatica, Parkinson, Alzheimer o altre forme di demenza, sindrome di Reye, prolattina alta nel sangue e tumori

in caso di recente o programmato mielogramma

in caso di assunzione o abuso di alcolici o di astinenza dall’alcol

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

in caso di rischio di tumore al seno

in caso di rischio di glaucoma

in caso di condizioni di salute precaria

in caso di regolare esposizione a temperature molto elevate o a insetticidi

 

È importante far sapere a medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di procloperazina.

Tale farmaco può compromettere le capacità di guida e di manovra di macchinari pericolosi; questo effetto collaterale può essere aggravato dall’assunzione di alcol e da alcuni farmaci. Inoltre può causare pericolosi capogiri; per questo è opportuno alzarsi lentamente, soprattutto al mattino, e sedersi o sdraiarsi al comparire dei primi giramenti di testa.

Propiltiouracile

Propiltiouracile

 

E’ utilizzato per trattare l’ipertiroidismo.

 

Che cos’è il propiltiouracile?

Esso esplica la sua azione inibendo la sintesi della tiroxina e la sua conversione a triiodotironina.

 

Come si assume il propiltiouracile?

Si somministra sotto forma di compresse.

 

Effetti collaterali del propiltiouracile

Può causare gravi problemi epatici, al sangue o al midollo osseo. Può condurre altresì ad un abbassamento dei livelli ematici di piastrine.

Fra gli altri suoi possibili effetti collaterali si possono includere:

capogiri

lievi dolori muscolari

perdita o variazioni del senso del gusto

sensazione di sonnolenza

mal di testa

lieve perdita dei capelli

 

È importante ricorrere subito alle cure di un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

sintomi di un’infezione in corso

emorragie o lividi

gonfiore

insolite stanchezza o debolezza

cambiamenti nella quantità di urine

tosse con emissione di sangue

dolori a livello articolare

epidermide arrossata, gonfia, con vesciche o che si desquama

intorpidimenti o pizzicore alla pelle

linfonodi gonfi o dolenti

 

Controindicazioni e avvertenze

Prima di assumerlo è importante informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare betabloccanti, digossina, anticoagulanti e teofillina)

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di malattie epatiche, problemi del sangue o del midollo osseo, disturbi renali o problemi polmonari o respiratori

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Può compromettere le capacità di guida o di manovra di macchinari pericolosi; questo effetto indesiderato può essere aggravato dall’alcol e da alcuni medicinali.

È importante far sapere a medici, chirurghi e dentisti della sua assunzione.

Pterigio

pterygium

 

Pterygium is an abnormal growth of tissue Belonging to the conjunctiva (the membrane surrounding the eyeball and the inner wall of the eyelids) on the cornea. The disease does not have a spontaneous remission and the fabric Tends to continue the growth going to disturb the cornea and limiting, thus, the capacity of vision.

 

What is pterygium?

Pterygium Appears as an opaque area of ​​a triangular shape. This area is composed of fibrovascular tissue of the conjunctiva Which continues its development on the gradually cornea. The disease Often Tends to give relapses.

 

What causes pterygium?

Excessive sun exposure and chronic dry eye can pterygium causes.

 

What are the symptoms of pterygium?

In the initial phase, the abnormal growth of the conjunctiva is asymptomatic, but in the blackberries stages advanced can cause an unpleasant sensation of having a foreign body in the eye, redness and tearing. When the tissue of the conjunctiva comes to occupy the area of ​​the cornea can cause irregular astigmatism secondary.

 

Diagnosis

The pterygium diagnosis is made by:

corneal topography. This examination is indispensable for the study of the shape and curvature of the anterior surface of the cornea and is useful to estimate the evolution of pterygium in time by checking the possible presence of a secondary irregular astigmatism.

OCT anterior segment.

Endothelial count. It consists of an estimate of the corneal endothelial surface, the deepest layer of the cornea.

 

treatments

There are two types of treatment That can be Both of medical type, either type of surgery.

Medical therapy leads to the elimination of pterygium. However, it Reduces the symptoms through the use of artificial lubricants or medicines containing steroids to be applied in topical use only in the initial stages.

Surgical therapy implements interventions removal and reconstruction of the diseased tissue with a healthy conjunctival flap.

 

Prevention

Proper eye protection from sunlight is the best method to prevent pterygium.

Ptosi della palpebra

Ptosi della palpebra

 

La ptosi è una condizione anomala in cui una o entrambe le palpebre superiori sono abbassate rispetto alla loro posizione normale. In questo contesto il margine superiore della palpebra copre parzialmente o, nei casi gravi, totalmente la pupilla.

 

Che cos’è la ptosi della palpebra?

La ptosi è distinguibile in varie forme: congenita o acquisita, neurologica o muscolare.

Spesso scambiato per difetto estetico, si tratta invece di un cedimento strutturale e quindi di un problema funzionale. La ptosi può manifestarsi in forma monolaterale o bilaterale asimmetrico, associata o meno a processi legati all’invecchiamento dell’individuo. In questa patologia sono coinvolti:

  • il muscolo elevatore della palpebra superiore
  • il complesso neuromuscolare ed il muscolo di Müller, preposti anche loro all’elevazione della palpebra superiore.

Tutto ciò porta il paziente affetto ad una incapacità di controllare la palpebra superiore.

 

Quali sono le cause della ptosi della palpebra?

La ptosi può essere congenita, quindi presente sin dalla nascita, o acquisita e, quindi, comparire col passare degli anni. A causarla possono essere problemi muscolari (ptosi miogenica), nervosi (ptosi neurogenica), a carico della fascia fibrosa che riveste il muscolo (ptosi aponeurotica) o, infine, problemi meccanici.

 

Quali sono i sintomi della ptosi della palpebra?

Il sintomo principale è l’aspetto della palpebra, posizionata in modo tale da ridurre l’apertura oculare. Questa condizione è collegata a una difficoltà più o meno grave ad aprire gli occhi in base al grado di deficit funzionale e muscolare, cui coincide una limitazione della corretta visione delle aree superiori dell’occhio coperte dalla palpebra che ne limita le normali funzioni quotidiane.

 

Diagnosi

La ptosi palpebrale + diagnosticata per mezzo dei seguenti esami:

  • Esame del campo visivo. Utile a definire la gravità della patologia e, quindi, per distinguere un problema puramente estetico da un deficit funzionale importante, che deve corrispondere a una limitazione superiore al 40% del campo visivo.
  • Visita ortottica

 

Trattamenti

L’unico terapia risolutiva è l’intervento chirurgico, da eseguirsi in anestesia locale e in regime di day hospital.

La scelta della tecnica chirurgica più idonea da utilizzarsi per la correzione della malposizione della palpebra è in stretta correlazione con la funzionalità residua del muscolo elevatore.

Nei casi di ptosi congenita è fondamentale determinare quanto prima l’età in cui eseguire l’intervento chirurgico in base soprattutto alla gravità della ptosi. Questo intervento è fondamentale per scongiurare il rischio di ambliopia da deprivazione, un mancato sviluppo, cioè, di una funzione visiva normale.

 

Prevenzione

Non esistono misure preventive.

Pungitopo

Pungitopo

 

Che cos’è il pungitopo?

Il pungitopo (Ruscus aculeatus L.), noto anche con il nome di “rusco”, è un’erba aromatica che appartiene alla famiglia delle Liliaceae considerata la variante selvatica dell’asparago comune. Le parti che vengono impiegate in cucina sono i germogli e le radici. Quest’ultime vengono essiccate prima di essere utilizzate, mentre i germogli vengono mangiati freschi, previa lessatura e possono essere aggiunti a insalate e minestre.

 

Che proprietà nutrizionali ha il pungitopo?

Il pungitopo è una fonte di tannini.

 

Possibili effetti collaterali del pungitopo

È possibile che il consumo di pungitopo interferisca con l’assunzione di alcuni farmaci per la pressione alta (gli antagonisti alfa-adrenergici) e con prodotti stimolanti a base di agonisti alfa-adrenergici.

 

Stagionalità del pungitopo

La raccolta dei germogli, da utilizzare freschi, avviene nel periodo tra marzo e maggio. La raccolta delle radici, che si possono invece essiccare, avviene nel periodo tra i mesi di settembre e novembre.

 

Possibili benefici e controindicazioni

Pur non avendo a disposizione delle prove scientifiche a supporto della sua efficacia, la radice di pungitopo viene impiegata nella produzione di prodotti a uso medicinale che sembrano stimolare la vasocostrizione e migliorare la circolazione, in special modo a livello degli arti inferiori. Il pungitopo, inoltre, sembra accelerare il funzionamento del sistema nervoso, aumentare la pressione del sangue e aumentare la frequenza cardiaca.

Il pungitopo viene utilizzato anche sotto forma di decotto, come astringente e diuretico. I tannini in esso presenti in grande quantità potrebbero svolgere un’azione antinfiammatoria quando viene utilizzato per gargarismi, sciacqui e semicupi.

Il consumo di pungitopo potrebbe provocare problemi di stomaco e nausea.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.

Raloxifene

Raloxifene

 

S’impiega al fine di ridurre il rischio di sviluppare tumori al seno invasivo in alcune donne che hanno già affrontato la menopausa.

E’ altresì utilizzato per trattare e prevenire l’osteoporosi in menopausa.

 

Che cos’è il raloxifene?

E’ un modulatore selettivo dei recettori estrogenici; bloccando quelli presenti nei tessuti dell’utero e della mammella, abbassa il rischio di tumore al seno invasivo.

Riduce anche la perdita di tessuto osseo e l’aumento della fragilità ossea con cui possono confrontarsi le donne dopo la menopausa.

 

Come si assume il raloxifene?

Si somministra per via orale, sotto forma di compresse.

 

Effetti collaterali del raloxifene

Fra i suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

vampate di calore

aumento della sudorazione

dolori a livello articolare

crampi alle gambe

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

anomali perdite vaginali

dolore alla schiena o a un fianco

appannata della vista

perdita della vista

altri problemi alla vista

dolore, sensibilità, gonfiore, noduli o perdite a livello del seno

sangue nell’espettorato

stato di confusione

sintomi simil-influenzali

dolori, sensazione di calore o gonfiore a gambe o polpacci

debolezza a un singolo lato del corpo

fiato corto

difficoltà nel parlare

gonfiore a mani, braccia, gambe o piedi

emorragie

 

Controindicazioni e avvertenze

Non deve essere impiegato prima della menopausa, durante la gravidanza e l’allattamento, nel caso in cui si abbiano avuti con trombi nelle gambe, nei polmoni o negli occhi e se si stanno assumendo resine a scambio anionico o estrogeni.

L’assunzione del farmaco da parte degli uomini è sconsigliata.

Prima della cura è importante informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare estrogeni, diazepam, diazossido, lidocaina, resine a scambio anionico e anticoagulanti)

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di problemi al fegato o ai reni, problemi cardiovascolari, pressione alta, tumori (in particolare al seno) e sindrome da malassorbimento intestinale

in caso di ictus o attacco ischemico transitorio

in caso di rischio di ictus o problemi cardiaci

in presenza di gravi casi di trombosi in famiglia

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

in caso di programmati interventi chirurgici programmati

se si è fumatori

se si bevono sostanze alcoliche

in caso di condizioni di salute molto precarie

se si hanno avuti valori di trigliceridi alti durante l’assunzione di estrogeni

Durante il trattamento, è importante ottemperare al programma di alimentazione e attività fisica prescritto dal curante.

È sempre importante fare sapere a medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di raloxifene, che dovrebbe essere interrotta almeno 72 ore prima di un intervento chirurgico o di una situazione che costringerà seduti e/o letto per un lungo periodo di tempo.

Inoltre, in caso di lunghi viaggi, è consigliato di evitare di rimanere seduti troppo a lungo e cercare invece di muoversi il più possibile.

Rambutan

Rambutan

 

Che cos’è il rambutan?

Si tratta del frutto della Nephelim lappaceum, specie che appartiene alla famiglia delle Sapindaceae. La sua origine è identificata tra Malesia e Indonesia, però oggi questa pianta viene coltivata in tutte le zone dell’area tropicale dal clima umido. La distinguono proprio i suoi frutti caratteristici, somiglianti al litchi però con spine più lunghe e tenere dalle quali proviene il nome (“rambout” significa infatti “capelli”).

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di rambutan danno circa 68 Calorie, di cui:

61,7 Calorie in forma di carboidrati

3,6 Calorie in forma di proteine

2,7 Calorie in forma di grassi

 

Nello specifico, 100 g di rambutan danno:

16 g di carboidrati, tra cui:

13,2 g di zuccheri

2,8 g di fibre

0,9 g di proteine

0,3 g di grassi

Inoltre il rambutan è fonte di:

vitamina C

ferro

fosforo

calcio in tracce

 

Quando non consumarlo?

Il rambutan può disturbare l’attività dell’enzima CYP3A4. In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Periodo di reperibilità/stagionalità

Il rambutan si trova in commercio durante tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Del rambutan vengono sostenute la capacità di uccidere parassiti intestinali, di lenire i sintomi della diarrea e di far diminuire la febbre. Gli studi fatti sino ad oggi paiono confermare solamente che costituisce una buona sorgente di antiossidanti di origine naturale; per quel che riguarda, invece, i benefici specifici originati dal suo consumo non sono state ancora trovate prove scientifiche per dimostrarli.

Dal punto di vista nutrizionale, il suo potere antiossidante è supportato dalla presenza di quantità importanti di vitamina C, un micronutriente amico del sistema immunitario e dei tessuti connettivi (poiché collabora alla sintesi del collagene). Apporta anche ferro (fondamentale per la creazione dei globuli rossi) e fosforo (che unendosi alle ridotte quantità di calcio esistenti nel rambutan potrebbe collaborare a difendere la salute di ossa e denti). Inserire il rambutan nell’alimentazione aiuta anche a ricevere il quantitativo di fibre alimentari consigliato dagli esperti (per un adulto in normali condizioni di salute tra i 25 e i 30 grammi al giorno).

Il rambutan può provocare reazioni allergiche.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Ramelteon

Ramelteon

 

Viene principalmente impiegato nel trattamento dell’insonnia.

 

Che cos’è il Ramelteon?

Si tratta di un agonista della melatonina che ggisce direttamente sui suoi recettori cerebrali, promuovendo così l’addormentamento.

 

Come si assume il Ramaìelteon?

Si somministra via bocca sotto forma di compresse. L’assunzione deve avvenire nei 30 minuti precedenti al momento in cui ci si corica e solo qualora sia poi possibile dormire almeno da 7 a 8 ore consecutive.

Il farmaco non deve essere ingerito durante o subito dopo un pasto ricco di grassi.

 

Effetti collaterali del Ramelteon

Fra i suoi possibili effetti indesiderati sono inclusi:

scariche di diarrea

capogiri

senso di sonnolenza

affaticamento

sensazione di stanchezza

 

È importante rivolgersi subito ad un medico in caso di:

rash

prurito

gonfiore a volto, occhi, labbra, lingua o gola

difficoltà a respirare o fiato corto

senso di pesantezza o oppressione al petto

insolita raucedine

senso di nausea

incubi

perdite dal capezzolo

problemi di fertilità

istinti suicidi

conati di vomito

assenza o alterazioni del ciclo mestruale

calo del desiderio sessuale

stati di allucinazione

mal di testa

problemi di memoria

cambiamenti del comportamento e problemi psicologici

peggioramento dell’insonnia

 

Avvertenze

Il farmaco può compromettere le capacità di guida o di manovra di macchinari pericolosi. Tale effetto collaterale può essere aggravato dall’assunzione di alcol o dall’impiego di altri medicinali.

Il trattamento con tale farmaco è controindicato in caso di gravi problemi epatici, di assunzione di fluvoxamina e di gravi apnee del sonno. Prima di assumerlo, è importante informare il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, ad altri medicinali, ad alimenti o a qualsiasi altra sostanza

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare donezepril, fluvoxamina, antifungini azolici e rifampicina)

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di problemi epatici, polmonari, respiratori, psichiatrici o psicologici

se si bevono sostanze alcolici

se si ha una storia di abuso di alcol o istinti suicidi

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Se il trattamento non risultasse efficace nel termine di 7-10 giorni, è opportuno consultare un medico.

Ranolazina

Ranolazina

 

Viene utilizzata nel trattamento dei dolori cronici al petto (angina).

 

Che cos’è la ranolazina?

E’ un farmaco antianginoso il cui esatto meccanismo di funzionamento non è ancora noto.

 

Come si assume la ranolazina?

Si somministra via bocca, da sola o in combinazione con altri farmaci.

 

Effetti collaterali della ranolazina

Può aumentare il rischio di scompenso renale in presenza di problemi ai reni.

Fra gli altri suoi possibili effetti indesiderati si possono includere:

stato di costipazione

capogiri

mal di testa

senso di nausea

 

È importante contattare immediatamente un medico nel caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

stato di confusione

riduzione del senso del tatto

svenimenti

battito accelerato, rallentato o irregolare

febbre, brividi o mal di gola persistente

intorpidimenti, bruciore o pizzicore alla pelle

capogiri forti o persistenti

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

raucedine insolita

appannamento della vista

sensazione di testa leggera o debolezza forti o persistenti

fiato corto

gonfiore a mani o piedi

sintomi di problemi renali

tremori

lividi o emorragie

 

Controindicazioni e avvertenze

E’ controindicata in presenza di cirrosi epatica e in caso di assunzione di alcuni antifungini, barbiturici, carbamazepina, rafamicine, iperico, idantoine, alcuni macrolidi, nefazodone, alcuni inibitori della proteasi o telitromicina.

Prima della cura è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato (in particolare ciclosporina, diltiazem, macrolidi, nefazodone, inibitori della proteasi, telitromicina, verapamil, barbiturici, carbamazepina, idantoine, rifamicine, iperico, digossina, metformina, lovastatina, simvastatina, sirolimus, antipsicotici, antiaritmici, aprepitant, antifungini azolici, tacrolimus, antidepressivi triciclici e qualsiasi medicinale che può aumentare il rischio di prolungamento dell’intervallo QT)

se si soffre (o si è sofferto nel pregresso) di diabete, battito cardiaco irregolare, problemi renali o epatici, potassio basso nel sangue

in caso di anomalie nei test del funzionamento del cuore

in presenza di casi di anomalie nei test del funzionamento del cuore, battito cardiaco irregolare o basso potassio nel sangue in famiglia

in caso di dialisi

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Può compromettere le capacità di guida o di manovra di macchinari pericolosi; tale effetto indesiderato può essere aggravato dall’alcol e da alcuni medicinali. I capogiri causati dal farmaco possono essere accentuati non solo dall’alcol e dai medicinali, ma anche dalla febbre, dal caldo e dall’attività fisica. In presenza di tali fattori è importante prestare la massima attenzione quando ci si alza nonchè sedersi o sdraiarsi non appena compaiono i giramenti di testa.

Rasagilina

Rasagilina

 

Viene utilizzata nel trattamento del Parkinson.

 

Che cos’è la rasagilina?

E’ un inibitore degli enzimi monoamino ossidasi (MAO) il cui esatto meccanismo di funzionamento non è noto; si ritiene che aiuti ad aumentare i livelli cerebrali delle molecole che influenzano le capacità motorie.

 

Come si assume la rasagilina?

Si somministra via bocca.

 

Effetti collaterali della rasagilina

Può indurre improvvisi addormentamenti o comportamenti compulsivi. Incrementa altresì il rischio di pressione alta, di melanoma e – se assunta in combinazione con alcuni medicinali – di sindrome serotoninergica.

Il rischio di alta pressione aumenta ulteriormente se, durante l’assunzione del farmaco, si mangiano cibi molto ricchi di tiramina, come salsa di soia, ananas, banane, avocado, formaggi stagionati, vino rosso, birra e fegato.

Fra gli altri possibili effetti indesiderati sono inclusi:

stato di costipazione

capogiri

scariche di diarrea

lieve mal di stomaco

senso di nausea

fastidi gastrici

naso chiuso

conati di vomito

perdita di peso corporeo

senso di sonnolenza

fauci secche

sintomi simil-influenzali

mal di testa

dolori a livello articolare

calo dell’appetito

 

È importante ricorrere subito alle cure di un medico in caso di:

rash

orticaria

prurito

difficoltà a respirare

senso di pesantezza o oppressione o dolore al petto

stati di allucinazione

incapacità a stare fermo

problemi comportamentali o sbalzi dell’umore

debolezza a un singolo lato del corpo

sintomi convulsivi

sensibilità alla luce

mal di testa, capogiri o sensazione di testa leggera, forti o persistenti

nausea, vomito, mal di stomaco o diarrea forte o persistente

fiato corto

mutamenti cutanei

collo rigido o dolente

difficoltà a parlare

rigidità muscolare

gonfiore a bocca, volto, labbra o lingua

feci scure

sangue nelle urine

problemi visivi

bruciore, intorpidimenti o pizzicori

problemi alla sfera sessuale

stato di confusione

riduzione delle capacità coordinative

pupille dilatate

dolore o infiammazione agli occhi

svenimenti

battito accelerato o irregolare

stato febbrile

gonfiore a mani, caviglie o piedi

difficoltà nel ragionamento

difficoltà nel camminare

insolita sudorazione

 

Controindicazioni e avvertenze

Può essere controindicata in caso di problemi al fegato e di assunzione di fluoxetina (anche nelle 5 settimane precedenti la terapia con rasagilina), antidepressivi triciclici o tetraciclici, tramadolo, trazodone, vilazodone, selegilina o altri MAO inibitori, ciclobenzaprina, destrometorfano, meperidina, metadone, propossifene, SSRI, SNRI o iperico

 

Prima della cura è importante rendere edotto il medico:

circa la presenza di eventuali allergie al principio attivo, ai suoi eccipienti, a qualsiasi altro farmaco, ad alimenti o ad altre sostanze

dei medicinali, dei fitoterapici e degli integratori già assunti in passato, in particolare meperidina, metadone, propossifene, SNRI, SSRI, iperico, simpaticomimetici, antidepressivi triciclici e tetraciclici, tramadolo, trazodone, vilazodone, levodopa, ciprofloxacina,ciclobenzaprina, destrometorfano, altri MAO inibitori, metoclopramide e farmaci contro problemi dell’umore

se si soffre (o si è sofferto in pregresso) di tumori alla pelle, movimenti muscolari incontrollati, disturbi del sonno, pressione alta o bassa, problemi epatici, renali, psichiatrici o psicologici, o feocromocitoma

in caso di donne gravide o in fase di allattamento

Può compromettere le capacità di guida o di manovra di macchinari pericolosi; questo effetto indesiderato può essere aggravato dall’alcol e da alcuni medicinali.

I capogiri indotti dal farmaco possono essere accentuati non solo dall’alcol e dai medicinali, ma anche dalla febbre, dal caldo dall’attività fisica. In presenza di tali fattori è importante fare attenzione quando ci si alza nonchè sedersi/sdraiarsi non appena compaiono i giramenti di testa.

È importante far sapere a medici, chirurghi e dentisti dell’assunzione di rasagilina.

Inoltre non bisogna mai superare il dosaggio prescritto dal medico; in caso contrario si potrebbe incorrere in un maggior rischio di pressione alta.

Dopo l’eventuale sospensione della cura, è necessario attendere almeno 14 giorni prima di iniziare ad assumere alcuni medicinali (ad esempio medicinali contro tosse e congestione, antidepressivi, ansiolitici, miorilassanti e altri farmaci contro il Parkinson).

Retinoblastoma

Retinoblastoma

 

Il retinoblastoma è l’unico tumore originato direttamente nel bulbo oculare dei bambini. Può essere presente sin dalla nascita, ma normalmente si presenta intorno agli 8 mesi di vita nel caso di una forma ereditaria, più raramente intorno ai 2 anni, mentre è infrequente dopo i 7 anni.

 

Che cos’è il retinoblastoma?

Il retinoblastoma è una delle neoplasie più frequenti nell’infanzia. Al principio si presenta come una specie di placca gelatinosa bianca nel corpo vitreo con vasi superficiali. Se non viene asportato, tende a crescere sotto la retina, causandone il distacco e si può diffondere attraverso la coroide (una parte del tessuto vascolare dell’occhio) e il nervo ottico.

 

Quali sono le cause del retinoblastoma?

Il retinoblastoma si forma a seguito di una riproduzione maligna dei fotorecettori dell’occhio dovuta ad una mutazione genetica (in alcuni casi sporadici) o alla trasmissione di un cromosoma 13 anomalo nella forma ereditaria.

 

Quali sono i sintomi del retinoblastoma?

Le manifestazioni caratteristiche del retinoblastoma sono un riflesso bianco nella pupilla (leucocoria) e strabismo. Altri sintomi possono essere: glaucoma secondario, infiammazione orbitaria, invasione iridea, metastasi linfonodali e ipertensione endocranica.

 

Diagnosi

La diagnosi del retinoblastoma deve andare ad escludere la leucocoria come sintomo di altre patologie (retinopatia del prematuro, persistenza del vitreo primitivo iperplastico, toxocariasi, malattia di Coats e cataratta) e richiede:

Visita ortottica

Ecografia e risonanza magnetica nucleare

Consulto multidisciplinare con specialisti oncologi

Nei casi d’infiltrazione extrabulbare e del nervo ottico, è necessaria una puntura lombare con prelievo del midollo spinale al fine di verificare l’eventuale presenza di metastasi

 

Trattamenti

Il trattamento per il retinoblastoma dipende fondamentalmente dalla dimensione della lesione.

Lesioni fino a 4mm di diametro e 2mm di spessore senza diffusione vitreale o sottoretinica vengono solitamente trattate con termoterapia trans pupillare o crioterapia.

Le lesioni medie vengono trattate invece con brachiterapia e chemioterapia.

Le lesioni grandi necessitano di un intervento di enucleazione del globo oculare.

Le estensioni extrabulbari devono assolutamente essere trattate con enucleazione, chemioterapia e radioterapia orbitaria.

 

Prevenzione

La prevenzione del retinoblastoma si basa sulla consulenza genetica, da effettuarsi nei casi di familiarità conosciuta per questo tipo di tumore.

Retinopatia Diabetica

Diabetic retinopathy

 

Diabetic retinopathy is a complication of diabetes that goes to affect the eyes. It is a damage of the retinal blood vessels, the fabric of the light-sensitive part of the eye. It can develop in people who suffer from diabetes type 1 and type 2 diabetes in patients with a long history of diabetes, and in cases where the blood sugar has been controlled for long periods incorrectly the risk is more frequent of retinopathy.

 

What is diabetic retinopathy?

There are two types of retinopathy. Early Diabetic Retinopathy also known as non-proliferative diabetic retinopathy (NPDR), which can be mild, moderate or severe. With progression of the disease the blood vessel walls weaken and are subject to micro-aneurysms, small swellings that become damaged, giving rise to bleeding. Then there is the real risk to form an accumulation of fluid (edema) in the central part of the cornea (the macula) going to cause a reduction of vision.

 

Proliferative diabetic retinopathy (PDR) or Advanced is the most severe form of the disease because it coincides with the abnormal formation of new blood vessels in retinal damage. The neovascularization are also stimulated by the formation of ischemic areas in the retina. This can lead to retinal detachment, or an abnormal fluid in the eye causing glaucoma flow.

 

What are the causes of diabetic retinopathy?

Primary cause is diabetes, especially if poorly controlled, facilitates an abnormal growth of weak blood vessels, more subject to breakage or smaller. This causes less capacity to transport oxygen to the retinal tissues. Generally the retinopathy is dependent of both eyes.

 

What are the symptoms of diabetic retinopathy?

The symptoms of diabetic retinopathy are:

spots or dark filaments that float before the eyes (floaters)

blurred vision

dark areas and loss of visual acuity

low vision

difficulties in color perception

blindness

 

Diagnosis

The methods used for the initial diagnosis of diabetic retinopathy are:

Color photos of the fund, performed with the fundus camera;

Retininica fluorescein angiography, to determine the presence of ischemic areas for signs of diabetic retinopathy prolieferante.

Computerized axial tomography (CAT), which allows a detailed study of the macula and optic nerve.

 

treatments

In case of non-proliferative retinopathy and macular edema in the presence of the preferred treatment is laser photocoagulation, with focal or grid pattern, to reduce edema, contain the progress of the disease and restore visual function. In the event of clinically significant macular edema (CSME) you can intervene with intravitreal injections of drugs to stop the vascular endothelial growth factor (VEGF), a molecule involved in the abnormal growth of blood vessels.

Treatment for nonproliferative retinopathy with ischemic areas requires a careful and extensive photo ablation. In the presence of intraocular bleeding (emovitreo) and detachment of the retina to pull their treatment is vitrectomy.

 

Prevention

The Retinopathy is a “silent” disease that can develop for years without symptoms, until it affects the macula. Proper control of diabetic retinopathy can reduce by 90% the 5-year risk of developing blindness in patients with proliferative retinopathy. Unfortunately, according to current statistics, only 1 of 2 diabetic patients undergoing a periodic checks to prevent and ward off the advance of the disease and the risk of losing his sight.

Riabilitazione da rottura del legamento crociato anteriore

Riabilitazione da rottura del legamento crociato anteriore

 

Dopo la chirurgia di riparazione del legamento crociato anteriore, è essenziale seguire un programma di riabilitazione mirato per assicurare il migliore recupero funzionale del ginocchio. Il recupero articolare e muscolare deve essere impostato e controllato periodicamente dal chirurgo ortopedico che, a sua volta, si avvale dell’ausilio di un fisioterapista. La fase della riabilitazione è delicata perché il paziente deve eseguire una serie di esercizi per rinforzare la muscolatura e recuperare movimento e coordinazione, senza però provocare sovraccarichi che potrebbero allentare o rompere il neo-legamento.

Normalmente il programma riabilitativo dura tre – quattro mesi. Successivamente è consigliabile continuare un programma di esercizi per mantenere la tonicità muscolare e recuperare la coordinazione motoria.

La ripresa sportiva è consigliabile solo dopo il completo recupero articolare e muscolare e, di norma, non è consentita prima di sei mesi dopo l’intervento chirurgico.

Ricotta di Capra

Ricotta di Capra

 

Che cos’è la ricotta di capra?

Si tratta di un latticino ricavato dal siero di latte di capra, ovvero la parte liquida che si divide dalla cagliata durante la produzione del formaggio caprino, cui si aggiungono latte e panna. Non si tratta quindi un formaggio.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di ricotta di capra danno 175 Calorie suddivise circa così:

67% da lipidi

27% da proteine

7% da carboidrati

Nello specifico, 100 g di ricotta di capra includono:

11,6 g di proteine

12,91 g di lipidi, tra cui: 8,245 g di acidi grassi saturi, 3,613 g di acidi grassi monoinsaturi, 0,384 g di acidi grassi polinsaturi e 50 mg di colesterolo

2,98 g di carboidrati

Tra le vitamine e i minerali, 100 g di ricotta di capra danno:

vitamina A

vitamine del gruppo B

vitamina C

vitamina E

calcio

fosforo

magnesio

zinco

iodio

selenio

potassio

ferro

sodio

 

Quando non consumare la ricotta di capra?

I latticini non si devono consumare combinati con la ciprofloxacina e le tetracicline. In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Reperibilità della ricotta di capra

La ricotta di capra si può trovare in commercio durante tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Il latte di capra viene consigliato nell’alimentazione delle persone affette da ipertensione. Le vitamine e i minerali che contiene facilitano il buon funzionamento del metabolismo e sono portatrici di proprietà antiossidanti. Calcio, fosforo e magnesio collaborano anche a difendere la salute delle ossa e dei denti.

Più in generale, la ricotta di capra viene ritenuta un cibo particolarmente digeribile e tollerato caratterizzato da un alto valore nutrizionale. Per questo viene raccomandata sia ai bambini che a chi è affetto da problemi gastrici; è ritenuta anche un buon cibo per chi fa sport.

Però, la ricotta di capra è una fonte di grassi saturi e di colesterolo, e l’assunzione di questi nutrienti dovrebbe essere arginata, nello specifico, a non più del 10% delle calorie giornaliere e a un massimo di 300 mg al dì (le raccomandazioni degli esperti per adulti in buona salute). Inoltre la ricotta di capra costituisce anche una fonte di quantità importanti di sodio, il cui apporto giornaliere non dovrebbe oltrepassare i 2 g.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione del dottore. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Ricotta forte

Ricotta forte

 

Che cos’è la ricotta forte?

La ricotta forte (conosciuta anche come ricotta ascuante, ‘scante, scanta o ashcande) è un latticino caratteristico della Puglia centro-meridionale e della Basilicata materana ricavato dalla filtrazione del siero di latte con possibile aggiunta di latte al 10-12%, tramite un processo di doppia cottura. Può essere ricavata a cominciare dal siero di latte di vacca, di pecora, di capra o misto. Il risultato ultimo è un prodotto spalmabile, dalla consistenza morbida e cremosa, dall’aroma pungente e dal gusto piccante.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di ricotta forte contengono 250 Calorie e:

25% di materia grassa

14,2 % di materia proteica

0,5% di carboidrati

 

La ricotta forte si prepara mettendo 20 grammi di sale per ogni kg di prodotto.

 

Quando non consumare la ricotta forte?

Il latticini non si devono consumare insieme alla ciprofloxacina e alle tetracicline. In presenza di dubbi è meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Reperibilità della ricotta forte

La ricotta forte si produce tutto l’anno, però il picco di produzione va da ottobre a maggio. Rispetto alla ricotta fresca si mantiene per più tempo, però dopo qualche mese sulla sua superficie si evidenzia uno strato unto dal colorito giallastro.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

La ricotta forte è portatrice dei benefici dei latticini. La sua composizione nutrizionale può cambiare in base del latte di origine, nello specifico dall’animale da cui è munto (vacca, pecora o capra) e dalla sua alimentazione, però in generale i latticini vengono considerati buone fonti di vitamine e minerali amici del buon funzionamento del metabolismo e delle difese antiossidanti dell’organismo.

D’altro canto, i latticini non si devono mangiare in quantità eccessive perché sono portatori di grassi saturi, colesterolo e sodio. I primi due, se consumati in quantità troppo alte, possono accrescere i livelli di colesterolo nel sangue; per questo gli adulti in buone condizioni di salute non dovrebbero eccedere nell’assunzione, rispettivamente, a non più del 10% delle calorie giornaliere e a non più di 300 mg al dì. Anche il sodio non deve essere consumato in eccesso; per difendere la salute cardiovascolare è meglio circoscriverlo a un massimo di 2 grammi al dì.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Ricotta salata

Ricotta salata

 

Che cos’è la ricotta salata?

Si tratta di un latticino (non un formaggio) ricavato dal siero di latte di vacca, di bufala, di capra o di pecora. È un derivato del latte a pasta semidura passato a stagionatura breve (che però non dura meno di una settimana). Dopo la lavorazione a temperature elevate – che può includere l’aggiunta di latte o panna – si deve pressare e salare a secco.

Caratteristica delle regioni del Sud e del Centro dell’Italia, in passato la ricotta salata si produceva per accrescere la conservazione della classica ricotta. Oggi l’utilizzo dell’aceto o del limone per acidificare il siero è stato soppiantato da quello dell’acido lattico e dell’acido citrico.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali della ricotta salata?

100 grammi di ricotta salata danno circa 280 Calorie suddivise all’incirca così:

73% di lipidi

18% di proteine

9% di carboidrati

Nello specifico, in 100 grammi di ricotta salata troviamo:

23 grammi di lipidi, tra cui 15 grammi di acidi grassi saturi

18 grammi di proteine

2 grammi di carboidrati, tra cui 2 grammi di zuccheri

3,1 grammi di sale

1,2 grammi di sodio

 

Quando non consumare la ricotta salata?

Il consumo dei latticini può disturbare l’assunzione di ciprofloxacina e di tetracicline. In presenza di dubbi è sempre meglio domandare consiglio al proprio dottore.

 

Reperibilità della ricotta salata

La ricotta salata si trova in commercio tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

La ricotta salata è una ottima fonte di proteine di alta qualità che può essere inserita nell’alimentazione a turno con altre fonti di proteine, tipo la carne e il pesce. La potenziale aggiunta di panna ne accresce l’apporto calorico confronto a quello della ricotta fresca; per questo è fondamentale non fare lo sbaglio di ritenerla in partenza un latticino magro: in base al metodo di produzione e all’origine del siero può essere caratterizzata da un apporto calorico più o meno alto (di solito, per esempio, i derivati del latte di bufala tendono ad essere più calorici). Inoltre la ricotta salata è una fonte di quantità abbondanti di sodio, che in base alle odierne raccomandazioni in ambito nutrizionale non si dovrebbe assumere in dosi superiori ai 2 grammi al dì.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Riso brillato

Riso brillato

 

Che cos’è il riso brillato?

Si tratta di una tipologia di riso (Oryza sativa, varietà che appartiene alla famiglia delle Poaceae) trattato in maniera da intensificarne la brillantezza. Dopo averlo raccolto, il riso greggio viene lavato, seccato e privato degli strati esterni; in questa maniera si ricava il cosiddetto riso integrale, passato poi al processo di sbiancatura per togliere sia le fibre che il germe del riso e il farinaccio. In ultimo, i chicchi vengono irrorati di glucosio oleato per avere il riso brillato.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali?

100 g di riso brillato crudo hanno circa 332 Calorie suddivise così:

91% carboidrati

8% proteine

1% lipidi

 

Nello specifico, in 100 g di riso brillato crudo troviamo:

12 g di acqua

6,7 g di proteine

0,4 g di lipidi

80,4 g di carboidrati disponibili

72,9 g di amido

0,2 g di zuccheri solubili

1 g di fibra, di cui 0,08 g di fibra solubile e 0,89 g di fibra insolubile

1,3 mg di niacina

0,11 mg di tiamina

0,03 mg di riboflavina

94 mg di fosforo

92 mg potassio

24 mg di calcio

20 mg di magnesio

5 mg di sodio

1,3 mg di zinco

0,8 mg di ferro

0,18 mg di rame

10 µg di selenio

 

Quando non consumare il riso brillato?

Non ci sono interazioni tra il consumo di riso brillato e l’assunzione di medicinali o altre sostanze. In presenza di dubbi è sempre meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Stagionalità del riso brillato

Il riso brillato si trova in commercio tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni

Il riso è un cereale facile da digerire e senza di glutine, quindi adeguato anche all’alimentazione di chi è affetto da celiachia. Anche nelle sue variazioni brillate dà una certa dose di micronutrienti: vitamine del gruppo B, amiche del buon funzionamento del metabolismo; potassio che collabora alla regolazione della pressione e della frequenza cardiaca; un po’ di calcio, fosforo e magnesio per la salute di ossa e denti; poco rame e ferro da usare, per esempio, nella creazione di globuli rossi; selenio con proprietà antiossidanti. Dal punto di vista nutrizionale costituisce però principalmente una fonte di carboidrati di tipo amidaceo. Bisognerebbe preferirgli il consumo del riso integrale, che è una fonte di fibre insolubili pregiate per la salute dell’intestino, i cui quantitativi vengono profondamente minimizzati dal processo di sbiancatura.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono solo indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è sempre meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.

Riso glutinoso

Riso glutinoso

 

Che cos’è il riso glutinoso?

Si tratta di un cereale originario dell’Asia. Chiamato anche riso appiccicoso, riso dolce, riso ceroso, riso perla, riso botan, riso mochi o biroin chal, nonostante il suo nome non contiene glutine, e perciò può essere inserito nell’alimentazione di chi è affetto da celiachia. Il termine “glutinoso” viene dal fatto che una volta cucinato questo riso è molto appiccicoso (l’aggettivo latino glutinosus infatti significa “viscoso, colloso”) a ragione dell’importante quantità di amilopectina (una delle due componenti dell’amido) che lo distingue.

 

Quali sono le proprietà nutrizionali del riso glutinoso?

100 g di riso glutinoso danno circa 97 Calorie.

 

Per quanto concerne i macronutrienti, 100 g di riso glutinoso danno:

21 grammi di carboidrati, tra cui:

0,1 grammi di zuccheri liberi

1 grammo di fibra

2 grammi di proteine

0,2 grammi di lipidi, fra cui:

0,1 grammi di acidi grassi monoinsaturi

0,1 grammi di acidi grassi polinsaturi

 

Tra le vitamine e i minerali, 100 g di riso glutinoso danno:

5 mg di magnesio

2 mg di calcio

0,1 mg di ferro

 

Quando non consumare il riso glutinoso?

Non ci sono condizioni in cui mangiare il riso glutinoso potrebbe disturbare l’assunzione di medicinali o altre sostanze. In presenza di dubbi è sempre meglio consigliarsi con il proprio dottore.

 

Periodo reperibilità/stagionalità

Il riso glutinoso si trova facilmente sul mercato tutto l’anno.

 

Eventuali benefici e controindicazioni del riso glutinoso

Inserire il riso glutinoso nella propria alimentazione giornaliera collabora a appagare i fabbisogni giornalieri di carboidrati, che in accordo con le più recenti raccomandazioni si trovano (per un adulto in buone condizioni di salute) tra il 45 e il 60% delle calorie giornaliere. L’ultima edizione dei LARN (i Livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana) esorta a consumare carboidrati soprattutto in forma di fonti alimentari amidacee a basso indice glicemico. Quello del riso è mutevole in base ai casi tra 48 a 112, quindi potrebbe essere ritenuto intermedio-elevato. Non si può però neanche scordare che quello che conta è prima di tutto il carico glicemico dell’intero pasto invece che quello di solo uno degli ingredienti.

Il calcio e il magnesio del riso glutinoso collaborano alla protezione della salute di ossa e denti.

 

Disclaimer

Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non soppiantano in nessuna maniera l’opinione medica. Per assicurarsi un’alimentazione sana e bilanciata è meglio fare affidamento sui consigli del proprio medico curante o di un esperto nutrizionista.